Silvio Berlusconi è stato il Wojciek Jaruzelski italiano?
Nel 1981 il generale Jaruzelski con un colpo di Stato proclamò l’instaurazione dello stato di guerra e si proclamò capo del Consiglio Militare di Salvezza Nazionale.
Nel 1989 promosse un percorso di graduale passaggio di poteri a Solidarnosc. Venne eletto Presidente della Repubblica e formò un Governo di coalizione guidato proprio da Solidarnosc. Nel 1990 gli succedette Lech Walesa e il generale si ritirò a vita privata. Subì diversi processi per motivazioni politiche dai quali uscì sempre indenne.
In uno di questi, si venne a sapere con testimonianze ed evidenze che il colpo di Stato da lui realizzato nel 1981 evitò un’invasione da parte delle truppe del Patto di Varsavia. Ai confini della Polonia erano già schierati reggimenti corazzati sovietici e tedesco-orientali pronti a entrare nel Paese e ristabilire “l’ordine” turbato dagli scioperi di Danzica e di altre città polacche e dalla crescita del movimento di Solidarnosc. Jaruzelski, pertanto, salvò il suo Paese da una tragica minaccia e garantì una transizione democratica in anni e in un contesto geopolitico certamente non favorevole. Nel 2007 (altro contesto politico interno e internazionale) fu poi accusato di “crimini comunisti” dall’Istituto della Memoria Nazionale i cui vertici hanno però costantemente manifestato orientamenti politici e culturali di estrema destra.
Nel 1993 l’Italia politica e istituzionale era sconquassata dalla tempesta di Mani Pulite che aveva investito in modo violento e totale tutti i partiti e le istituzioni da essi governati.
Nel 1993 nacque l’Associazione del Buon Governo guidato da Giuliano Urbani, professore di orientamento liberale, che in moltissime città italiane, specialmente al Nord, raccoglieva migliaia di cittadini in assemblee dedicate al rinnovamento della politica, della società e degli assetti istituzionali del Paese. Presso le sedi delle Associazioni Industriali, della ConfCommercio e di altre associazioni imprenditoriali e professionali, Urbani prospettava la necessità e la possibilità di un cambiamento che ponesse fine alla confusione generata dalla crisi della politica generata da Mani Pulite e promuovesse una rinascita del Paese.
Un anno dopo nacque Forza Italia promossa e guidata da Silvio Berlusconi che partecipò alle elezioni politiche, sconfisse la “gioiosa macchina da guerra” di Achille Occhetto e conquistò Parlamento e Governo.
Forza Italia è l’erede dell’Associazione del Buon Governo non solo per i tempi e i soggetti protagonisti, ma anche per le idee programmatiche.
La storia poi è andata diversamente per tante ragioni, ma non è questo che qui ci interessa.
Qual era l’offerta politica nel 1993/94?
I partiti storici della storia politica italiana erano stati vilipesi, aggrediti e dissolti dalla Magistratura inquirente, ovunque in Italia.
A sinistra si agitava scomposto ma con un formidabile seguito d’opinione Mariotto Segni, di cui s’è persa memoria. Ma che, a parte i girotondi intorno ai Palazzi di Giustizia a sostegno dei pm, non esprimeva alcuna proposta politica e di Governo.
Sempre a sinistra, Achille Occhetto, da solo un anno segretario del Partito Comunista Italiano, e a soli tre giorni dalla caduta del muro di Berlino, nel 1989 cancellò il PCI con la cosiddetta “svolta della Bolognina” e ne cambiò il nome In Partito Democratico della Sinistra. Ma senza esprimere un chiaro e deciso programma riformista. Vivacchiò per un po’ e poi andò a schiantarsi con le elezioni del 1994.
A destra nel 1994 nacque Alleanza Nazionale come formazione elettorale, prima, composta da Movimento Sociale Italiano e Destra Nazionale e varie figure della destra (ex democristiani, vari transfughi), e come partito dall’anno successivo. Una formazione i cui leader, dirigenti e militanti non avevano ancora “scoperto” le virtù della democrazia e del ravvedimento storico (di pentimento ancora oggi non si parla). Una destra comunque ben diversa da quella che conosciamo oggi.
Uno scenario di offerta politica molto preoccupante: confusa, debole, estrema in parte (almeno a destra) e sotto scacco giudiziario.
L’unica forza in quel momento egemone era il partito del pm che governava sostanzialmente tramite le inchieste e i media.
In quello scenario la nascita di Forza Italia ha forse salvato il Paese da una deriva potenzialmente letale?
Fu un colpo di Stato “controllato”?
Certo, Berlusconi non indossava una divisa militare (ma solo un perenne doppiopetto blu) e non traeva la sua potenza dalle forze armate. Certo, Berlusconi aveva la disponibilità di un sistema mediatico formidabile e di una macchina organizzativa (Publitalia in particolare) di straordinaria efficienza ed efficacia.
Certo, Berlusconi era un innovatore sperimentato in campo imprenditoriale e tale si dimostrò anche in quello politico.
Ai posteri, liberati da giudizi e pregiudizi su Silvio Berlusconi, la libertà di analisi storica e politologica.
Pepito Sbazzeguti
(lunedì 12 giugno 2023)
o Gesù bambino!!!
Sarebbe stato molto meglio il nostro MUR, ma ci manca la controprova dei fatti…