Finalmente l’economia italiana avrà una vera scossa, aumenterà la competitività con la Germania e l’Austria, e riprenderemo ad aumentare il reddito reale pro-capite che da più di vent’anni non cresce.
E poi è una misura che va incontro ai poveri, ha detto Meloni nella sua replica al Senato. Infatti, ho visto milioni di poveri disperarsi perché sapevano che dal 1 gennaio 2023 potevano andare in giro solo con mille euro in contanti. E poi come fanno i poveri a pagare le bollette della luce e del gas, senza almeno cinquemila euro di contanti?
È per questa misura dei primi cento giorni di governo che Fratelli d’Italia ha vinto le elezioni e la Lega ha avuto successo.
Io stesso non vedevo l’ora di andare in giro con almeno cinquemila euro di contanti. Finalmente! Sai che fastidio imparare ad usare la moneta digitale, carta di credito o di debito, milioni di persone non hanno ancora capito, me compreso, la differenza. E poi almeno non senti più che il Pos è fuori uso o che si sta ricaricando, o che non c’è la linea.
Da oggi finalmente è una nuova vita. E poi così non ti senti più in difficoltà se uno ti pone la domanda fatidica “con fattura o senza fattura?” E non devi più correre a fare il bancomat per pagare il “senza fattura”. E tu, che con la fattura pagheresti di più, sei felice di risparmiare poiché non scarichi nulla dell’Iva, e non ti poni neanche il problema che quello che ti ha fatto la domanda, paga meno tasse di te: con questo andazzo del “senza fattura” sei costretto a pagare le tasse anche per lui, per i servizi pubblici, scuole e sanità, che usa anche lui, ma senza pagarli.
Sarà che questa misura del contante non incrementa l’evasione fiscale – così dicono i fautori – ma certo non la combatte. E forse anche l’agevola un po’, diciamo così. E forse sarà per questo che destra e sinistra si rincorrono, in questi anni almeno una decina di volte, facendo impazzire gli italiani, che non sanno mai qual è il limite del contante. Attualmente è due mila euro, dal prossimo gennaio doveva essere mille euro, ma adesso sarà (forse, non si sa mai) di cinquemila euro.
“Stare dietro alle variazioni della soglia del contante non appare operazione facile. – ha scritto Andrea Carli sul “Sole.24 Ore” del 27 ottobre 2022 – Ecco qualche passaggio: il 9 maggio 1991 il tetto è venti milioni di lire, il 26 dicembre 2002 la soglia diventa dodicimilacinquecento euro, il 30 aprile 2008 scende a cinquemila, per poi tornare il 25 giugno dello stesso anno a dodicimilacinquecento euro, quindi ancora cinquemila euro dal 31 maggio 2010, il 13 agosto 2011 cala a duemilacinquecento euro, il 6 dicembre dello stesso anno scende ancora a mille euro, risale a tremila nel gennaio 2016, quindi duemila nel luglio 2020, mille da gennaio 2022, duemila per tutto quest’anno. Nella manovra si giocherà la partita sul 2023. L’altalena continua. E non è una novità.”
E in Europa com’è?
In Grecia è cinquecento euro. In Spagna, Francia, e Svezia la soglia è di mille euro. In Romania è due mila euro; in Danimarca duemila settecento euro: in Polonia tremilatrecento euro. In Belgio e Portogallo e Lituania il limite è di tremila euro. In Bulgaria, Slovacchia e Slovenia è cinquemila; in Lettonia è di settemila duecento euro.La soglia è di diecimila euro in Repubblica Ceca e a Malta.La Croazia è prima in classifica con quindicimila euro.In Austria, Germania, Lussemburgo, Olanda, Ungheria, Irlanda, Estonia, Finlandia e a Cipro non ci sono limiti.
Ora, dico io, almeno nella zona euro, non è possibile mettersi d’accordo su un limite comune?
E in Italia è così devastante dopo tutti i bonus, i superbonus, e altri sostegni al reddito, mettere mano a una serie di deduzioni/detrazioni per il consumatore sulla base di un contrasto di interessi tra venditore e compratore?
In Svezia, mi pare, sono state introdotte due forti detrazioni fiscali, una per il settore delle costruzioni, delle ristrutturazioni, delle riparazioni e manutenzioni domestiche, e una per le pulizie domestiche, per il baby-sitting, per l’assistenza di anziani e disabili, e per attività simili.
Gli obiettori dicono che così lo Stato ci perde. Forse, studiamo bene l’esperienza svedese, ma meglio un po’ di giustizia, che uno Stato che tollera e coltiva l’ingiustizia a danno dei cittadini onesti.
E poi non prendiamoci in giro: oggi comunque, senza il contrasto di interessi, lo Stato perde oltre 100 miliardi l’anno.
Scrive il Ministero dell’Economia e delle Finanze1 che “in media, per il triennio 2015-2017, per il quale si dispone di un quadro completo delle valutazioni, si osserva un gap complessivo pari a circa 107,2 miliardi di euro, di cui 95,9 miliardi di mancate entrate tributarie e 11,3 miliardi di mancate entrate contributive.” E altrove si scrive che nel 2018 “il valore aggiunto generato dal sommerso economico, si è attestato a 189 miliardi di euro; di cui 94 per sotto–dichiarazione e 78 miliardi per lavoro irregolare e 17 miliardi per altro; il che equivale al 12% del valore aggiunto dichiarato e al 10% del prodotto interno lordo”.
E quanto vale, in Italia, il valore delle attività criminose? Altro che contante!
“La colpa, caro Bruto, non è nelle nostre stelle, ma in noi stessi” “Buona notte, e buona fortuna”
Luigi Corbani
(venerdì 28 ottobre 2022)
1 Rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto alla evasione fiscale e contributiva, anno 2020