Dal 1987 mi sono battuto per eliminare il Senato e avere una Camera sola con 315 deputati, visto che abbiamo venti regioni con potestà legislativa e il Parlamento europeo. Invece si è andati, per demagogia, senza un quadro istituzionale preciso e definito, a una mera riduzione dei parlamentari. Un anno fa avevo scritto che la scelta di andare alla stessa composizione elettorale (voto ai diciottenni e cancellazione della base regionale per la elezione del Senato) ci avrebbe portato da un “bicameralismo perfetto” a un “bicameralismo perfettissimo”, o meglio a un “bicameralismo fotocopia”. In questi giorni il misfatto è stato compiuto con la motivazione di fare due Camere esattamente identiche sia per l’elettorato che per il sistema elettorale, al fine di ottenere le stesse maggioranze in tutte e due le Camere. Non è stato fato per fare meglio le leggi e controllare meglio l’esecutivo, nossignori, è stato fatto per avere due camere uguali e dare più forza all’esecutivo. Auguri. Non mi dilungo, pubblico qui un articolo uscito in questi giorni.
Luigi Corbani
(domenica 11 luglio 2021
Così però è uno spasso. Ora, come è annunciato, il prossimo tuffo nel progresso sarà il voto ai sedicenni, di modo che i ragazzi verranno dichiarati adulti con un paio d’anni d’anticipo e, con un paio d’anni d’anticipo, questa politica manettara potrà mandarne al gabbio alcuni di loro e buttare la chiave, magari per uno spinello. Solo per dirne una. Per intanto il Parlamento ha modificato la Costituzione e al prossimo giro voteranno per il Senato i maggiori di diciotto anziché i maggiori di venticinque. Niente in contrario, eh. Massima fiducia nelle giovani generazioni eccetera. Soltanto che c’è un piccolissimo problema: se gli elettori della Camera e quelli del Senato coincidono perfettamente, significa che coinciderà perfettamente la composizione di Camera e Senato. E siccome Camera e Senato hanno esattamente gli stessi compiti (bicameralismo paritario), novantanove volte su cento prenderanno esattamente le stesse decisioni. Che senso ha, posto che è vietato abolire il bicameralismo paritario, poiché all’ultimo referendum il popolo sovrano ha deciso di tenerselo? Nessuno. Serve solo a sprecare tempo. E infatti Meuccio Ruini – presidente della Commissione dei 75 che stese il testo costituzionale su cui l’Assemblea costituente lavorò per la versione definitiva – spiegò quanto fu faticoso assegnare una peculiarità al Senato: “La difficoltà maggiore stava e sta nel modo di composizione della seconda Camera o Camera dei senatori. È chiaro che non può essere formata a semplice duplicato e con gli stessi modi della Camera dei deputati”. Tutta fatica sprecata. Bastava fare come facciamo noi oggi: fregarsene.
Mattia Feltri
(la Stampa 10 luglio 2021)