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Il referendum sulla TAV dei furbetti, i partiti e le Regioni del Nord

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Stiamo per assistere all’ennesima presa in giro degli italiani. La Lega per andare al governo ha accettato il cosiddetto “contratto di governo”, che nella prima versione recitava “Con riguardo alla Linea ad Alta Velocità Torino-Lione, nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia, ci impegniamo a sospendere i lavori esecutivi e ridiscuterne integralmente il progetto“. Nella versione definitiva hanno tolto “sospendere i lavori esecutivi” ed è diventato: “Con riguardo alla Linea ad Alta Velocità Torino-Lione, ci impegniamo a ridiscuterne integralmente il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia”

Era un Ni, lasciando una finestra aperta a diverse interpretazioni. Primo cedimento della Lega.

Il secondo cedimento della Lega è quando il Ministro dei Trasporti inventa di fare (per la nona volta) un’analisi costi-benefici, che affida di fatto alla società TRT (Trasporti e territorio srl) del prof. ing. Marco Ponti: quindi, in partenza, si sa che cinque su sei della commissione sono contro la TAV. Ora la Lega sapeva benissimo che quella Commissione era taroccata, con le conclusioni già scontate: ma silenzio, le poltrone prima di tutto.

Lo sapevano tutti che la Commissione utilizzava dei criteri di valutazione a dir poco inusuali: il calcolo dei mancati incassi delle accise sui carburanti e dei pedaggi per l’autostrada appartengono a un metodo stravagante, inedito, il “metodo Ponti”.  Imbarazzante!

Questo metodo  “si discosta molto dalle linee guida adottate da tutti i Paesi dell’Unione europea sulla analisi costi/benefici e da quelle italiane che riguardano la valutazione degli investimenti pubblici  Si tratta di linee guida che il Ministero delle Infrastrutture ha adottato in via ufficiale con un decreto approvato lo scorso 16 giugno 2017” (e che non sono state abrogate)  dichiara il commissario prof. Pierluigi Coppola che non ha firmato la relazione finale.

Ovviamente quale giornale pubblica in anteprima la relazione Ponti? Titolo di oggi:  “Il Partito degli affari contesta i dati”. Cosa diceva il loro guru nei V-Day?

Con le valutazioni della commissione Ponti non ci sarebbe neanche una linea ferroviaria in Italia: solo autostrade. Non solo, non si pedonalizza  né si fa il blocco delle auto nel centro storico: perdio, c’è il mancato incasso delle accise, si vende meno benzina e gasolio !  Bel colpo l’ecologismo e l’ambientalismo delle 5S !

Ma pur di stare al governo, la Lega fa qualche dichiarazione “fermissima” per non perdere i contatti con il Nord produttivo. Fa la voce grossa solo sulla chiusura dei porti (per prendere i voti di quelli che pensano ci sia una “invasione di africani” e che gli immigrati siano il 25% della popolazione residente in Italia, e del resto il Capitano ha alimentato tali convinzioni), ma non su una opera fondamentale per l’Italia, per il Nord e per il porto di Trieste.

Adesso si cerca di fare la sceneggiata prima delle elezioni europee: un finto braccio di ferro per avere i voti dei due schieramenti. Ma ecco la genialata per non andare a una decisione di governo, per non assumersi le responsabilità di governo:  “Facciamo il referendum !”

Solo il 5 dicembre 2018 lo stesso capogruppo della Lega alla Camera aveva detto che era superfluo. Ma, come è noto,  solo i sassi non cambiano idea e qui siamo in presenza di politici che guardano fino alle prossime elezioni, perché pensare alle prossime generazioni è faticoso e impegnativo.

Ovviamente il referendum dopo le elezioni europee, fra qualche mese. Eh no, cari signori, dovete assumervi le vostre responsabilità.

Se non volete fare il governo che decide su una opera così importante, fate pronunciare i Consigli regionali del Friuli Venezia Giulia, del Veneto, del Trentino Alto Adige, della Lombardia, del Piemonte, della Valle d’Aosta della Liguria: ecco una buona occasione per far valere le ragioni della autonomia differenziata. La Lega amministra tutte le regioni, tranne il Piemonte, quindi faccia valere le ragioni del Nord senza far spendere soldi con il referendum.

Per soprammercato potete anche fare votare i Consigli comunali dei capoluoghi di provincia o delle aree metropolitane delle stesse Regioni: fate la somma degli abitanti che rappresentano e avrete il risultato. Una operazione semplice, che si può fare in meno di un mese con un semplice quesito:  “Volete realizzare la tratta Torino Lione del “corridoio mediterraneo” del programma di reti trans europee TEN-T?”.

Facile, facile, basta avere la volontà e qualcuno che si muova nei consigli regionali e comunali: se non lo fa la Lega, possono farlo Forza Italia e il Partito democratico.

Paolino Casamari

 

 

2 thoughts on “Il referendum sulla TAV dei furbetti, i partiti e le Regioni del Nord”

  1. Mina ha detto:
    Febbraio 13, 2019 alle 4:56 pm

    Il giudizio sulla Cba sulla Tav mi trova assolutamente d’accordo

    Rispondi
  2. Giorgio ha detto:
    Febbraio 15, 2019 alle 10:30 am

    Quando è che il Parlamento ha delegato al governo la decisione sul fare o no la TAV?
    Un referendum? Ovviamente del tipo consultivo, ma la decisione, poi, la deve prendere il Parlamento.

    Rispondi

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