Ne ho fatte di campagne elettorali e ne ho viste. Ma una più scombinata, insensata, assurda, di questa è difficile da vedere.
Prendete un tema preoccupante, il gas, il costo del gas, i rifornimenti, il possibile razionamento, l’energia elettrica.
Partiamo dai dati di fatto del 2019, prima della pandemia, quando la produzione nazionale di energia elettrica è stata di 293,9 TWh. (un terawattora è uguale a un miliardo di kilowattora kWh).
Il 60% di questa produzione era termoelettrica, e in gran parte, 48%, con il gas; il 16% era idroelettrica, il 7% da eolico, il 8% da fotovoltaico, il 2% geotermica, il 7 % da biomassa/rifiuti.
Sempre nel 2019, noi Italia consumavano il 15% di tutto il gas naturale consumato dall’Unione Europea: 74,3 miliardi di metri cubi.
Nel pieno di una crisi dei prezzi e dei rifornimenti, noi dovremmo scegliere, secondo il manifesto del PD con la faccia di Letta, tra i combustibili fossili e le energie rinnovabili. In Germania, tanto per intenderci, ripristinano le centrali a carbone e non dismettono le centrali nucleari, e noi bellamente ci poniamo l’obiettivo di sostituire tutta la produzione termoelettrica e idroelettrica (il 76%) con quella eolica e fotovoltaica. Ovviamente nel giro dei prossimi cinque anni, il tempo della legislatura. E per carità, non si parli di energia nucleare! Noi la compriamo per coprire il buco della produzione nostrana, ma non lo diciamo.
Che cosa c’è di realistico in tutto ciò? Di concreto? E per l’autunno e l’inverno prossimo rinunciamo al gas? Non è tutto, molto populista e demagogico, frutto di un massimalismo ambientalista insensato?
E poiché, tra stoccaggi, rifornimenti attraverso la Tap (osteggiata a suo tempo da 5S, Verdi e PD pugliese capeggiato dalla compagnia Emiliano-Boccia) e altri gasdotti dalla Algeria, dalla Libia, e dall’Olanda, oltre ai risparmi energetici, abbiamo bisogno di almeno un altro rigassificatore, oltre ai tre esistenti (la Spezia, Livorno, Rovigo), per coprire il fabbisogno di gas da qui a marzo, c’è il tema di questa struttura a Piombino, che non vogliono in tanti, compresi Fratelli d’Italia e il PD. Per questo nessuno del PD mette in rilievo la contraddizione tra Fratelli d’Italia e Forza Italia sul tema.
Peccato che poi la grande leader di Forza Italia (Licia Ronzulli) confonda il rigassificatore con le trivelle.
E comunque le trivellazioni, e perfino le esplorazioni, sono duramente osteggiate dalle 5S, dai Verdi e da una parte del PD (non solo quel gigante della sinistra di lotta e di governo di Emiliano), dalla Lega e da Fratelli d’Italia: eh, sì, tutti i fessi demagoghi insieme appassionatamente.
Perché a noi va bene che il governo stanzi soldi (del contribuente o a debito) per calmierare le bollette ma ci fa ribrezzo utilizzare quanto c’è nel sottosuolo italiano. “Secondo le stime degli ingegneri minerari e dei geologi – scriveva Jacopo Giliberto il 22 febbraio 2022 su Il Sole 24 Ore – nel sottosuolo d’Italia sono nascosti (tra riserve certe e possibili) 1,8 miliardi di barili di petrolio e 350 miliardi di metri cubi di gas. La stima è di una decina di anni fa, prima che venisse vietato ogni nuovo studio del sottosuolo”.
Ma questo è un Paese che non ha neppure una politica estera, né del Mediterraneo, e purtroppo non asseconda come dovrebbe l’azienda che da sempre ha aperto la strada all’Italia in Medio Oriente e nel Nord Africa: nel 2017, l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, disse che tra Egitto, Israele e Cipro c’era tanto gas, da consentirci di non stare nelle mani di pochi fornitori, i quali ci avrebbero fatto pagare il conto. Di fatto, vista l’esperienza libica, dove non siamo intervenuti a difendere i pozzi gestiti dall’Eni, per avere le spalle coperte da un Paese che manda le navi da guerra a difendere (dai turchi) i pozzi di esplorazione e di trivellazione, l’Eni ha fatto accordi con la Total francese. E la recente scoperta di un giacimento di 70 miliardi di metri cubi di gas, al largo di Cipro, è la conferma di una strategia economica che dovrebbe essere supportata da una politica estera del Mediterraneo. Perché saremo forse politicamente al centro dell’Europa, ma fisicamente siamo al centro del Mediterraneo, con tutto quello che comporta nel bene e nel male.
Comunque, c’è da preoccuparsi se la dirigente di un partito del governo attuale e del futuro governo di centrodestra (secondo i malefici sondaggi) confonde trivelle e gassificatori, se il presunto Ministro degli Esteri è da mesi (per non dire da anni) che si occupa solo delle liste elettorali e del suo futuro in Parlamento, e se il leader di un partito, al governo per otto anni su nove, si traveste da Greta Thunberg. Una compagnia di smandrappati totali.
Il Paese può attendere, certi che lo stellone d’Italia continuerà a brillare sulle nostre teste incoscienti e indifferenti al bene generale.
Ognuno per sé e Dio per tutti, e chi non crede, si arrangi.
“La colpa, caro Bruto, non sta nelle nostre stelle, ma in noi stessi” “Buona notte, e buona fortuna”
Luigi Corbani
(sabato 27 agosto 2022)