Da venticinque anni a questa parte, siamo abituati alle bombe ad orologeria giudiziario-mediatiche. Numerosi giornalisti si sono chiesti come mai ieri dal giro dei 5S giungevano alle redazioni, avvisi su “una bomba in arrivo per Matteo Renzi” Così su “Openonline, di Mentana vengono pubblicati gli atti giudiziari con gli indirizzi degli imputati (viva la professionalità !).
Viene spontaneo pensare che gli inquirenti di Firenze sapessero bene che la richiesta di arresti domiciliari per i genitori di Renzi andasse a sovrapporsi, anche per l’orario della notifica, ai risultati del voto sulla piattaforma Rousseau.
Non potevano aspettare due o tre giorni, visto che le motivazioni per l’arresto sono state scritte il 26 ottobre 2018 ? È così essenziale per le indagini su fatti lontani, di aziende chiuse o in stato di fallimento, emettere degli avvisi di custodia cautelare domiciliare nei confronti di due persone di settant’anni incensurate? C’è il pericolo di fuga? C’è il pericolo di reiterazione del reato? C’è il pericolo di inquinamento delle prove?
Gli inquirenti non potevano non sapere che la loro decisione sarebbe andata a mettere sullo stesso piano fatti privati (i Renzi) e fatti pubblici (il caso della Diciotti).
Esprimo tutta la mia solidarietà nei confronti di Renzi, che non è mai stato il mio eroe preferito. Ma qui siamo in presenza di una cosa grave che dovrebbe far riflettere tutti, spero una buona volta, sulla giustizia.
Un fatto privato diventa un fatto politico poiché gli indagati sono i genitori dell’ex premier e senatore della Repubblica, e viene enfatizzato a danno degli indagati.
Non si può mettere sullo stesso piano la vicenda familiare di Renzi con quella dei moralisti, dei “manettari”: le società con dipendenti in nero, abusi edilizi ed evasioni fiscali e contributive erano intestate o cointestate agli “onesti” giustizialisti.
Del resto, con la vicenda Diciotti, le 5S hanno perduto la presunta verginità giustizialista, con buona pace dei loro mentori, giornalisti e magistrati. Hanno deciso che la “Giunta delle immunità” diventasse la giunta dell’impunità, solo per ragioni di poltrone e di potere.
Non c’è alcun dubbio che le posizioni politiche si combattono con gli strumenti della politica e non con quelli della magistratura: certo, è ovvio. Ma se nell’esercizio del proprio mandato, l’esecutivo va contro legge, è giusto che il potere giudiziario indaghi sul potere esecutivo.
E mi pare ridicola l’affermazione per cui non bisogna farlo perché si portano voti all’inquisito. È come dire che non bisogna combattere l’abusivismo, perché perdi il voto dei tanti abusivi.
Ma anche con il caso del referendum Rousseau, a parte il ridicolo di 50.000 persone (con infiltrazioni russe, kazake, ecc) che decidono cosa devono fare i senatori eletti da quasi 10 milioni di persone, si è in presenza di una palese violazione della Costituzione. Un struttura privata detta il mandato perché il potere legislativo neghi al potere giudiziario di indagare sul potere esecutivo.
Attenti che siamo su una china pericolosa, dove ormai è possibile tutto o quasi. Non credo che il Consiglio superiore della magistratura abbia aperto una inchiesta su un sostituto procuratore della Repubblica, che ha scritto che “dire a un politico che ruba, non è reato anche se non è vero: ormai è un luogo comune, Si tratta di una tipica locuzione, ormai talmente diffusa e abusata, utilizzata per designare qualunque rappresentante delle istituzioni sgradito, da apparire addirittura inoffensiva”. Ma siamo matti !?
Ho sempre difeso il primato della politica e ho combattuto contro il giustizialismo fin dagli anni 92-93: ho sempre preso la parola nelle assemblee elettive – quando altri stavano zitti, impauriti – per difendere lo stato di diritto contro la campagna mediatica ispirata da forze della magistratura e da forze politiche di destra. Ma credo che per il Pd, come per qualsiasi altra forza progressista, sia venuto il momento, sempre rimandato, di fare i conti “politici” con le teorie della casta, dei politici ladri per assioma, della magistratura che ha il primato sulla politica, del potere giudiziario che prevale su quello legislativo, del grumo mediatico- giudiziario che ha inquinato l’aria da trent’anni a questa parte, oltretutto senza risolvere il problema della corruzione.
Dai cappi ostentati in Parlamento alle monetine contro Craxi, ai gesti delle manette, alle vicende delle dimissioni di Annamaria Cancellieri, di Federica Guidi, ecc. è un fiorire di manifestazioni insensate di un giustizialismo becero, quanto inconcludente. Oggi per il potere i grillini hanno svenduto la loro anima, dimostrando che le loro sguaiate affermazioni per cui tutti gli altri sono corrotti e venduti sono pura propaganda demagogica. E di fronte alle migliaia di errori giudiziari, è bene riaffermare che un avviso di garanzia non è una condanna definitiva e che sarebbe bene distinguere nettamente tra magistratura inquirente e magistratura giudicante, perché – come dice un proverbio arabo – anche il Diavolo può dire delle verità.
Luigi Corbani
Finalmente un Luogo che parla chiaro!!!! E non in Giggino qualsiasi!!!
Leggere i tuoi articoli è ossigenante. Dovremmo anche trovare il modo di parlarci guardandoci in faccia. Grazie Luigi. Speriamo fi vederci presto. Un abbraccio Lucia
Caro Luigi…siamo sempre Lì! Da quando la politica ( 92/94) si è resa subalterna alla magistratura…non potrà mai essere un paese “normale “