Di trasparenza si parla a proposito e a sproposito, oppure non se ne parla né si pratica. Dovrebbe essere obbligatoria per tutti coloro che hanno rapporti con i cittadini, e non solo per i “politici”. E dovrebbe essere obbligatoria per le aziende pubbliche o per quelle che hanno concessioni pubbliche. Una volta definita bene cosa vuol dire “amministrazione trasparente”, dovrebbero esserci anche delle sanzioni per chi non adempie a questi obblighi. Detto questo, preparatevi a questo lungo viaggio nella opacità, con tante sorprese.
M-I Stadio s.r.l.
Vedo il sito della società dell’Inter e del Milan che gestisce in concessione lo stadio di San Siro: è presentato il consiglio di amministrazione, il collegio sindacale, l’organismo di vigilanza e la società di revisione. Bene, ma non c’è nessuna biografia o curriculum, nessun organigramma, né è indicato alcuno stipendio o remunerazione a organi sociali o a dipendenti. E in particolare non c’è il bilancio e, visto che si tratta della gestione di un bene pubblico dato in concessione, la cosa dovrebbe far scattare l’intervento degli organi comunali: sarebbe bene avere il bilancio sul sito, con la definizione dei ricavi, dei pagamenti monetari al Comune e dei lavori straordinari che vengono fatti a scomputo di quanto dovuto al Comune. Quanto paga la società di Inter e Milan annualmente al Comune in termini monetari o con lavori a scomputo ? La gestione in concessione è redditizia? Quindi il valore della concessione per il Comune è congruo?
Sono cose che dovrebbero essere sul sito o domande a cui dovrebbero rispondere gli assessori al Demanio, allo Sport e al Bilancio tanto più che si dicono delle cifre, senza dati certi. Il Sindaco dice che lo Stadio gli costa 10 milioni all’anno. A me non risulta; anzi, il Comune ci guadagna (media di quasi 21 anni) circa 4,5 milioni all’anno in contanti e ha minori spese per 4 milioni per i lavori di manutenzione straordinaria o di innovazione che sono a scomputo dell’affitto. E quanto sono i costi di manutenzione ordinaria (per esempio per il prato) a carico delle due società, non si sa, poiché non vi è un bilancio disponibile al cittadino milanese.
MilanoSesto s.p.a
Ma prendiamo un’altra società, impegnata a fare la più grande operazione immobiliare d’Europa: un milione e mezzo di metri quadrati delle aree ex Falck: la “MilanoSesto s.p.a”. Sappiamo i “player” del progetto: Hines e Prelios.
Hines compare come “advisor strategico e development manager del progetto” ed è la stessa società che ha il progetto di edilizia residenziale sull’ex ippodromo del trotto, accanto allo stadio di San Siro)
Prelios qui opera come “project management” ed ha come presidente il mitico Fabrizio Palenzona, – che ha avuto tantissimi prestigiosi incarichi tra cui la vicepresidenza dell’Unicredit dal 1999 al 2017 – e come vicepresidente, Gaetano Miccichè, “chairman Divisione Imi Corporate & Investement Banking di Intesa Sanpaolo”.
Sappiamo solo che l’amministratore delegato e direttore generale di Milanosesto s.p.a. è Giuseppe Bonomi, che ha lasciato Arexpo s.p.a. (società pubblica, di fatto regionale) per questo incarico. Il simpatico Bonomi, prima, era stato presidente di Alitalia e poi presidente e amministratore delegato della Sea, in quota Lega ovviamente.
Bene, ma di questa società MilanoSesto spa sul sito non si sa nulla. Consiglio di amministrazione, biografie, remunerazioni, bilanci, organigrammi, niente di niente. E pensare che il centro di questa mega operazione, diciamo “immobiliare”, è il trasferimento a Sesto San Giovanni di due istituti scientifici pubblici, simboli di Milano, come l’Istituto dei Tumori e il Neurologico Besta.
Intanto MilanoSesto spa ha concluso un accordo per mettere in fianco alle due strutture pubbliche specialissime, un ospedale generalista privato come il San Raffaele: ma guarda, che coincidenza!
Ci sono ancora nel consiglio di amministrazione gli arabi del Qatar? C’è ancora nel cda un tal Enrico Laghi, commissario straordinario di Alitalia, di Ilva e di un’altra ventina di aziende, oltre che componente di consigli di amministrazione o consulente di tante di quelle società che voi umani non potete credere ? Tutto chiaro? No, tutto molto oscuro, molto poco trasparente.
Arexpo s.p.a.
Al contrario, nel sito di Arexpo troviamo quasi tutti i dati che dovrebbero essere obbligatori per le aziende pubbliche: mancano le dichiarazioni dei redditi e le dichiarazioni patrimoniali che sono obbligatorie per i “politici” e non si capisce perché non dovrebbero esserlo anche per i componenti di enti o aziende pubbliche.
