Perché non si è aperto il Teatro Lirico a ottobre? Perché il passaggio di consegne tra il Comune e la Stage Entertainment (che gestisce anche il Teatro Nazionale) non è ancora avvenuto?
Perché da luglio a oggi non sono stati fatti i collaudi ? Perché forse per il concessionario, dal momento della consegna, scatta il termine dei tre mesi per l’allestimento degli arredi (costo stimato, un milione e duecentomila euro) e decorre il pagamento degli oneri (affitto, luce, ecc.) del Teatro?
L’unica cosa annunciata è che l’8 novembre 2022 ci sarà uno spettacolo di Gigi D’Alessio: così dice il sito del Teatro Nazionale, che è più aggiornato della pagina facebook di Stage Entertainment Italy ferma al 2015.
Gli assessori alla Cultura e ai Lavori pubblici, Filippo Del Corno e Marco Granelli, l’11 giugno 2021 avevano annunciato che il Teatro Lirico sarebbe stato consegnato entro il 15 luglio e quindi dopo il 15 ottobre ogni data sarebbe stata buona per la inaugurazione.
Ed effettivamente, i lavori erano stati completati in modo egregio: con grande cortesia l’assessore Del Corno mi ha accompagnato a luglio in una visita del Teatro, promossa da Carmela Rozza, oggi consigliere regionale, che con determinazione ha voluto il recupero del Teatro Lirico, con la delibera dell’assessorato dei Lavori Pubblici, sindaco Pisapia, che nel 2015 ha assegnato 16 milioni per i lavori di restauro. Solo alla tenace volontà di Carmela Rozza, nonostante l’opposizione del PD, dobbiamo la riapertura del Lirico. A lei va un ringraziamento sincero per aver voluto compiere questa opera meritoria e confesso che la vista del Teatro Lirico restaurato mi ha emozionato, essendo stato l’ultimo fruitore di quel Teatro nel lontano 1999: il primo settembre del 1999 ho riconsegnato le chiavi del Lirico al Comune.
Con l’appalto dei lavori nel 2016 si è avviata l’operazione di recupero di un grande patrimonio, culturale, edilizio e artistico che si è resa possibile per la bravura, la capacità, la competenza, la passione dei dipendenti del Comune di Milano preposti a questo lavoro: hanno anche proceduto a far tutti i progetti nel minimo dettaglio e a informatizzare il tutto in modo che per il futuro, per qualsiasi intervento, vi sia traccia certa dei disegni, dei materiali, delle scelte edilizie compiute. Sì, perché tutto è stato fatto dal Comune e dai dipendenti comunali che hanno seguito il cantiere, a cui deve andare il plauso del Consiglio Comunale a nome di tutta la città. E vorrei citarli: l’ing. Massimiliano Papetti (responsabile unico del procedimento), l’arch. Pasquale Mariani Orlandi (progettista e direttore dei lavori), l’ing. Fernando Iannone (progettista delle opere impiantistiche), e i direttori operativi il p.i. Bernardo Chiruzzi, l’ing. Gianluca Valitutto, l’arch. Vittorio Alfieri, l’arch. Masseroni Stefania e l’arch. Elisa Ballacci. E il loro merito è anche quello di essere stati dentro lo stanziamento a bilancio, nonostante intoppi e imprevisti che in una opera del genere sono sempre presenti.
Ora, leggo su “Mitomorrow” un articolo a firma Andrea Guerra, in data 8 ottobre: “il Teatro Lirico di Milano potrebbe riaprire entro la fine dell’anno. Lo ha reso noto il direttore artistico Matteo Forte che è intervenuto all’evento “Dietro le quinte”, andato in scena alla Villa Reale di Monza, in Brianza. Forte ha dichiarato che il restauro è alla fasi conclusive: «Contiamo di riaprire prima di Natale e nei prossimi giorni è previsto il passaggio delle consegne con il Comune di Milano». Il direttore Forte ha anche svelato qualcosa dell’inaugurazione della sala milanese. In programma ci sarebbero due serate dedicate alla musica e organizzate con la collaborazione di Radio Italia.”
Come sarebbe a dire il “restauro è alle fasi conclusive”? Tramontata l’idea di inaugurare con uno spettacolo del comico Andrea Pucci, da quello che capisco quindi il tradizionale concerto di Radio Italia in Piazza Duomo verrebbe spostato al Lirico. E questa sarebbe la grande apertura del Lirico dopo 22 anni ?
