“Saranno tre anni pieni di sorprese”, così Maurizio Giannattasio sul Corriere conclude l’articolo sul Sindaco che si difende dalle “troppe” critiche e fa appello all’unità della “sinistra”. Già quando si fanno questi appelli, si manifesta una impotenza politica o quantomeno si sta facendo l’esercizio (pessimo) di scaricare le colpe della divisione sugli altri. Non bastano gli appelli, occorre infatti che il responsabile massimo della situazione, ovvero lui medesimo, il sindaco, ricomponga l’unità della sua maggioranza.
Ed è indubbio che ci saranno molte sorprese, visto che Sala è la causa della divisione della “sinistra” che lo ha sostenuto. Invece di prenderne atto e muoversi di conseguenza per “ricucire”, Sala continua a compiere atti che approfondiscono le divisioni della sua maggioranza. (San Siro; ricorso al Tar; Vertiporti; area B e C; ecc.)
Sala pensa di essere stato eletto da solo, per le sue qualità di manager e di “politico”: Ma in realtà senza l’appoggio dei partiti, del PD, dei Verdi, di Azione/Italia Viva, non sarebbe mai stato eletto sindaco: ma questo non gli entra in testa e continua a pensare di essere il padrone della “melunera” e che gli altri devono fare quello che dice lui.
Per lui – con termini sprezzanti e sbrigativi – “c’è una parte della sinistra milanese che fa un po’ del brontolio e un po’ del distinguo la sua cifra. Ma finché c’è Beppe Sala che fa da parafulmine dell’universo mondo si va avanti”.
Già uno che parla di sé in terza persona, dimostra che la superbia mescolata con la stupidità è irresistibile nel generare il ridicolo, per dirla con una citazione.
E infatti ci aggiunge una fesseria: “In politica, la cosa più importante è vincere le elezioni”.
Lui non l’ha capita, ma prima c’è la politica, poi ci sono le elezioni.
Per vincere le elezioni, bisogna, prima, fare politica, conquistare il consenso su scelte amministrative valide, non fare la pratica degli annunci, o pensare che il marketing e i titoli dei giornali siano la politica. Fare politica significa scegliere, e se scegli i fondi immobiliari e gli interessi dei privati, al posto delle periferie, hai certo fatto politica, ma hai scontentato una parte dell’elettorato di “sinistra”.
Liquidare come brontolio o come esigenza di distinguo coloro che non condividono le scelte politiche di Sala, significa non accettare il dissenso come legittimo in una coalizione: la politica è dialettica, dialogo, confronto, discussione, accordo e compromesso.
La stessa affermazione dispregiativa del dissenso, ridotto a pura ricerca di visibilità, è essa stessa un atto di arroganza divisiva. Coltivare poi l’idea dell’uomo solo al comando”, il “parafulmine” è un’altra manifestazione di poca saggezza politica, e sottintende una richiesta di “non disturbare il manovratore”.
Mai avevo sentito tanto disprezzo del Consiglio Comunale e dei consiglieri comunali, come nell’intervento di Sala alle commissioni consigliari sul caso San Siro: lui “sa come va il mondo ed è una realtà che voi consiglieri comunali non arrivate a capire”. Per questo non va in Consiglio Comunale: 28 presenze su 129 sedute dal 21 ottobre 2021 al 30 ottobre 2023, e tantomeno partecipa alle votazioni, solo al 5%: 94 su 1.766.
E Sala è talmente unitario, che senza una delibera del Consiglio Comunale, ricorre al Tar contro un parere da lui stesso ( e dal suo amico Scaroni) insistentemente richiesto alla Soprintendenza, che lo ha dato per pura cortesia.
Più divisivo di così il Sindaco non potrebbe esserlo. Ed ho citato un caso, ma si potrebbe continuare in un lungo elenco di cose fatte e sbagliate e di tante cose non fatte: senza una vera strategia e senza un progetto di sviluppo della città e dell’area metropolitana.
Sala ha nominato Geronimo La Russa nel consiglio di amministrazione della MM4.
Sala non ha avuto la sensibilità di mandare almeno un messaggio scritto alla Comunità ebraica, visto che ha preferito andare alla riunione del C40 a Barcellona.
Ridurre le critiche sulle sue scelte, a un fastidioso brontolio significa non capire che la maggioranza di Palazzo Marino sta perdendo consensi. Basta andare in giro e si capisce quanta insoddisfazione ci sia nell’elettorato di “sinistra”, che pur aveva votato Sala.
Per vincere le elezioni bisogna evitare, in primo luogo, di perdere consensi, ma questo Sala non l’ha capito e forse non gli interessa neppure, tanto lui è al secondo mandato, non è più eleggibile, e le sue preoccupazioni non sono per l’incarico che ricopre adesso, ma per il suo futuro, per cosa farà dopo.
Tanti cittadini percepiscono che Sala è svogliato, insofferente alla critica, indisponibile al confronto, al contradditorio, persino al dialogo. Adesso lui non vuole rotture di scatole: “io sono il sindaco eletto dai cittadini e decido io!”
In secondo luogo, un Sindaco eletto da un cittadino milanese su quattro, dovrebbe parlare, con grande umiltà, con buon senso, a quelli che lo hanno votato, e , con una politica accorta, attenta al disagio diffuso, cercare di riconquistare il consenso dei cittadini sfiduciati e disillusi dalla gestione comunale e della politica in generale.
Una volta si sarebbe detto, occorre fare il Sindaco di tutti, dei milanesi, ma per fare questo ci vorrebbe meno presunzione, meno arroganza, e una capacità politica, che non si compra all’Expo e neanche alla Telecom, e che non si acquisisce rifiutando il confronto e circondandosi solo di yes-man o yes-woman.
Sembra evidente che la gestione Sala stia spianando la strada al centrodestra, che andando avanti così non avrà neanche bisogno di fare campagna elettorale.
Ma per un cittadino, la cosa più preoccupante non sono i possibili risultati elettorali, è il fatto che una gestione insufficiente – senza visione, episodica sotto l’influsso dei fondi immobiliari, finanziari, assicurativi e bancari privati, come quella di Sala – produce dei danni irreparabili alla città: cancellare la sua storia per assimilarla a un modernismo globalizzato, indistinto e omologato, porta a compromettere il presente e il futuro, l’anima di questa città.
Milano non può essere shopping, food & beverage, con gli anziani che muoiono nell’ incendio della casa di riposo perché non si delibera una spesa di 90.000 euro, di “somma urgenza”.
Questo è il vero pericolo per una città in mano ad un uomo solo, che non ama confrontarsi e non ha voglia di impegnarsi.
Il cesarismo è una brutta malattia, che fa montare la testa e che abbassa la qualità della democrazia e annulla la partecipazione dei cittadini.
“La colpa, caro Bruto, non sta nelle nostre stelle, ma in noi stessi” “Buona notte, e buona fortuna”
Luigi Corbani
(giovedì 10 ottobre 2023)
Un’analisi completa ed obiettiva. Sala non rappresenta da molto tempo coloro che l’hanno votato e sostenuto.Non comprendo le ragioni per le quali i le forze politiche di coloro che lo hanno espresso e sostenuto non abbiano avuto ad oggi il coraggio di dimetterlo.
Mai parole furono più sagge
Condivido tutto. Sprezzante il comportamento, cafonesco nell’ignorare scritti a lui indirizzati, periferie ignorate, incapacitá di trovare soluzioni abitative x studenti e lavoratori. Milano europea? Direi milano insicura sempre meno abitata e comunque cementata, vedesi cascina Merlata