Interessante vedere questa “società privata a maggioranza pubblica, (bel ossimoro, n.d.r.) fondata nel 2011 per acquisire le aree destinate a ospitare Expo Milano 2015.” Società “privata” perché la forma è quella di una società per azioni, che a tutti gli effetti è pubblica: 39,28% Ministero dell’economia e delle Finanze; 21,05% Regione Lombardia; 21,05% Comune di Milano; 16,80% Fondazione Fiera Milano; 1,21% città metropolitana di Milano; 0,61% Comune di Rho.
Presidente è Giovanni Azzone, già rettore del Politecnico dal dicembre 2010 al dicembre 2016: sicuramente bravissimo, visti i numerosi incarichi che ha in contemporanea, oltre all’insegnamento di “Impresa e decisioni strategiche” al Politecnico di Milano: presidente Spezia Carrara Cruise Terminal (85.000 €/anno); membro del c.d.a. di Poste Italiane (82.500 €/anno); Consigliere società Tecné spa (15.000 €/anno) e presidente di Arexpo spa (50.000€/anno)
Dal 2019, amministratore delegato è Igor De Biasio, ovviamente leghista, se ci fosse bisogno di dirlo. De Biasio dal luglio 2018 è stato Consigliere di Amministrazione di RAI S.p.A ed a luglio 2021 è stato riconfermato fino a luglio 2024; dichiara di aver percepito dalla Rai € 38.500. In realtà gli amministratori della Rai percepiscono un compenso di 66.000 euro lordi all’anno.
Per inciso, oltre a quei 66.000 euro, il Presidente della Rai percepisce altri 114.000 euro lordi e l’amministratore delegato altri 174.000 annui lordi.
“Nei primi due anni di incarico – scrive nella sua autobiografia Igor De Biasio – porta la società in utile prima delle tasse per la prima volta (Epperò n.d.r) nella storia aziendale, guida il nuovo orientamento strategico dell’azienda e sviluppa la sua notorietà internazionale” Forse è per questo che ha uno stipendio di 148.966 euro più il compenso fisso del consiglio di amministrazione di 25.000 euro.
Ma perché qui si parla di Arexpo ? Perché tutto si tiene.
Si vogliono trasferire da Città Studi a MilanoSesto – presidente Giuseppe Bonomi- il Besta e l’Istituto dei Tumori; le facoltà scientifiche della Statale si vogliono trasferire da Città Studi a Expo, aree di proprietà Arexpo ma – presidente Giuseppe Bonomi – aggiudicate per il masterplan e lo sviluppo delle aree stesse a un Consorzio guidato dalla società Lendlease (che avrà in concessione per 99 anni parte dell’area e che verserà – recita il comunicato ufficiale – “671 milioni di euro a valori attuali. Dopo i primi 10 anni, e per tutto il periodo successivo, il versamento sarà infatti di 7,2 milioni che, considerando una inflazione teorica del 2%, comporterà un versamento complessivo di oltre due miliardi di euro.).
E allora, a chiudere il cerchio, ecco la bozza di protocollo inviata dalla Regione al Comune di Milano e all’Università Statale “per il piano di rilancio del quartiere Città Studi”: «Le parti, Regione, Comune e Università Statale – si legge a pagina 6 della bozza – si impegnano ad effettuare le dovute variazioni, qualora se ne dovesse determinare la necessità, anche attraverso il coinvolgimento di Arexpo, in qualità di società specializzata nell’attuazione di progetti di rigenerazione urbana». Il costo del piano è stimato in 170 milioni di euro ma – sempre a pagina 6 della bozza – le parti si impegnano a «verificare il possibile utilizzo di fondi comunitari», quali quelli del Recovery Fund».
Nel frattempo – dichiara l’amministratore delegato spa – “si è ritenuto naturale estendere a tutta la Lombardia il raggio d’azione di Arexpo”. Et voilà le jeux sont fait.
Il Comune (ossia il Sindaco, la “sua” giunta e la “sua” maggioranza) è favorevole al trasferimento del Besta e dei Tumori a Sesto, delle facoltà scientifiche a Rho-Pero, ma è fortemente angosciato all’idea che Milan e Inter vadano via da Milano. Il Comune di fatto è in ginocchio davanti a Scaroni: se Milan e Inter andassero fuori Milano, ci sarebbe una crisì (non di Giunta) ma di nervi.
Fondazione Milano Cortina 2026
L’altro giorno poi a proposito di San Siro (definito “Meazza Stadium” per la cerimonia di inaugurazione del 6 febbraio 2026 delle Olimpiadi invernali) sono incappato nella “Fondazione Milano Cortina 2026”: il consiglio di amministrazione – presieduto da Giovanni Malagò, capo del Coni e alla presenza dell’Amministratore Delegato, Vincenzo Novari – “ha approvato all’unanimità il Business Plan 22-26 e il Budget 2022. Il bilancio previsionale pluriennale conferma l’obiettivo del pareggio economico-finanziario nell’arco di vita della Fondazione, con costi e ricavi stimati attorno a 1,58 miliardi di euro.”.
