Sono convinto che la disciplina degli italiani sia dovuta, più che al rispetto dei divieti, alla paura, quella che, per esempio, in Lombardia ci fa stare lontano dagli ospedali, temuti come principale fonte di contagio. Non capisco dunque come mai si continui in questa continua ossessiva denuncia degli italiani che non stanno a casa.
DAL 11 MARZO AL 14 APRILE |
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PERSONE CONTROLLATE |
7.490.702 | |
PERSONE SANZIONATE | 291.272 |
3,89% |
ESERCIZI COMMERCIALI CONTROLLATI | 2.991.539 | |
ESERCIZI COMMERCIALI SANZIONATI | 5.481 |
0,18% |
Fonte: Ministero dell’Interno |
A meno che la gran parte delle infrazioni siano tutte a Roma e quindi questo condizioni la percezione del governo, della rai, dei giornali. Non ci sarebbe da stupirsi visto che la prevalenza della informazione è romanocentrica: se la cantano e se la suonano tra di loro. Ma se si guardano i dati dei controlli, gli italiani sono molto disciplinati. Solo il 4% dei controllati è stato sanzionato. Ripeto che se gli italiani pagassero le tasse in questa percentuale, non saremmo un Paese così indebitato.
Ma viene da chiedersi se tra i dati delle statistiche e i dati reali ci siano delle differenze sostanziali. Sarebbe buona cosa se i dati fossero regionali (provinciali sarebbe troppo !).
Ma l’ossessiva denuncia degli indisciplinati porta a ben strane conseguenze. Vi pare normale che un elicottero della Guardia di Finanza ospiti la telecamera del programma della D’Urso a caccia di uno che passeggiava solitario sulla spiaggia ? “Ecco Barbara, Barbara! L’uomo ha aumentato il passo e sta scappando, lo stiamo inseguendo! Si sta allontanando tra le case e lo stiamo inseguendo! Andrea, inquadra!”.
Testuale: “lo stiamo (stiamo !) inseguendo”, neanche fosse John Dillinger. Che la Guardia di Finanza si presti a questa sceneggiata la dice lunga sulle direttive del Governo. Perché se ci si presta alla conduttrice della spazzatura televisiva (che, senza vergogna, senza rispetto, solo per fare audience, e far parlare di sé, recita anche in diretta l’”Eterno riposo” con Matteo Salvini), significa che si sta perseguendo una linea comunicativa precisa.
È da tempo evidente che uno dei grandi problemi del Paese è l’informazione e il livello delle televisioni, compresi i talk show. Per fortuna, che gli italiani stanno comprendendo che il livello è talmente basso, per cui leggono sempre meno giornali e guardano un po’ meno (ancora troppo, purtroppo) le televisioni. Pensate che una rivista come “Il Mulino” sta facendo un meritorio racconto collettivo su come si vive la pandemia in giro per il mondo: diciassette racconti da Toronto, a Lisbona, da Zagabria, a Essen, da Istanbul, a Mosca, da Tirana, ad Amsterdam. Cose che dovresti vedere sui giornaloni o sul servizio pubblico, magari anche raccontando come si combatte in quei Paesi il Coronavirus. No, la Rai ogni giorno ci deve dare con i “reggi microfono” (non sono giornalisti, i giornalisti fanno domande ed esigono risposte) le inutili dichiarazioni di tutti i rappresentanti delle forze politiche.
Il governo sta facendo una campagna sulla indisciplina perché non è in grado di dire nulla di più di “stare a casa”. E allora ecco la multa al pescatore solitario, su uno scoglio lontano da un paese di 500 abitanti (e per questo si mobilita la Guardia Costiera) o la multa alla signora, sola, in una via deserta, che con il cane si è allontanata di quattrocento metri dalla sua abitazione (e per questo ci sono i Carabinieri).
“State a casa”, ma in compenso abbiamo commissari, comitati, consulenti, commissioni in un numero da far paura, in una totale confusione di ruoli e di direttive. Perché il commissario agli acquisti deve dirci, lui, che dobbiamo stare in casa, e lui parla della fase 2. Lui dovrebbe invece dirci quante mascherine ha comprato e a che prezzo e perché noi dobbiamo comprarle a borsa nera, non a prezzo calmierato o gratis. E secondo voi, c’è qualche giornalista che glielo chiede ? E perché gli acquisti non poteva farli la protezione civile?
Alle burocratiche, surreali conferenze della Protezione civile (non hanno neanche un proiettore per le slides con i dati !) non ci spiegano come mai in Italia abbiamo un quinto dei decessi del mondo e come mai diminuiscono i ricoverati in terapia intensiva e aumentano i decessi. È colpa del destino cinico e baro? degli italiani che non stanno in casa? Suvvia.
E perché non ci dicono come intendono procedere con i tamponi, con i test, con gli asintomatici, con i guariti dimessi? Ma adesso tutta la grande idea è aprire le attività con gli orari sfalsati. Bene, ma non ci voleva una super commissione: una idea che il Comune di Milano perseguiva negli anni Ottanta per combattere l’inquinamento dopo avere chiuso al traffico privato il centro storico.
È anche vero che “se Atene piange, Sparta non ride”: se a Roma la situazione è drammatica, la vicenda della Lombardia è tragicamente luttuosa e in un paese serio il duo Fontana Gallera sarebbe già stato allontanato per manifesta incapacità (per non dire altro).
Queste vicende mettono in rilievo che in questi anni ci siamo abituati a far a meno della competenza, della capacità, del senso della misura e del senso di responsabilità.
“La colpa, caro Bruto, non è nelle nostre stelle, ma in noi stessi” “Buona notte, e buona fortuna”
Luigi Corbani
(mercoledì 15 aprile 2020)
Concordo con l’analisi. La situazione del contagio è molto differenziata per aree geografiche e per questo ci si aspetterebbero dal Governo misure differenziate. Il regionalismo in essere mette invece in risalto per lo più solo il protagonismo dei “governatori”. Mentre molte aziende stanno di fatto riaprendo urge un articolato progetto-ripresa. I cittadini e i lavoratori andrebbero garantiti e rassicurati, non minacciati e traumatizzati come è stato fatto sinora.
Tiziano Butturini . .