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La democrazia si è fermata a Monza

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A Monza e Brianza abbiamo vissuto un altro capitolo della discesa precipitosa verso un sistema politico da “dittatura della minoranza”.  Il sistema elettorale è già un disastro, poiché assegna premi di maggioranza a chi non rappresenta la maggioranza dei cittadini.  17 milioni di italiani non sono andati alle urne nelle ultime elezioni: il 36% degli elettori. E il centro-destra rappresenta il 30% dell’elettorato ma ha incassato il 56% dei seggi in Parlamento. Una minoranza che con il trucco si fa maggioranza e, con i meccanismi dei decreti legge, dei decreti legislativi, delle fiducie, e dell’obbligo di fedeltà in Parlamento ai deputati e senatori del centrodestra, diventa presidenzialismo. Che la legge Rosato, quindi la legge del centrosinistra, abbia voluto stabilire il primato dell’esecutivo e abbia favorito il superamento della democrazia rappresentativa è il segno della confusione politica, ideale e valoriale di una presunta “sinistra”. Ma a Monza si è registrata anche l’assenza della democrazia  nel PD.

Ho letto una dichiarazione del candidato di centrosinistra per la quale i “cattivi del potere italiano  deprimono la partecipazione civica”: nel centrodestra, trionfanti, nessun accenno al fatto che abbiano votato solo due brianzoli su dieci. Che la partecipazione al voto delle supplettive sia sempre inferiore a quello delle scadenze normali è un fatto scontato, così come i ballottaggi nei Comuni dopo il primo turno.  Ma che 566.845 persone non vada a votare e che i candidati abbiano raccolto solo 131.754 voti, dovrebbe far pensare sul destino della democrazia rappresentativa e della partecipazione democratica.  L’eletto rappresenta solo 10% degli elettori di Monza e Brianza, e l’altro candidato è espressione solo del  7% degli elettori.

Chi non vota ha sempre torto? O forse bisogna interrogarsi se la “politica” di oggi, i “partiti” di oggi, i candidati sono un ulteriore spinta al disinteresse, alla apatia, alla apolitica? Non è un bel sistema, e neanche molto democratico un sistema che non si pone mai una riflessione sul rapporto fra istituzioni e cittadini, tra eletti e cittadini.

Il trasformismo poi, vecchia malattia dell’Italia ottocentesca, oggi si presenta in modo inverecondo. Vi ricordate la candidata “terzista”, antagonista del centrodestra, sostenuta da Calenda e Renzi, da Azione e Italia Viva, appena qualche mese fa, con veemenza e con insoffernza verso quelli che la bollavano come una pura operazione trasformistica.  Ebbene ieri  Letizia Brichetto Arnaboldi Moratti, la ex candidata “terzista” fresca di nomina a capo della Consulta del segretario di Forza Italia, ha rilasciato una penosa dichiarazione: «Mi congratulo con l’amico Adriano Galliani; confermato il seggio a Forza Italia, importante rappresentanza politica di un territorio che da sempre esprime una visione sociale ed economica innovativa e coraggiosa. Da qui si rilancia l’impegno del partito e della coalizione di centrodestra per il bene del Paese».

Che contributo Galliani possa dare in Parlamento, per me è oscuro, ma  sicuramente con la sua assidua presenza ai lavori del Senato e con le sue iniziative legislative avrò modo di chiarirmi che la sua presenza in Senato è decisiva per la Brianza e Monza e per il Paese. Spero solo che con la sua attività principale convinca la sua  squadra del cuore, il Milan, che la soluzione migliore, se i fondi americani ( o di qualche altro Paese) vogliono davvero investire soldi in uno stadio di loro esclusiva proprietà, è  la collocazione dello stadio a Sesto San Giovanni, sulle aree Falck. Soluzione che così potrà anche essere utile ad una maggiore intesa tra Monza e Milan.