Non sono riuscito a trovare, bilancio, composizione del consiglio di amministrazione, biografie, incarichi, remunerazioni, stipendi, prebende, ecc. La cosa che mi appare divertente che hanno sede nel grattacielo Allianz (uffici certamente forniti gratuitamente) a CityLife, ma tutte le immagini che usano si riferiscono a Porta Nuova. Però se lo cercate, compare anche il Duomo.
Da “Prima Comunicazione del gennaio 2021 ho scoperto una notiziona: “Nuovo ingresso nel comitato organizzatore dei Giochi Olimpici e Paralimpici invernali italiani. Antonio Marano, tra i protagonisti della comunicazione televisiva e pubblicitaria in Italia, sarà il nuovo direttore commerciale della Fondazione Milano Cortina 2026. Marano, già sottosegretario di Stato alle Poste e alle Telecomunicazioni, (per la Lega,n.d.r) ha maturato una ventennale esperienza in Rai dove ha diretto Rai2 per poi diventare vicedirettore generale del Servizio pubblico. Tra il 2016 e il 2020 ha ricoperto l’incarico di Presidente di Rai Pubblicità (390.000 euro di stipendio, n.d.r.) A lui e ai suoi collaboratori spetterà l’obiettivo di raccogliere 500 milioni di euro di sponsorizzazioni domestiche, come previsto nel Business Plan 2020-2026.” Quanti di questi soldi andranno nel suo stipendio e in quello dei suoi collaboratori? Vietato saperlo.
Sta di fatto che c’è un ritardo spaventoso nei lavori per gli impianti e per le infrastrutture. Per questo Malagò solo a sentire parlare di cantieri in fianco al Meazza, è apparso un poco alterato.
Infrastrutture Milano Cortina 2026 s.p.a.
E così, il 22 novembre 2021 (presenti anche il Sindaco Sala, l’assessore alla rigenerazione urbana Tancredi e il Presidente della Regione Fontana) si è creata un’altra società “Infrastrutture Milano Cortina 2026 s.p.a.”, sede a Roma, amministratore delegato Luigivalerio Sant’Andrea, Nel sito di questa società (simico.it) c’è il consiglio di amministrazione, il collegio sindacale; ma nella parte “amministrazione trasparente” si dice che è tutto “in allestimento”: nessuna biografia, nessun organigramma, nessun collaboratore, nessuno stipendio, nessun bilancio. Certo, pretendere che in due mesi si finisca un sito di una società pubblica, è troppo: non importa che la società abbia la licenza di superare le normali procedure (un po’ come per l’Expo) pur di fare i lavori e che nel bilancio dello Stato italiano siano stati stanziati un miliardo nel 2020, 145 milioni nel 2021 e 324 milioni nel 2022.
Partono tardi e poi superano tutte le normali procedure con cui i sindaci hanno a che fare tutti giorni. Poi come va a finire, quanti soldi sono stati spesi e come, non si saprà, anche perché i giornali “d’informazione” se ne guardano bene dal fare qualche inchiesta, tanto meno i parlamentari sollevano perplessità su come sono stati spesi i soldi dei contribuenti italiani.
Toh, chi si rivede!
Ma tanto quello che conta è sempre il “generone romano”. Infatti cercando altro, sono incocciato nella nomina ad agosto 2020 del “Commissario di governo per la realizzazione del progetto sportivo dei campionati di sci alpino Cortina 2021” e toh, chi ci trovo? Un noto sciatore del Terminillo, il Valerio Toniolo, romano de Roma, per sette anni presidente della commissione musica del Ministero dei beni e delle attività culturali e poi anche componente della commissione per il cinema, di fatto portaborse di Salvatore Nastasi, il direttore generale del Ministero, il vero Ministro della Cultura da oltre quindici anni. Prima di queste esperienze che l’hanno lanciato ad essere assunto (aprile 2020) alla Presidenza del Consiglio dei Ministri nella “Missione cerimonie e anniversari”, Toniolo era l’amministratore delegato dell’Auditorium di via della Conciliazione, di proprietà del Vaticano: il suo compito era affittare, non occuparsi di cultura e di musica. Poi è stato messo – per le sue indiscutibili competenze teatrali e manageriali – anche nel consiglio di amministrazione dell’Accademia di arte drammatica Silvio d’Amico e poi, finalmente, ecco l’uomo giusto al posto giusto, dal gennaio 2020 “è stato nominato, in rappresentanza del Governo, nel consiglio di amministrazione della Fondazione “Milano Cortina 2026” che svolge le funzioni di Comitato Organizzatore delle Olimpiadi.”
