Viene davvero tristezza a leggere i titoli dei giornali “d’informazione”: Repubblica apre la prima pagina di cronaca con “il Comune dice sì al nuovo San Siro con più verde” e il Corriere, in terza pagina di cronaca di spalla, con titolo “Tagliate le volumetrie, sì al dossier stadio. La palla passa a Roma”, nell’occhiello o sopratitolo ha “via libera del Comune”.
Il Comune non ha ancora approvato un bel niente: sono gli uffici, il Sindaco e l’assessorato della Rigenerazione urbana, del dirigente, promosso, da Sala, assessore per meriti speciali, ovvero fa quello che vuole Sala. Il dirigente-assessore aveva anche scritto – per motivare il no al referendum – che il nuovo stadio costa 650 milioni. (10.800 euro a posto, quando la media di 29 stadi europei recentemente costruiti è di 3,600 euro). Esagerato!
Non la Giunta, né il Consiglio Comunale, ma il Sindaco e l’assessore Tancredi ci fanno sapere che va bene demolire San Siro e costruire uno stadio più piccolo, più brutto, senza significato, anonimo, fatto solo ad uso delle TV e delle aziende, e non certo per il pubblico, per gli appassionati di calcio e per gli spettacoli.
Perché demolire lo stadio Meazza che, dopo 100 anni, vale 100 milioni e che, con il suo disegno del tutto particolare e unico nel mondo, nel 2025 ricadrà sotto la tutela dei beni storici, culturali e ambientali, per averne uno che fra 90 anni varrà 36 milioni?
Certo, il Meazza disturba le case che devono essere costruite sul Trotto. Mentre il secondo e il terzo anello sono stati fatti senza interrompere i campionati e le coppe, volete fare dei lavori sullo stadio Meazza a ridosso delle case del Trotto? Giammai. Allora ci dicono che per fare il Meazza, come vorrebbero Scaroni e gli americani, bisognerebbe interrompere tutto e costruire uno stadio davanti alle case di via Tesio, tanto quelle case sono già vendute o affittate, e abitate.
E il tutto viene proposto da due società dalla proprietà incerta, una con fondi che si prestano i soldi per comprarsi fra loro, e l’altra che si mette in vendita per coprire i debiti consistenti che ha con un fondo americano.
E il Sindaco, con l’aiuto del suo fido scudiero che ha in mano il dossier da tre anni, dà credito a queste due società, che forse mettono in conto, per vendersi bene, anche il valore di una operazione immobiliare su beni e terreni di proprietà pubblica. Gli americani hanno trovato l’America.
Perché si va avanti e si dà spazio ad una logica di uso privato per affari privati di beni e terreni pubblici ? Un Comune serio avrebbe predisposto un vero Piano d’Area, anche con vincoli a verde e servizi, per l’area dal Gallaratese a San Siro, al Trotto, e alla Piazza d’armi, e non avrebbe commesso lo scempio del bosco di via Falck.
Il Meazza in San Siro non è da recuperare prioritariamente (come dice la legge), ma va tanto bene che, oltre alla manifestazione inaugurale delle Olimpiadi invernali 2026, la UEFA propone di farne sede dei campionati europei di calcio 2032. A proposito, dall’inizio stagione, il Meazza è sempre pieno, ben oltre i 47.500 posti riservati al pubblico nel “nuovo stadio”, e settimana prossima ospita una gara della UEFA Nations League, Italia-Inghilterra.
Viene da ridire a leggere “tagliano le volumetrie”. Non ci sono mai state, se non nei desideri di qualcuno, le volumetrie superiori a 0,35 mq/mq. O forse qualcuno ritiene – e qualcuno glielo ha fatto credere – di poter fare quello che vuole, al di fuori e al di là delle norme?
Riducono che cosa? Da tre anni, le stesse delibere della Giunta Comunale che dichiaravano “l’interesse pubblico” dicevano a chiare lettere che le società dovevano stare dentro i limiti di edificabilità del Piano Generale del Territorio (0,35 mq/mq.)
E sarà tutto da vedere a quanta superficie lorda costruita si arriverà partendo da 98.000 mq, con “più questo, più quello, più quell’altro, più quell’altro ancora”.
E sarà da vedere se il verde e il Parco dei Capitani aumenteranno dagli attuali 51.832 mq. (dati del Comune).
Come sarà da vedere quanto è il canone di affitto di tutta l’area in concessione, vista la precedente vergognosa e insultante proposta delle due società di pagare 2 milioni all’anno.
E di chi sarà la proprietà degli edifici “residenziali, commerciali, di intrattenimento e servizi”? Milan e Inter faranno gli immobiliaristi? O si affideranno a qualcuno? È doveroso saperlo prima di una eventuale concessione di suolo pubblico.
Fa anche una certa tristezza la pratica dilatoria del Sindaco e del suo portaborse che da tre anni evitano un dibattito e una delibera del Consiglio Comunale. Tutt’al più, ma proprio per concessione del monarca, una passata in Commissione, magari on line: una commissione in presenza sarebbe troppo. Del dossier, “vidimato da Palazzo Marino”, (quindi dal Sindaco), naturalmente i Consiglieri Comunali ne hanno conoscenza dai giornali.
E poi, si inventano un “dibattito pubblico” farlocco, guidato da un amico del direttore generale, uno che è stato già consulente del Sindaco per le periferie, e anche sagace conduttore di un inutile, inconcludente dibattito sui Navigli.
Mi chiedo perché in campagna elettorale un anno fa il Sindaco non ne ha parlato. Se era una operazione così valida, così brillante, così innovativa, perché non parlarne apertamente in campagna elettorale e non darle una dignità ufficiale con la sua approvazione dall’assemblea rappresentativa di tutti i cittadini?
Forse perché non si ritiene il Consiglio comunale in grado di affrontare un problema come questo? O forse perché con il Consiglio Comunale si perde tempo? O perché magari su San Siro si forma una maggioranza diversa da quella che sostiene il Sindaco?
La conduzione di questa vicenda è stata fatta talmente male che palesa una assurda ostinazione contro il buon senso e l’interesse generale.
Comprendo che Sala sia all’ultimo mandato, non più rinnovabile e quindi non abbia bisogno del più largo consenso dei cittadini. Sala può però ancora salvare la sua immagine di “sinistra” e soprattutto lo dovrebbe fare il PD: non andate avanti in una trattativa privata, fate il concorso internazionale per lo ammodernamento, anche degli spazi esterni, e la gestione del Meazza in San Siro.
E se la proposta migliore per l’interesse generale e per le casse del Comune è delle due società americane, che paiono attualmente proprietarie delle squadre di calcio milanesi, i cittadini milanesi potranno constatarlo con una procedura assolutamente trasparente.
“La colpa, caro Bruto, non è nelle nostre stelle, ma in noi stessi”
“Buona notte, e buona fortuna”
Luigi Corbani
(domenica 11 settembre 2022)
P.S. Un promemoria: in Europa tutte le squadre hanno lo stadio in proprietà o in concessione esclusiva. Quelli del “nuovo stadio” presentano una soluzione vecchia: lo stadio in compartecipazione. Segno che l’obiettivo non è il modello europeo di squadra, ma una operazione immobiliare “in condominio”.
Tutti più che buoni ma questo è l’articolo migliore!!