Siamo in un momento assai critico e difficile della nostra vita politica, sociale e culturale. Sono venuti meno una serie di valori su cui siamo cresciuti e nei quali abbiamo creduto, che però non abbiamo avuto la forza, l’energia o la capacità di trasmettere ai giovani, ai nostri stessi figli.
Forse l’aumentato benessere economico ha offuscato le nostre convinzioni e soprattutto la voglia di lottare per affermare e difendere idee, principi e conquiste alla base della nostra convivenza civile.
Oggi le parole, anche le più gravi e le più infamanti, scivolano via trovando le giustificazioni più assurde. Comportamenti sguaiati e volgari, anche da parte di persone che hanno un ruolo nelle istituzioni, non trovano risposte adeguate e coraggiose e sembra che tutto sia normale quando normale, almeno fino a ieri, non era.
È come se ognuno di noi si abituasse allo stato delle cose, ritenendo il tutto irrilevante ed ininfluente e intanto giorno dopo giorno si perde sempre più la consapevolezza di quello che deve essere e si è trascinati nella palude melmosa del qualunquismo e dell’indifferenza.
Bisogna reagire, riaffermare con forza la nostra capacità di raziocinio di persone libere e consapevoli che non accettano di essere manipolate, non si prestano a facili soluzioni, ma vogliono soprattutto capire.
Noi cittadini, i cittadini di un paese democratico che come tali non sono sudditi ma essere pensanti devono recuperare il potere di indignarsi senza temere di scontrarsi e di affermare il loro forte dissenso.
L’indignazione è la forza del pensiero libero e responsabile che non s’accoda e non si adegua al potere dominante, qualunque sia, è la forza del cittadino, che leva la sua voce e il suo spirito critico perché solo così si sente utile a sé e agli altri e dà un senso al bene comune e alla civile convivenza.
Cicci Cattel
L’indignazione è sicuramente il momento primo in assoluto che deve precedere il ‘“fare”. Noi, brave persone, ci indigniamo spesso, siamo attentissimi, ma poi restiamo a casa a raccontarcelo fra noi.
Si vuol fare il partito degli “Indignati”?. Spero di no, spero che si passi a diffondere sia il verbo dell’indignazione sia quello “del fare”, INSIEME. Daniela
Consiglio la lettura di :
IL CENSIMENTO DEI RADICAL CHIC
Di Giacomo Papi
Editore Feltrinelli