«Poi organizzeremo un grande evento culturale che recupererà la tradizione del Teatro Lirico di Milano, guardando al futuro. Successivamente avremo Ale e Franz e i concerti con l’Orchestra della Scala», ha aggiunto il direttore, annunciando il cartellone dei prossimi mesi. E ancora, la musica di Joe Jackson e anche Ermal Meta. Forte condividerà la direzione artistica con Renato Pozzetto e punta a rinnovare la proposta del Teatro Lirico prosa, comicità, musica di più generi e anche danza ».
Si vede che adesso usa così: non si presenta il cartellone con mesi di anticipo, ma il giorno prima. Per inciso, credo che stia parlando della Accademia, non dell’Orchestra della Scal; comunque anche questo credo sia il frutto dell’intervento dell’assessorato alla Cultura come d’altra parte il Comune ha girato le sue giornate (quelle che si è riservato nella concessione) a “LaFil”, la Filarmonica di Milano “un’orchestra a formazione flessibile, a seconda dei programmi, che nasce da una concezione innovativa: le sue prime parti provengono dalle più importanti istituzioni musicali italiane e internazionali … Ad esse si affiancano strumentisti giovani ma già formati, selezionati attentamente tra le eccellenze musicali del futuro” (come scrivono loro nel sito). Cosa ci sia di innovativo in un modello che era della Mozart di Abbado e che è tipico delle orchestre temporanee, Dio solo lo sa. Ma comunque le date a disposizione del Comune sono state date a questa orchestra non stabile. E pensare che nel 1998 avevo chiesto il permesso di ristrutturare il teatro e di avere in gestione il Lirico per una orchestra stabile come la Verdi, che dovette quindi cercarsi una sede.
Segnalo che la durata della concessione è di 12 anni e che il canone annuo posto a base di gara “è modulare: € 20.000,00 per il primo e il secondo anno; € 40.000,00 dal terzo anno fino al quarto compreso; € 120.000,00 dal quinto al dodicesimo anno. Tipo di procedura: aperta, aggiudicazione all’offerta economicamente più vantaggiosa.”
Ma leggendo i quotidiani di Milano, qualcuno è in grado di dirmi in che cosa consiste la “offerta economicamente più vantaggiosa” che ha portato il Comune di Milano ad assegnare a Stage Entertainment la gestione del Teatro Lirico? Non è scritto da nessuna parte. E qualcuno sa dirmi come e perché la proposta culturale di Stage Entertainment è stata valutata più valida di un’altra? E chi aveva le competenze per valutare la componente artistica?
Come al solito, anche in questo caso, è stata la Giunta comunale, ovvero il Sindaco, ad approvare le linee guida per l’affidamento della concessione in uso del Teatro Lirico. Ma tutto questo non è avvenuto nell’ambito di una strategia dell’amministrazione comunale per ampliare l’offerta culturale e di spettacolo, definendo, in linea di massima, l’identità dei teatri di proprietà pubblica in un contesto di presenze teatrali e di spettacolo, private e pubbliche.
Nel settore della cultura e dello spettacolo conta di più l’offerta o la domanda? E i soldi pubblici (visto che il Comune ha investito 16 milioni per restaurare il Lirico) possono essere spesi per fare in modo che due teatri di proprietà pubblica facciano le stesse cose, magari in concorrenza tra loro, o in concorrenza con i privati? E se l’assessore alla cultura non deve mai fare il “direttore artistico” della città, tuttavia dovrebbe pensare a qualche forma di coordinamento che consenta di ampliare la qualità della offerta culturale per i cittadini.
In fondo, per tornare al Lirico, la grande stagione di “Milano aperta” era proprio rivolta a presentare al pubblico milanese una offerta che non era in concorrenza con gli altri teatri cittadini e che stimolava la creatività delle forze culturali, teatrali, musicali, di danza e di balletto milanesi.
“La colpa, caro Bruto, non sta nelle nostre stelle, ma in noi stessi” “Buona notte, e buona fortuna”
Luigi Corbani
(sabato 30 ottobre 2021)
Se si parla del Lirico finisco col sciogliermi nei ricordi.
Sarà stato il ‘967 o’, 968. Non ricordo più con precisione stavo andando in “Università” per seguire storia del diritto romano. Materia in cui poi mi laureai.
Incrociai in via Larga un corteo di operaie e operai dell’Alfa in sciopero. Finii trascinato in corteo insieme a loro. Niente lezione. Tutti al. Lirico. Compreso quel minuscolo studente universitario solitario e spaurito. Al liriico cominciò la mia nuova storia una nuova vita. Non mi sono mai pentito!.
Bravissimo Luigi!!!!