Un amico mi ha segnalato una vicenda accaduta a Rotterdam. La città olandese ha il terzo porto più grande del mondo per quantità di merci trafficate, dopo Shanghai e Singapore ed è quindi il principale porto di Europa.E sono noti anche i suoi cantieri navali, che costruiscono anche superyacht per arabi, cinesi, russi, americani; uno dei cantieri più importanti (“Oceanco”) è di proprietà di un uomo d’affari dell’Oman, Mohammed Al Barwani.
La città venne rasa al suolo dai nazisti: e quindi praticamente è tutta nuova. Venne danneggiato anche il ponte Koningshaven che lì chiamano affettuosamente “De Hef”, “l’ascensore”: venne costruito nel 1927 e fu il primo ponte a sollevamento verticale dei Paesi Bassi, celebrato dal documentarista olandese Joris Ivens, nel suo film del 1928 “The Bridge”. Ci passava anche la ferrovia Breda-Rotterdam: dopo la guerra venne riparato ma venne dismesso nel 1993. Poi nel 2014 è stato smantellato per ristrutturarlo e poi nel 2017 è stato rimesso al suo posto. Non serve a nulla ma è una icona della città per i suoi abitanti, ed è un monumento nazionale.
Ora, nei cantieri dell’omanita, hanno costruito il più grande yacht a vela del mondo, 127 metri di lunghezza. Si dice che questo nuovo yacht sia costato oltre 500 milioni di dollari : è stato costruito per Jeff Bezos, il padrone di Amazon, che peraltro è proprietario di un altro megayacht, il Flying Fox, del costo di 400 milioni di dollari.
Ora il cantiere, per consentire allo supermegayacht di arrivare al mare, ha chiesto di smantellare il ponte De Hef e poi di rimetterlo al suo posto in uno o due giorni: naturalmente con costo a carico del cantiere, ovvero dell’armatore Jeff Bezos, che è la terza persona più ricca del mondo, secondo il Bloomberg Billionaires Index, con un patrimonio di 164 miliardi di dollari.
In un primo tempo, il Comune ha detto sì, visto i soldi che questo investimento ha portato in Olanda, e che l’operazione era veloce e non avrebbe interrotto nessuna funzione.
Ma i rotterdammesi hanno protestato con una motivazione precisa: “Il ponte non serve a nulla, ma è un monumento nazionale, che anche l’uomo più ricco del mondo non può comprare. Se sei ricco, puoi smontare i monumenti nazionali? puoi cambiare tutte le regole?”
È stato quindi uno scontro tra la modestia e la esibizione, tra la voglia di esibire il potere del denaro e la difesa della dignità della comunità. “I tuoi soldi ci servono, ma non puoi comprare e demolire, sia pure per un giorno, la nostra storia”.
Qui certo di mezzo c’è anche la cultura calvinista, per cui puoi essere ricco, anche molto ricco, ma non devi ostentare la tua ricchezza. Ed è molto apprezzato anche che il primo ministro vada in biciletta dal re, come scriveva il 22 giugno 2022 sul New York Times, David Segal.
I rotterdammesi erano pronti a bersagliare il passaggio del supermegayacht con uova marce e si erano mobilitati nel caso fosse andata avanti questa storia. E, come ha dichiarato un professore universitario: “Il Comune ha sottovalutato i sentimenti degli abitanti per il loro ponte; i sentimenti sono importanti, il Consiglio Comunale non l’ha capito, il che è incredibilmente stupido”
E il ponte l’Hef, che non funziona più, ha vinto perché è il legame con il passato, con la storia: anche il canitiere navale si è arreso, ha ritirato la proposta.
Qui a Milano, non siamo calvinisti di formazione, ma i sentimenti ce li abbiamo anche noi. Qualcuno glielo faccia sapere al Sindaco di Milano. Lo Stadio di San Siro non è suo, e neanche dei fondi americani e cinesi, è la storia dei milanesi e i sentimenti non si vendono, e non si possono comprare.
“La colpa, caro Bruto, non è nelle nostre stelle, ma in noi stessi” “Buona notte e buona fortuna”
Luigi Corbani
(venerdì 19 maggio 2023)
Noi siamo analfabeti , ormai, e prevedo un forte zoccolo duro contro cambiamenti di costume elementari, primitivi. Niente ci turba più di due giorni, non siamo capaci di difendere la nostra storia, anche se si tratta di mantenere uno stadio che tutti amiamo ma cui dovremo rinunciare in nome di….progresso? No, in nome di sicure mazzette.
Di carattere “fumino” è come sono o come sono diventato con l’età, ho più volte accarezzato l’idea di un’azione popolare di piazza e l’ho anche proposta al Comitato SiMeazza. Cortei organizzati degli abitanti di San Siro con striscioni appropriati per il sindaco Sala, ma anche questa idea delle uova marce non mi dispiace anche se lui non è un magasuperyacht
Io stimo molto il sindaco Sala ma non posso non condividere i sentimenti dei milanesi e la storia del loro stadio di S. SIRO, icona milanese.
Cordiali saluti. Franca