Il facente funzione premier li aveva giustamente definiti come gli “azionisti” del Governo s.r.l.: essi avevano a suo tempo sottoscritto un patto di sindacato per definire che ciascuno potesse fare quello che conveniva al proprio elettorato. Nessuna strategia comune, nessun fine, se non la divisione delle poltrone, e il “cambiamento”: termine del tutto generico che vuol dire tutto e il contrario di tutto. Oddio, c’è sempre qualche anima candida della sinistra che al sentire la parola “cambiamento” freme e pensa al sol dell’avvenire. Ma in questo caso, il giallo del sole sfuma nel nero della notte.
Ma, la cosa più emblematica della impudenza dei due azionisti, è che entrambi dicono che loro sono stati eletti dal popolo. Niente di più falso. Bisogna ricordare che il geniale “Rosatellum”, di cui adesso nessuno parla, era basato sul voto di coalizione; nelle elezioni del marzo 2018, hanno partecipato 34 milioni di italiani su 46 milioni e mezzo di elettori. Ebbene, le 5S si sono presentate da sole e hanno preso il 33 % (10,7 milioni di voti) e la Lega ha avuto il 17% ( 5,7 milioni di voti) all’interno della coalizione di centrodestra, che è risultata la prima con il 37% e 12 milioni di voti. Il centrosinistra ha raccolto il 23 % con 7,5 milioni di voti.
Lega e 5S non solo non si sono presentati assieme, ma il loro rispettivo elettorato era stato sobillato, a suon di insulti, contro l’altro azionista.: “culturalmente, geneticamente diversi”, “cazzoni di partito”, “chiacchieroni incapaci”, “governo dello spelacchio” e via di questo passo, “mai e poi mai insieme” fino alla dichiarazione che ha sconvolto il popolo italiano tutto: “Se il M5S fa l’alleanza con la Lega, lascio il Movimento”. E il nullafacente non se n’è andato dalle 5S, ma è andato a spasso per il Centro-America per 6 mesi. E come dare torto al Bauscia? “Quando passano dalle parole ai fatti, la 5 S sono un disastro” cosa che ha consentito alla Lega di egemonizzare il governo e di mettere in un angolo le 5S.
Neanche per sbaglio, la coalizione è stata votata dal popolo italiano: non solo il 50 % non ha votato per i due azionisti, ma anche gli elettori dei due emuli del Barone di Münchausen non vedono di buon occhio questo “patto di sindacato azionario”.
Vi è una cosa sola che accomuna i due azionisti: le fanfaronate fantasmagoriche, inverosimili, esagerate e mirabolanti che hanno fatto agli elettori. Una riflessione a parte merita la domanda sul perché gli elettori se le sono bevute.
Adesso dicono che la manovra è fatta per mantenere le promesse, “mari e monti”, ai due, disgiunti e in contrasto, elettorati: solo cha a sei mesi dalla costituzione del governo non hanno ancora messo nero su bianco i due provvedimenti cardine della manovra. È uno scandalo che sui giornali e in tv, alla radio si parli da mesi di provvedimenti inesistenti, con smargiassate parolaie continue: i tutor, i navigator, le tessere stampate, 3 occupati per ognuno che va in pensione (ma adesso il Ministro della funziona pubblica parte della sostituzione al 100%, non al 300%, dei 180.000 aventi diritto della quota 100 nella pubblica amministrazione), ecc.
È il momento che la opposizione dovrebbe intervenire perché venga rispettato un iter parlamentare corretto (commissioni, possibili emendamenti, voto d’aula), a cominciare dai Presidenti di Camera e Senato. Al Pd, al di là della propaganda e delle primarie – tre mesi senza un segretario ! – oggi si chiedono proposte convincenti e chiare sul contenuto di due capitoli in bianco della manovra di bilancio (reddito di cittadinanza e quota 100) su cui la maggioranza avrà problemi di credibilità dopo tutte le fanfaronate sparate ai quattro venti.
Luigi Corbani