Ha ragione Mattia Feltri sulla Stampa di oggi: siamo proprio piccini. Piccini non solo come entità geografica, ma come entità politica: l’Europa non sa essere parte di un sistema politico mondiale multipolare, sta chiusa nel suo guscio e subisce l’impatto di quanto avviene nel mondo, incassa e male. O dall’Africa o dal Medio Oriente o dall’Asia Centrale arrivano moltitudini di profughi che scappano dalla fame, dalla sete o dalle guerre o da chi calpesta i diritti fondamentali dell’uomo e l’Europa si perde in un egoismo nazionalistico che domina ancora, e soprattutto nei Paesi dell’est appena entrati nell’Unione europea.
Gli americani lasciano l’Afghanistan (per mero calcolo politico interno e internazionale) e passano la patata bollente a Russia, Cina, Iran e Pakistan e intanto costruiscono un patto nel Pacifico in funzione anticinese (non solo a fini militari, ma politici e commerciali) e l’Europa reagisce sotto la pressione della Francia (che viene soppiantata dagli Stati Uniti nella fornitura di armi all’Australia e che ha due milioni di abitanti nel Pacifico) con calma, se va bene dopo un mese.
Per fortuna che c’è Draghi a capo del G20. Ma pensate se ci fosse stato ancora (come volevano Bettini e il PD) Conte?
Perché ci sono anche i nani (politici). Pensate a Conte e Di Maio pronti a reagire come bisce all’idea (solo all’idea) che l’Italia possa mettersi a studiare le nuove tecnologie dell’energia nucleare di terza o quarta generazione a fissione. Forse è sfuggito loro che l’Eni in America ha finanziato una ricerca importantissima per “l’energia pulita”, ovvero per la produzione di energia da “fusione magnetica”. E forse un primo impianto dimostrativo di questa nuova tecnologia potrebbe essere realizzato nel 2025 e nel prossimo decennio potrebbe essere disponibile nella rete elettrica l’energia prodotta dal primo impianto di questo tipo.
Tutti i Paesi vanno avanti nella ricerca per avere energia pulita in sicurezza dal nucleare, ma non l’Italia. Ma i due geni della politica italiana non sanno che importiamo energia nucleare da Svizzera e da Francia, altrimenti avrebbero già chiesto di tagliare i fili degli allacciamenti.
Immagino che adesso ci sarà una vibrata protesta del nostro Ministro degli Esteri sulla fornitura all’Australia da parte degli Usa di sottomarini nucleari, che peraltro girano da tempo nel Mediterraneo, davanti a casa sua. O forse delle armi nucleari, a M5S ed ecologisti nostrani non interessa nulla, quello che interessa è solo fare un piacere ai petrolieri privati e all’Enel, e conquistare il consenso di tutti coloro che, per ignoranza, per falso ambientalismo o per malafede, non vogliono le centrali nucleari in Italia ma accettano, poiché non organizzano mai proteste transnazionali, per le centrali nucleari in Francia, Spagna, Svizzera, Slovenia, Germania, ecc., ecc..
“La colpa, caro Bruto, non sta nelle nostre stelle, ma in noi stessi” “Buona notte, e buona fortuna”
Luigi Corbani
(venerdì 17 settembre 2021)
Mattia Feltri La Stampa “I piccini all’angolo”
Sono sempre stato un appassionato di cartine geografiche e da tempo mi riprometto di acquistare un planisfero pacificocentrico, ovvero una mappa del mondo in cui al centro non c’è l’Europa ma l’oceano Pacifico, a destra l’America, a sinistra l’Australia, la Cina, l’India, e l’Europa è lassù, nell’angolo di sinistra, piccola piccola.
Dovrò affrettarmi perché sì, il green pass, i no vax, ma la notizia del giorno mi sembra la stipula di Aukus, un patto per la sicurezza fra Stati Uniti, Gran Bretagna e Australia. Per capire la portata: gli Stati Uniti doteranno l’Australia di sottomarini a propulsione nucleare, cioè condivideranno tecnologie belliche avanzate. La Cina l’ha presa malissimo perché sa di che si tratta: gli americani cercano alleati e presenza militare nel fuoco del mondo, dove la Cina spadroneggia, dove si produce il 60 per cento del pil globale e due terzi della crescita, e dove con il Quad – un’intesa commerciale fra Usa, Australia, India e Giappone in alternativa alla Via della Seta – la partita è già cominciata. Vogliamo portare libertà nell’Indo-pacifico, ha detto Biden.
Sta mettendo a soqquadro il mondo, rispondono da Pechino. Ah, dimenticavo. Pure l’Ue è furiosa, perché è stata tagliata fuori dal progetto: nessuno s’è curato di metterla a parte né dei presupposti né degli sviluppi. La Francia è arrivata a dire che Biden è peggio di Trump, in ogni caso l’Ue ha deciso di discuterne in una riunione dei ministri degli esteri. Domani? Dopodomani? No, il 18 ottobre. Guardatela dalla prospettiva giusta, compratevi un planisfero pacificocentrico: noi siamo lassù, nell’angoletto, piccoli piccoli.