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Uno strano interesse pubblico: chi e perché prende tempo?

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10 luglio 2019 (inizio della vicenda)

proposta di Milan spa e Inter spa per lo “Stadio di Milano”

 

8 novembre 2019

(121 giorni dopo, o meglio a 4 mesi dall’inizio della vicenda)

delibera della Giunta che dichiara la proposta delle due società, di pubblico interesse “con condizioni e prescrizioni”

 

6 novembre 2020

(485 giorni dopo, o meglio a 16 mesi dall’inizio della vicenda)

Milan spa e Inter spa presentano una serie di elaborati progettuali finalizzati all’aggiornamento (?) della proposta del 10 luglio 2019

 

5 novembre 2021

(849 giorni dopo, o meglio 28 mesi dall’inizio della vicenda)

Delibera della Giunta comunale di conferma della dichiarazione di pubblico interesse – con condizioni – in relazione al contenuto degli elaborati progettuali inoltrati in data 6 novembre 2020.

 

Oggi, 15 gennaio 2022, siamo a 920 giorni dall’inizio della vicenda, ovvero a 30 mesi.

A 2 anni e mezzo dall’inizio della vicenda,  il Comune non ha ancora il progetto dello Stadio che dovrebbe essere il perno attorno a cui ruota tutto.

Perché non viene presentato un progetto definitivo dopo la prima delibera ?

E perché  la seconda delibera di Giunta, nonostante che le due società non abbiano risposto alle “condizioni” e alle “prescrizioni” poste nella prima delibera, dichiara il pubblico interesse ancora con “condizioni”  e  senza il progetto dello stadio?

Di fatto, le due società a novembre 2020 non hanno presentato un aggiornamento della proposta del 2019, ma – cito pagina 5 della relazione istruttoria, parte integrante della delibera –  “sotto il profilo urbanistico la proposta così come aggiornata comporta Variante allo strumento urbanistico generale dal momento che viene prospettata la realizzazione di una superficie lorda complessiva di 145.000 mq., equivalente ad un indice di edificabilità territoriale pari a 0.518 mq/mq.”.

E infatti gli uffici sottolineano, e la delibera deve prenderne atto, che vi è un condizione preliminare per prendere in esame il progetto  (pagina 8 della delibera 2019 e pagina 6 della delibera 2021)  “l’adeguamento dell’indice di edificabilità territoriale a quello massimo previsto dal PGT approvato con riferimento alla Grande Funzione Urbana  pari a 0,35 mq./mq , fermo restando che servizi e/o attrezzature di interesse pubblico/generale convenzionate non concorrono alla determinazione della superficie lorda”.  Naturalmente si chiede un piano economico e finanziario adeguato, e di riconfigurare l’uso del Meazza e di ampliare il verde.

Tutte cose che le due società sapevano dal novembre 2019 e di cui se ne sono impippate.  Il Sindaco e la Giunta han guardato da un’altra parte: hanno considerato normale che le società non indicassero il progetto di stadio e ignorassero le “prescrizioni” e le “condizioni” poste per la definizione di “interesse pubblico”: con ciò confermando, peraltro, il convincimento che l’oggetto del pubblico interesse non è la realizzazione di un impianto sportivo, ma esclusivamente e prioritariamente la realizzazione di un colossale intervento edilizio nella zona prescelta.

La normativa (quella che la Giunta  cita nella delibera) prevede che l’oggetto principale dell’intervento sia l’impianto sportivo e di conseguenza l’attività edilizia sia la attività accessoria e funzionale all’impianto.

Dall’andamento temporale e dai documenti presentati in questi anni, in questa vicenda, sembra proprio il contrario: prima l’attività edilizia e poi l’impianto sportivo.

E il Comune sta a guardare, assiste, convoca commissioni, pensa a dibattiti pubblici (che forse si faranno, ma forse no, più probabilmente); pensa a “inquadramenti d’area”, dopo che i buoi sono scappati (vedi trotto), non a seri strumenti urbanistici, e mentre le due società prendono in giro, Sindaco, Giunta e Consiglio Comunale. Nel “Principe” (un testo che dovrebbe essere letto obbligatoriamente da chi fa politica) Machiavelli scrive: “Son tanto semplici gli uomini e tanto obbediscono alle necessità presenti, che colui che inganna troverà sempre chi si lascerà ingannare”.

L’ultima traccia del Consiglio Comunale è un ordine del giorno del 28 ottobre 2019. Da allora il Consiglio Comunale, peraltro rinnovato nell’ottobre del 2021, non si è mai pronunciato con atti ufficiali o ordini del giorno. Una volta per sempre, fino alla fine della storia, si potrebbe dire. E c’è ancora qualche osservatore che si chiede perché solo un cittadino milanese su due  va a votare per le elezioni amministrative ed il Sindaco rappresenta un cittadino su quattro, anche se lui è convinto di avere un mandato plebiscitario, universale.

“La colpa, caro Bruto, non sta nelle nostre stelle, ma in noi stessi,” “Buona notte, e buona fortuna”

Luigi Corbani

(sabato 15  gennaio 2022)

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