Il voto di Monza e Brianza credo sia anche servito a far piazza pulita di una vecchia tesi – in parte valida nella prima repubblica – per cui l’assenteismo favorisce la sinistra. In verità il centrodestra ha perso oltre centosessanta quattro mila voti rispetto a un anno fa ( 25 settembre 2022) e il centro sinistra ha perso centossessanta mila consensi: si tenga conto che nel 2022 il Pd era con +Europa, Alleanza Verdi Sinistra e Impegno civico di Luigi Di Maio, e oggi (22 ottobre 2023), oltre a quelli si sono aggiunti Azione e 5S (non sono informato su cosa  abbia fatto Italia Viva).

Ed è sintomatico che nella città di Monza  alle amministrative del 26 giugno 2022  il candidato di centrosinistra, Paolo Pilotto,  abbia  vinto il ballottaggio con 18.307 voti contro 17.445 del candidato del centrodestra, Dario Allievi. (al primo turno hanno votato il 46,56% degli elettori, al ballottaggio il 36,82%); in queste elezioni supplettive a Monza città,  ha votato il 27% degli elettori e il centrodestra è tornato primo con il 13% dei elettori contro il 12%: Si noti che alle politiche 2022 il “campo largo”, sia pure disunito, aveva ottenuto più consensi (37,30%) di Berlusconi (22,41%) con il 73% dei votanti.

Ora, in una conferenza stampa con Pilotto e con il marchese Sala del Grillo, Cappato ha insistito su una cosa: “la mia candidatura non è sta imposta dai “partiti”. Dichiarazione molto singolare, come se le autocandidature siano meglio delle candidature proposte dai “partiti”, come se i “partiti” fossero portatori di malattie inconfessabili, come se i “partiti” fossero da demonizzare e l’unico partito accettabile sia il partito radicale, di cui il suddetto Cappato fa parte.

È vero che abbiamo assistito ad una autocandidatura ma Cappato ha incassato la decisione della signora Elly Schlein di appoggiare la sua candidatura contro il parere del Pd di Monza e Brianza. Altra grande scelta di democrazia di partito.  E questo a mio parere dimostra due cose: l’arroganza di Cappato con una autocandidatura da imporre al PD locale  e l’errore della Schlein, che ha preferito il portatore di “nuovi diritti” ad un esponente della realtà culturale, produttiva, economica e sociale del PD in Brianza, dove ripeto il centrosinistra aveva appena vinto il comune di Monza.

La candidatura di Cappato era anche di per sé divisiva dell’elettorato del PD,  “se si considera che la candidatura dovrebbe rappresentare il Pd della Brianza, una terra dove l’impegno di generazioni di cattolici ha portato al fiorire di apprezzate amministrazioni di centrosinistra fondate sul solidarismo, la cura della vita, l’accoglienza dei fragili, il senso comunitario, come scriveva su “Avvenire” Francesco Ognibene sabato 16 settembre 2023.

Ripeto che far schierare il Pd su un esponente,  con una sua, rispettabilissima,  per la carità, fisionomia,  ma con valori divisivi su temi rilevanti per i cattolici, e quindi per una parte del PD, mi è  sembrata una follia politica. E per di più pensare che questa candidatura potesse rappresentare, oggi e nel futuro, la  Brianza mi è sembrata una cosa insensata, frutto di quella perversa  prassi per cui i candidati sono catapultati qua e là, con la sola logica di potere del segretario nazionale  e non con l’obiettivo di rappresentare dei territori.

Mi ha stupito anche il senso di protagonismo di Cappato, che  si è lanciato in una candidatura, facendo apparire la sua battaglia come parte della iniziativa della sinistra. A mio parere questa autocandidatura è anche un danno per la Associazione Luca Coscioni poiché  presenta  il protagonista delle sue battaglia, come  interessato  alle luci del palcoscenico politico,  e il tema del “fine vita” come una scelta di “sinistra”.

Dopo il risultato, Cappato ha dichiarato che “non abbiamo bisogno di essere in Parlamento per la battaglia sul fine vita”: ecco questa dichiarazione poteva farla prima di autocandidarsi, avrebbe fatto una figura migliore.

“La colpa, caro Bruto, non è nelle nostre stelle, ma in noi stessi” “Buona notte, e buona fortuna”

Paolino Casamari

(martedì 24 ottobre 2023)

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