Pala Sharp e Pala Italia
Intanto gli impianti stentano a svilupparsi. A Milano al Pala Sharp, denominato per le Olimpiadi “Milano Hockey Arena”, in dote al Demanio del Comune, forse ripartono i lavori, dopo un bando di gara e ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato.
E forse ripartono anche per il Pala Italia a Santa Giulia. Per inciso, di questi due impianti il Sindaco ne ha parlato nel suo Programma elettorale a pagina 10: “Prosegue l’intensa riqualificazione degli impianti sportivi di base a cura dei Concessionari del Comune di Milano insieme ai “grandi” progetti in via di realizzazione, tra cui la riqualificazione di Agorà (impianto dedicato agli sport su ghiaccio), la riconversione del Lido, la ristrutturazione del Centro Ippico Lombardo e della piscina Cardellino che si trasformerà nel nuovo centro natatorio olimpico. A questi si aggiungono i siti olimpici dell’ex Palasharp, che verrà completamente riqualificato e la realizzazione del PalaItalia nel quartiere Santa Giulia.”
E poi ancora a pagina 32 “Il grande appuntamento delle Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026 (anche grazie ai concreti investimenti previsti nel risanamento e nel rilancio degli impianti cittadini) costituirà il compimento della crescita complessiva di Milano capace di accogliere e sviluppare le istanze di sostenibilità proprie della sensibilità contemporanea e, proprio per questo, aumentare la propria attrattività internazionale”.
Non una parola di San Siro, ma il giorno dopo le elezioni, subito via, evvai a fare quello che vogliono le due società cino-americane. Come diceva Cicerone nelle Catilinarie, “De te Catilina…cum tacent clamant” : il silenzio è una accusa.
Ma, anche la vicenda del Pala Italia è sintomatica. Senza fare i conti o tenere conto dei Cabassi, che a poca distanza hanno il Forum di Assago, il Comune si è lanciato a definire una nuova sede a Rogoredo Montecity: “Dopo i Giochi sarà utilizzata come area polifunzionale”. Ai Cabassi la cosa non è piaciuta e la delibera si è prestata ai ricorsi.
Anche perché il Comune ha predisposto una delibera con una variante urbanistica che ha dato alla società Risanamento s.p.a (per il 49% di proprietà di Intesa San Paolo e per il 22% di Unicredit) la possibilità di costruire su una area di un milione e duecentomila metri quadrati, quasi settecentomila mq. di edifici: di questi sono già stati realizzati duecento quattordici mila metri quadrati tra cui la sede di Sky.
In totale, alla fine, dunque dovrebbero sorgere 257.000 mq. di residenza libera, 113.000 mq di residenza convenzionata, 14.000 mq. di residenza pubblica sociale, 189.000 mq. di terziario, 17.500 di ricettivo, 70.000 mq. di commerciale, 14.000 mq di esercizi di vicinato. Ci sono poi 53.000 mq. di aree per servizi pubblici e (si è detto sui giornali) 366.000 di aree a verde: in realtà il parco urbano è di 260.000 mq, un quinto di tutta l’area. Secondo voi quanto tempo ci ha messo il Consiglio Comunale ad approvare questa variante? Mezz’ora.
E in questa operazione era stato collocato il Pala Italia “Milano ospiterà il torneo maschile e tutte le finali di hockey in una nuova sede di livello mondiale, che sarà costruita da investitori privati a Santa Giulia, con una capienza di 15.000 spettatori.”
Investitori privati con un “aiutino” del Comune.
Una variante che è finita al Tar, come l’”interesse pubblico” dichiarato su un progetto di privati che espropriano le aree pubbliche a San Siro. Cose che voi umani non avevate ancora visto.
La opacità di alcuni enti o aziende pubbliche si accompagna, spesso (non sempre, per fortuna) ad un ruolo di passacarte di alcuni giornali “indipendenti d’informazione” , che passano “comunicati ufficiali” per verità assolute e incontrovertibili. Siamo passati dalla tanto vituperata “urbanistica contrattata” con i privati alla “urbanistica appaltata” ai privati. C’è ancora qualcuno che parla della “Milano da bere”, ma sono davvero rari, quelli che parlano della “Milano ubriaca” di oggi. Se poi si confrontassero i rendering, con la realtà, si vedrebbe quanta mistificazione viene propinata al cittadino. Ma anche su queste falsità, sento “un silenzio che descrivervi non saprei”, come canta Paolo Conte.
“La colpa, caro Bruto, non è nelle nostre stelle, ma in noi stessi” “Buona notte, e buona fortuna”
Luigi Corbani
(7 gennaio 2022)
1 thoughts on “La trasparenza è ad libitum ?”