In molti dicono che il Ministro del Mezzogiorno Giuseppe Provenzano (quello che se ne è uscito con la frase “Milano prende e non restituisce” ) è una persona di notevole livello culturale, e non faccio fatica ad accettare tale opinione.
Ma quello che mi pare certo è che il Ministro ha qualche problema serio con la politica. Può essere un bravo ricercatore, e magari (dico, magari) un bravo Ministro. Ma deve ancora dimostrarlo di saper fare bene il Ministro: certo, visto la precedente Ministra, Barbara Lezzi, non è difficile apparire meglio, è come dire che gli piace vincere facile.
Tutto il Nord, da Ventimiglia a Gorizia, (riassumo: Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia) sono amministrati dal centrodestra, e lui viene a fare polemica contro Milano, l’unica grande città amministrata dalla sinistra? In una regione che rivendica l’autonomia e dove è stato fatto un referendum (con l’appoggio dei sindaci del PD), invece di dire che la Lega al governo ha imbrogliato perché non ha fatto nulla, il Ministro del Mezzogiorno se la prende in modo sbagliato con Milano ?
“Solo attraverso l’attivazione di una politica in grado di essere attrattiva per le giovani generazioni di laureati sarà possibile invertire la rotta e tracciare un futuro di sviluppo per il Mezzogiorno” scrive il rapporto “Italiani nel mondo 2019” della Fondazione Migrantes (organismo pastorale della CEI), e aggiunge che i giovani del Mezzogiorno, laureati, vengono al centro nord, da dove invece i giovani emigrano verso l’estero: “Continua, quindi, la dispersione del grande patrimonio umano giovanile italiano. Capacità e competenze che, invece di essere impegnate al progresso e all’innovazione dell’Italia, vengono disperse a favore di altre realtà nazionali che, più lungimiranti del nostro Paese, le attirano a sé, investono su di esse e le rendono fruttuose al meglio, trasformandole in protagoniste dei processi di crescita e di miglioramento”.
La cosa che mi stupisce è che il PD regionale e provinciale sia stato zitto, e le reazioni milanesi siano state flebili, sotto voce. Fra l’altro, il Ministro non sa o forse non gli interessa sapere che, alle europee, la Lega in Lombardia ha preso il doppio dei voti del PD, che in provincia di Milano il centrodestra ha preso il 49% dei voti e che a Milano città il centrodestra è arrivato al 43% dei voti. A una persona attenta, politicamente accorta, questi dati dovrebbero far riflettere e suggerire molta attenzione, poiché la partita futura sarà dura: quanto succede nel Meridione e queste polemiche assurde e inconsistenti non giovano al PD e alla sinistra e portano acqua al mulino della Lega e della destra.
Meglio che affronti i problemi del Mezzogiorno, che stanno alimentando una spinta non più solo autonomista, in Lombardia e nel Nord.
La vicenda della Ilva rivela una scarsa cultura del lavoro e della produzione manifatturiera. Mi chiedo: ma perché il Ministro non è andato con Conte all’Ilva a parlare coi lavoratori? Perché non ci è andato nessun ministro o dirigente del PD?
Alcuni lavoratori dell’Ilva, a “Propaganda live”, su “la7”, affermavano che la fabbrica è da sessant’anni che produce morti, che bisogna chiuderla, che tanto ci sarà occupazione per tutti gli attuali dipendenti per vent’anni di lavori di bonifica. Nessuno gli ha chiesto: con quali soldi ? Credo che tutti dessero per scontato che i soldi debbano essere pubblici, ovvero dello Stato ovvero dei contribuenti.
Nello stesso giorno, sul “Corriere TV” c’era un servizio sulle costruzioni abusive sul Vesuvio: 15.000 (quindici mila)! E poi si parla di dissesto idrogeologico ! Non è un mistero che una casa su due nel Mezzogiorno è abusiva: si è inventato anche il termine “abusivismo di necessità”, sic!
Nella stessa sera, “Tv7” su “RaiUno”, trasmetteva tre servizi.
Un servizio sull’uso di reti per la pesca, non consentite dall’Unione Europea, sul fatto che in un porto importante non c’è il mercato ittico, e che il Comune di questo porto, Manfredonia, è chiuso per mafia. Manfredonia è una città di 57.000 abitanti e nel suo territorio a 45 chilometri sorge anche Borgo Mezzanone, ghetto e baraccopoli, indegna di un paese civile, dove vivono migliaia di emigranti sfruttati.
Un servizio sugli immigrati “schiavizzati” ( per lo più, indiani sikh: dieci giorni fa a Terracina era stato arrestato un imprenditore agricolo, italiano, che sparava per intimidire i lavoratori indiani) nell’agro pontino, costretti ad usare anche prodotti fortemente nocivi (che bucano persino i guanti), pesticidi e fertilizzanti fuori norma, comprati al mercato nero, importati illegalmente dalla Cina e vietati dall’Unione europea.
Un altro servizio era sulle scuole in Calabria: una a Gioia Tauro, una a Lamezia Terme, una a Palmi, una a Cosenza, una a Crotone, abbandonate da anni e quindi saccheggiate, vandalizzate e a questo punto in attesa di demolizione. Addirittura una costruita in zona alluvionale. E un intervistato diceva che in Calabria solo il 2% delle scuole ha il certificato di sicurezza, antisismica e di staticità.
È di oggi un servizio su “Euronews” che, dopo il terremoto del 2017, e pur sorgendo su un vulcano, ad Ischia (70.000 abitanti più i turisti) non esiste un piano di evacuazione: in cinquant’anni la popolazione è raddoppiata e la superficie urbanizzata è passata dal 9% del territorio al 30%. Forse qualcuno si ricorda del condono edilizio portato avanti da Gigino di Pomigliano d’Arco?
E il Ministro viene a parlare di Milano ? Ma mi faccia il piacere !
Debbo però dire che è in buona compagnia, con un altro Ministro, che invece di chiudere la strada a Salvini, gli spalanca un’autostrada: il Ministro Boccia che non ha capito nulla dell’autonomia, altrimenti l’avrebbe già fatta per l’Emilia Romagna, e che in compenso dice che “Arcelor Mittal può tornare da dove è venuta”, che mi sembra una bella mossa per attrarre gli investimenti esteri.
“La colpa, caro Bruto, non è nelle nostre stelle, ma in noi stessi” “Buona notte, e buona fortuna”
Luigi Corbani
(lunedì18 novembre 2019)
Conciso preciso argomentato
Da quanto tempo Provenzano e’ Ministro?
E poi cosa la ex Ministra Lezzi avrebbe sbagliato nel suo anno e mezzo di lavoro?