Salvini ha fatto, con grande volgarità lessicale oltre che mentale, una sprezzante affermazione: “il 25 aprile è un derby tra comunisti e fascisti” e ha aggiunto che “il pericolo per l’Europa non è più il fascismo”. Costui è un ignorante seriale che non conosce la storia e la Costituzione e la cosa è ancora più grave in quanto è un Ministro della Repubblica italiana, che dovrebbe rispettare la carta fondamentale della nostra convivenza civile. Inoltre simili dichiarazioni danno spazio a manifestazioni nostalgiche di celebrazioni del fascismo. Stasera a San Siro si ritrova con i fans di Benito Mussolini, che lui prontamente farà arrestare e ci darà un tweet di conferma, ovviamente.
A lui voglio ricordare Duccio Galimberti, che morì a 38 anni ucciso dalle Brigate Nere. “Agli inizi del 1943 Duccio Galimberti aveva raccolto attorno a sé il primo nucleo cuneese del Partito d’azione. Egli si riconosceva appieno nella pregiudiziale repubblicana e nel progetto di una democrazia avanzata sul piano civile ed economico, affermati dal Partito d’azione, sebbene la sua collocazione in questo partito non fosse riconducibile ad alcuna delle correnti politico-ideali che vi erano confluite. La sua originalità dell’azionismo risultò evidente nel “Progetto di costituzione confederale europea ed interna” da lui elaborato insieme con Antonino Repaci tra l’autunno del 1942 e il luglio 1943 (ma pubblicato a Torino-Cuneo 1946).” (Da Il dizionario biografico degli Italiani della Enciclopedia Treccani)
Duccio Galimberti venne insignito, alla memoria, della Medaglia d’oro al valor militare, con questa motivazione:
“Instancabile nella cospirazione, fu tra i primi a impugnare le armi per difendere dal tradimento e dalla tirannia la libertà e il suolo della Patria.
Con perizia pari all’entusiasmo, intorno a sé raccolse tra i monti del Cuneense un primo nucleo di combattenti, dal quale dovevano sorgere valorose divisioni partigiane. Alla testa di queste divisioni cadeva una volta ferito ma non abbandonava il posto di combattimento e di comando prima di avere assicurato le sorti dei suoi reparti. Non ancora guarito assumeva il comando di formazioni partigiane piemontesi, prodigandosi incurante di ogni rischio.
Arrestato, fieramente riaffermava la sua fede nella vittoria del popolo italiano contro la nefanda oppressione tedesca e fascista. Poiché le atroci torture cui fu sottoposto non riuscirono a piegarlo, i suoi carnefici vilmente lo abbatterono.
Altissimo esempio di virtù militari, politiche e civili.
Italia occupata, 2 dicembre 1944.”
Nel 1948 la Francia gli conferì alla memoria la Legion d’onore per il contributo da lui dato all’intesa tra i movimenti di liberazione francese e italiano e nel 1948 Giorgio Federico Ghedini lo ricordò con il “Concerto funebre per Duccio Galimberti”.
Piero Calamandrei, avvocato e fondatore del Partito d’Azione, uno dei padri della Costituzione, nel 1952 dedicò a Duccio Galimberti questa epigrafe in risposta al Generale Kesserling, che, tornato libero, sostenne di non essere affatto pentito di ciò che aveva fatto durante i 18 mesi nei quali tenne il comando in Italia (Fosse Ardeatine, Strage di Marzabotto e molte altre imprese di questo assassino) e anzi dichiarò che gli italiani, per il bene che secondo lui aveva loro fatto, avrebbero dovuto erigergli un monumento.
“Lapide ad ignominia
Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio dei torturati
più duro d’ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA”
Si ricordi, Ministro Salvini, che quelle donne e quegli uomini si sono battuti per dare dignità, libertà e democrazia a tutti noi, anche a lei.
Luigi Corbani
Luigi, potevamo mai aspettarci lo spettacolo di questi ultimi mesi! Ancora oggi leggo che non bisogna confondere Salvini con il fasciamo. La verità è che Salvini sa dove vuole arrivare: tra un po’ proporrà di tornare ai “podestà”, i sindaci obbedienti e poi, e poi …..