Con la rozzezza, la insolenza e la volgarità che lo contraddistinguono, il Vicepremier, nonché Ministro dell’Interno, nonché segretario della “Lega Salvini Premier”, – a Milano si chiama il Bauscia – ha detto, dopo la scandalosa vicenda del Senato, che “le opposizioni fanno il loro mestiere, urlano e gettano i libri, noi facciamo i fatti”. A parte la protervia e la prepotenza, il Bauscia, vestito da poliziotto, dimostra di essere stanco, e di non connettere molto bene: in questo modo, ha bollato anche i suoi alleati “locali” e l’alleanza che gli ha permesso di fare il 17% dei voti a marzo 2018. Forse è il caso che Forza Italia si renda conto che è diventata il secondo forno della Lega, utile solo per le questioni locali e per le liste elettorali delle amministrative e delle regionali: una pura ruota di scorta.
Le regole della democrazia sono fatte per garantire tutti, maggioranza e minoranza, non sono fatte per essere calpestate impunemente: si fa pagare un prezzo al Paese e alla fine il reo paga lui stesso un prezzo. Ed è poi bene ricordare che “la gatta frettolosa fa i gattini ciechi”. Se avessero fatto discutere, avrebbero forse evitato di fare delle cose che il Nord non può accettare: cosa c’entrano con la “manovra del popolo” i 60 milioni dati a Roma per le buche, e l’intervento dell’esercito? Come si fa a concepire il reddito di cittadinanza (con uno stanziamento di 6 miliardi) e bloccare posti di lavoro e assunzioni nella pubblica amministrazione e nell’università fino alla fine del prossimo anno? Invece di lavoro, assistenzialismo. Cosa c’entra con il Nord il blocco delle pensioni sopra i 1522 euro? Cosa c’entra con il Nord il taglio delle pensioni di chi ha versato i contributi in base alle leggi vigenti?
Cosa c’entra con il Nord il raddoppio dell’IRES (portato alla aliquota di imposta delle multinazionali ) per le organizzazioni del volontariato? Ah, dimenticavo che magari assistono anche gli immigrati e magari li salvano in mare e tutto ciò per la Lega nazional-populista è molto grave. Cosa c’entra con il Nord, del merito, della competenza, del titolo conquistato con lo studio e la fatica, la sanatoria per l’abusivismo nelle professioni sanitarie (ostetricia, fisioterapia, radiologia, ecc). E man mano che si legge il maxi-emendamento, si scoprono mance elettorali o cose frutto della disonestà, di chi non sa fare il lavoro per cui è pagato: il parlamentare o il ministro o il primo ministro.
Quest’ultimo – personaggio inventato all’ultimo momento e mai eletto dal “popolo” – si permette di dire che “gli sarebbe piaciuto (sic!) lasciare (sic!) al Parlamento un più ampio margine di discussione (sic!). Ma non mi devo giustificare se la trattativa ha impegnato tutto questo tempo (sic!)”. Ma chi pensa di essere? Il re a cui piacerebbe concedere la discussione? Ora, invece di intervenire su una manovra sconosciuta, tenuta segreta e cambiata oralmente – inaudito, ma vero – le opposizioni, a mio parere, avrebbero dovuto concordare una linea di azione per mettere alle strette e costringere a chiedere scusa uno che non può dire quelle cose, falsificando la realtà. La manovra era già stata contestata dall’Unione europea il 18 ottobre, ma è da luglio che è in ballo la questione: infatti la Commissione europea aveva confermato “l’esistenza di una ‘inosservanza particolarmente grave’ delle raccomandazioni rivolte dal Consiglio dell’Unione europea all’Italia il 13 luglio”. Ma siccome prevaleva, nella linea del governo il “me ne frego”, “spezzeremo le reni alla commissione degli euro-burocrati”, si è perso un sacco di tempo, si è fatto salire lo spread, scappare i soldi all’estero e poi all’ultimo a dicembre, si è capito, anche su sollecitazione del Capo dello Stato, che era meglio evitare la procedura di infrazione. E quindi, la trattativa è iniziata dopo il voto fasullo della Camera su una legge di bilancio farlocca, per poi arrivare a questa vicenda del Senato, ridotto a premi-bottoni, per un voto palese su una manovra segreta che – si scopre poi – è contro gli interessi dei ceti produttivi del Nord.
È di queste ore un segnale di vita dei sindacati: meglio tardi che mai. Spero che il PD sappia cogliere le contraddizioni che questa “manovra del popolo” apre nell’elettorato della Lega al Nord e sviluppi una conseguente azione politica e di mobilitazione.
Luigi Corbani
24 dicembre 2018
Ottima analisi. Non si può non sperare che primo o poi li PD, la sinistra, il movimento sindacale si mobilitino avanzando proposte di politiche economiche e sociali sulle quali condurre una iniziativa forte nel paese e nelle istituzioni. Nel vuoto politico e culturale che la sinistra riformista ha lasciato i Salvini e i Di Maio ci hanno sguazzato. È necessario offrire alla opinione pubblica degli obbiettivi chiari e mobilitanti capaci di rendere evidente che il Paese ha bisogno di altro.