Le immagini dei profughi che la Turchia (dopo aver preso 6 miliardi di euro) sta scaricando sull’Europa sono impressionanti e mettono a disagio chiunque abbia un minimo di umanità. Da mesi i giornali stranieri parlano della situazione drammatica di Lesbo, in Grecia: lì vivono migliaia e migliaia di persone in condizioni disumane. E lasciamo stare le questioni igieniche. Per l’ennesima volta, l’Europa sarà colta impreparata (come l’Italia) dal problema che dominerà anche i media nei prossimi giorni, conquistando le prime pagine dei giornali. Per inciso non so che posizione abbia il PD su tutta la vicenda degli immigrati passati, presenti e futuri: ma certamente il leader dei progressisti italiani avrà qualcosa da dirci, o sarà costretto a dire qualcosa in sede europea. E sentiremo anche le posizioni del nostro grande Ministro degli Esteri.
E anche di fronte al covid-19, l’Europa è stata inerme. Bisogna prendere atto che l’Europa non esiste: altro che troppa Europa. Non esiste una entità “Europa”, esiste un contenitore dentro il quale ogni Paese, ogni Stato nazionale si muove come crede e come gli interessa.
Di fronte alla vicenda del virus , ogni Paese è andato in ordine sparso, a dominare sono stati gli interessi dei singoli Stati nazionali.
La prima riunione dei Ministri della salute dei Paesi europei si è svolta il 13 febbraio presieduta dal Ministro della Croazia, che ha la presidenza di turno dell’Unione europea. Partecipava all’incontro anche il Commissario per la Salute, Stella Kyriakides (cipriota); c’era anche il commissario sloveno Janez Lenarčič, che è delegato alla gestione delle crisi. Ma non c’era nessuno dello “European Centre for Disease Prevention and Control”,(ECDC), una agenzia dell’Unione europea che nel titolo ha definito proprio il compito: affrontare e controllare le malattie: e il coronavirus che cos’è? L’Agenzia sta a Solna, Stoccolma, Svezia.
Il comunicato finale dei Ministri della Salute, che si rivedranno il 6 marzo, recitava: “I ministri hanno adottato conclusioni sulla COVID-19 in cui si sono compiaciuti dell’efficace risposta dell’UE alla minaccia di una possibile pandemia e hanno invitato a una maggiore cooperazione sia a livello dell’UE che internazionale.” Detto in maniera diplomatica, mi sembra una cosa ridicola e infatti non hanno deciso nulla, se non un invito a coordinarsi, che ha lasciato il tempo che trova. Cito due casi emblematici della situazione di impotenza dell ‘Unione Europea.
Primo. Noi, Italia, chiudiamo i voli diretti con la Cina, ma i viaggiatori arrivano in Italia attraverso scali intermedi (Parigi, Londra, Francoforte, Monaco, Zurigo, Amsterdam, Istanbul, Dubai, ecc. ). E così non abbiamo controllato più niente, magari anche mettendo in quarantena i febbricitanti o coloro che erano stati nelle zone di contagio: né quelli dalla Cina né quelli provenienti dal Sud Corea, dal Giappone e dalla Tailandia (dove erano emersi dei casi fin dal 21 gennaio). Adesso il nostro sapiente Ministro degli esteri si lamenta che i Paesi europei ed extraeuropei cancellino i voli sull’Italia: una volta, si diceva, chi la fa, l’aspetti. Per di più, nel Bel Paese, si cancellano i voli interni su Milano, con la motivazione che la Lombardia è l’epicentro del contagio.
Anche se ogni giorno ha la sua pena e ogni giorno i virologi ci comunicano qualcosa che dovrebbe essere solo l’Istituto superiore di sanità a comunicarci. Ma come si fa a resistere alle richieste dei giornalisti ? Massimo Galli (1 marzo) sul Corriere: “Purtroppo il virus è entrato in Italia prima che si cominciasse a ostruirgli la strada con la chiusura dei voli dalla Cina. La penetrazione nel nostro Paese è precedente, circolava già prima della fine di gennaio anche a giudicare dall’impennata di questi ultimi giorni. Sono tutti contagi vecchi per la maggior parte. Risalgono agli inizi di febbraio, qualcuno anche a prima”.
E vabbè! A maggior ragione il blocco dei voli con la Cina è stato uno sbaglio, a danno del Paese. Ma siamo bravi a farci autogol.
Secondo. Non si sono messi d’accordo neanche sulle statistiche della diffusione del virus: così sembra che solo gli italiani siano stati a Wuhan e in Cina e siano gli italiani gli infetti d’Europa e del mondo occidentale.
Magari, in altri Paesi catalogano come influenze i casi che non richiedono ricovero in terapia intensiva o in ospedale. Per un po’, la litania era che l’Italia ha fatto più tamponi di tutti gli altri Paesi: certo, solo in Lombardia 7.925 a ieri. Ottima cosa, ma non basta evidentemente a dire che non siamo i più infetti d’Europa.
In realtà, a mio parere, ci dovrebbe essere una autorità scientifica a fianco della Commissione europea per affrontare nell’Unione questa infezione. E se non va bene l’Agenzia europea di Stoccolma, si provveda subito, con un ente che almeno dirami direttive certe e unitarie sui controlli, le statistiche, le diagnosi e le terapie.
Ma anche questa vicenda dimostra che oggi prevalgono ancora gli Stati nazionali, gli interessi locali e di piccolo cabotaggio nazionale, senza alcuna vera scelta europea.
Smettiamola di dire che l’Europa esiste, esiste solo un involucro.
L’Europa è politicamente un fantasma e sarà tale finché non ci sarà un governo, eletto dal Parlamento legislativo europeo, con i poteri di un esecutivo sovranazionale. E sarebbe buona cosa se il Presidente della Commissione Europea, o del Governo europeo, venisse eletto direttamente dai cittadini europei: questo gli darebbe la forza che nessun governo nazionale gli riconoscerebbe.
Perché tutte le vicende, ultime in ordine di tempo, il covid-19 e i profughi siriani, dimostrano che ci vorrebbe un vero potere europeo sovranazionale, capace di affrontare i problemi che da tempo scavalcano i territori nazionali.
“La colpa, caro Bruto, non sta nelle nostre stelle, ma in noi stessi” “Buona notte, e buona fortuna”
Luigi Corbani
(martedì 3 marzo 2020)
Hai ragione. La pandemia ci colpisce direttamente, ma questo pensare solo s ad noi stessi è indegno della nostra storia e esperienza di popoli democratici. Quelli che succede in Siria è disuma ed è insopportabile che non troviamo uno spazio politico e culturale per ricordarci di tragedie umane di dimensioni apocalittiche che avvengono a due passi da noi
Grazie. Penso anche che questo sia il momento per fare uno scatto in avanti nella costruzione dell’Europa. Per esempio, che la gestione dei fondi e delle politiche per questo momento drammatico siano gestiti da uno speciale “comitato di crisi per l’emergenza sanitaria della commissione europea”, e che sia questo il soggetto che gestisca gli “eurobond”. Un comitato che fissa le politiche, criteri, modi e strumenti per l’emergenza e l’avvio della ripresa. Forse sbaglio, ma è l’occasione, secondo me, per uscire con uno scatto in avanti, che sia in linea con un obiettivo: fare gli Stati Uniti d’Europa con chi ci sta, magari a cerchi allargati dal nucleo dei federati agli altri.