Dicono che i partiti di governo pensano solo a far campagna elettorale, in particolare Salvini, che se ne sta in Basilicata e non va alle riunioni dei Ministri degli Interni europei per non fare brutta figura. Ed è vero.
Ma anche i giornali e le televisioni sono sulla stessa lunghezza d’onda: ci illustrano un sondaggio dietro l’altro. E poi i dibattiti sono sui sondaggi (questo cresce, quello scende, ecc) e non su cosa fa il governo per affrontare la recessione economica, per dire di una piccola questione.
La prima cosa che nei sondaggi bisognerebbe mettere in rilievo è quanti rispondono e quanti andrebbero a votare, ma sono quisquillie, pinzillacchere. Alle politiche sono andati a votare il 72% degli elettori, alle regionali dopo il 4 marzo 2018 è andato il 53% degli aventi diritto: appena il 19% in meno, Significa qualcosa ? Non ho mai sentito gli “analisti”, i “commentatori” diffondersi sulla disaffezione dal voto di più di seicentomila elettori in pochi mesi.
Tutti poi a correre dietro a chi, secondo i sondaggi, è in ascesa, sfonda: la Lega. Non è un modo di fare informazione: e poi si chiedono come mai la gente non compra giornali e non vede i talk show, uno per sera, tutti uguali, che inondano le reti televisive. Fa parzialmente eccezione “Ottoemezzo” che cerca di affrontare dei temi concreti: la sua conduttrice Lilli Gruber incalza e chiede che si risponda a domande precise, che non si svicoli. Così, si manifestano perle di ignoranza, una dote che non è di proprietà esclusiva delle 5S, ma abbastanza condivisa dagli esponenti della Lega.. Mi spiace solo che ogni tanto sia ospite uno “storico” magniloquente, che parla di Lega “rassicurante”, che mantiene le promesse “che non ha fatto”, salvo poi correggersi con “beh, però non ha mantenuto la promessa di mandare via 600.000 immigrati irregolari”, ma, siccome è buono di natura, aggiunge anche che non capisce come mai ha fatto una promessa che sicuramente sapeva di non poter mantenere. Il furbone aggiunge poi che è meglio “dirigere un giornale da Roma piuttosto che da Milano”, lui che ha diretto per dieci anni il principale quotidiano italiano, che deve la sua passata autorevolezza al fatto di essere stato lontano dal Palazzo romano e dai giochi di Palazzo che piacciono tanto al suddetto aspirante paraninfo politico.
Ma nessuno, che io sappia, ha messo in fila i sondaggi reali, quelli che dal 4 marzo 2018 hanno espresso gli italiani. Lo smargiasso Selfini ha affermato che hanno fatto cappotto, sei a zero, con la sinistra. È vero: il centrodestra ha vinto in sei regioni, e sottolineo il centro destra, non i giallo neri, che secondo questi sondaggi non avrebbero la maggioranza dei consensi.
Ma la Lega come è andata? Se mettete insieme Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Molise, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo e Sardegna, la “Lega Salvini premier”, in queste regioni, è passata dal 16,40% delle politiche al 20,82% delle regionali, con un incremento del 4,42%, ben lontano dai risultati dei “sondaggi” televisivi. E qui stiamo parlando del 10% degli elettori italiani, dal nord al sud, alle isole. Se calcoliamo i voti assoluti, la Lega ha avuto un incremento solo del 1,22% sui voti delle politiche 2018.
Non mi pare uno sfondamento. Ma più dei voti reali, contano i sondaggi. Chissà forse il sondaggio della Basilicata ci smentirà.
Yanez de Gomera