A dicembre avevamo sollevato il problema che nel decreto fiscale era stata inserita una misura odiosa: un prelievo del 1,5% sul denaro inviato nei Paesi extracomunitari. (vedi https://www.ilmigliorista.eu/politica/la-giornata-mondiale-dellonu-del-migrante-e-le-sigarette-elettroniche-della-lega/)
L’Antitrust (il Garante della concorrenza e dei consumatori), a febbraio, ha segnalato al Governo che questa imposta è “ingiustamente discriminatoria” perché non grava sulle banche italiane o estere, né sulle Poste, ma solo sui “money transfer”. Il rischio è che questo costo venga scaricato sulle persone che inviano denaro nei Paesi di origine. In più questa misura crea una situazione di ulteriore opacità poiché il trasferimento dei soldi all’estero è già “condizionato da numerose e mutevoli variabili, tra cui commissioni e spread sui tassi di cambio”.
Speriamo che si ponga rimedio ad un prelievo che è tanto odioso quanto contrario alla nostra storia e alla politica necessaria per aiutare nel loro Paese le famiglie dei migranti.
“Molte zone del nostro Paese hanno vissuto per decenni, sulle rimesse degli emigrati. Fra l’altro, anche oggi, i migranti italiani inviano in Italia 2,160 miliardi di euro dall’estero (738 milioni dai paesi Ue e 1,422 miliardi dai Paesi extra UE, dati 2016). – citiamo dall’articolo di dicembre – In spregio alla nostra storia, e all’ impegno di aiutare a casa loro i potenziali immigrati, si tassano quelli che lavorano legalmente nel nostro Paese e che mandano i soldi alle loro famiglie, In Italia vivono più di 5 milioni di immigrati, che, lavorando regolarmente, pagano 3,2 miliardi di tasse all’anno allo Stato italiano, versano i contributi per le pensioni (solo le 0,3% di loro percepisce una pensione). Ebbene, costoro mandano più di 5 miliardi di euro nei loro Paesi di origine a sostenere le famiglie rimaste là. E il “governo del popolo” preferisce le sigarette elettroniche (perché nel decreto fiscale c’era una misura per favorire le aziende delle sigarette elettroniche) ai cittadini (molto spesso italiani) che aiutano la povera gente in Africa, in Europa, nelle Americhe, in Asia. .. Ed è forse chiedere troppo a chi dovrebbe difendere il lavoro e i lavoratori di organizzare manifestazioni e mobilitazioni contro una simile vergogna? Si pensi che in Francia i “gilets jaunes” hanno protestato contro l’aumento di 6,5 centesimi per il gasolio e di 2,9 centesimi per la benzina, ben minori del prelievo sulle rimesse (15 centesimi ogni 10 euro).”
Attendiamo fiduciosi che qualcuno si svegli per porre fine a una misura ingiusta e punitiva.
Luigi Corbani