L’Abruzzo rappresenta il 2% dei votanti in Italia nelle politiche del 2018, il che rappresenta un vero sondaggio. I vincitori delle elezioni sono gli astenuti: infatti sono passati dal 38% degli aventi diritto del 2014, al 25% delle politiche 2018 al 47 % del 2019. Ovvero, un elettore su 2 non ha votato.
Grande vittoria del centrodestra? Mah!? Il dato politico vero è il crollo delle 5S. Le 5S sono sotto il risultato del 2014 (-22.865) e di gran lunga (-184.719 voti) sotto le politiche del 2018 dove si erano affermati con un perentorio 39,86%.
Il centrodestra ha preso solo 24.710 voti in più delle politiche del 4 marzo 2018: di questi voti in più del centrodestra, non hanno usufruito né la Lega (solo + 3.355 voti) né Fratelli d’Italia (+1.289), che pur avevano il candidato presidente, né l’Udc (+620), ma la lista di Azione politica (+19.446). C’è stato, nel confronto 2018-2019, un travaso di voti da Forza Italia (-56.204) alla Lega (+59.559). Ecco dunque che all’interno del centrodestra si configura il nuovo rapporto di forze: la Lega nel 2018 era quasi pari a Forza Italia, oggi rappresenta tre volte il partito di Berlusconi.
In definitiva, il centro destra è avanti sia rispetto al centro sinistra (+111.249) che rispetto alle 5s (+176.592).
Visto l’impegno dei due vicepremier in Abruzzo, mi pare evidente che “quota 100” e il tema dell’immigrazione abbiano più capacità di attrazione del ”reddito di cittadinanza”.
Per cui, mi sembra che il centrodestra abbia mangiato la polpa, e abbia lasciato le ossa alle 5S, dopo che sono servite a fare un brodino per il centrosinistra, che continua ad avere un infermo cagionevole, il PD, che ha bisogno di forti e amorevoli cure, a rapido effetto.
Il PD dal 2014 al 2018 ha perso 62.972 voti e dal 2018 al 2019 ne ha persi altri 41.779 per un totale in cinque anni di 104.751.
Sia nel 2014 che nel 2019, per la sinistra, c’erano 7 liste, oltre a quella del PD, a sostenere il candidato Presidente, il quale ha dato un valore aggiunto del 6,41% (nel 2014 il valore era 2,11%) rispetto alla somma dei voti di lista. La candidata delle 5s ha portato un’aggiunta del 6,63% (nel 2014, 4,88%), mentre il candidato del centro destra ha aggiunto al valore delle sue liste solo 1,72%, (nel 2014 era il 2,30%).
Il centrosinistra ha recuperato quasi 50.000 voti sul 2018 e quindi è sotto di quasi 130.000 voti rispetto al 2014: pesa il tracollo del 2018 (quasi il 60% dei voti del 2014 sono andati persi). Rimane il fatto che il centrosinistra ha recuperato molto sulle 5 S del 2018 ed oggi ha un vantaggio di 65.343 voti sui grillini.
Credo però che l’osso sia andato di traverso alle 5S, e il trauma abbia provocato una vasta infezione con febbre alta da delirio. Dichiara infatti la candidata pentastellata: “Tutto il bene fatto non è servito a niente, la politica del clientelismo e servilismo unito ad una buona dose di ignoranza, ha avuto la migliore!” (sic! L’italiano non è il loro forte, ma in questo caso è un errore da stress, da rabbia). In sostanza, gli elettori che non votano per le 5S sono codardi, servili e ignoranti, con buona pace della Lega .
Certo che sul clientelismo ha ragione Orazio: “Mutato nomine de te fabula narratur” «mutato il nome, la favola parla di te». I giornali dicono che conosce bene un ex deputato, arrivato terzo nell’uninominale di Brescia, che è diventato vice capo gabinetto del Ministro (il bibitaro) dello sviluppo economico: stipendio annuale di 110.000 euro. Spesa a dir poco curiosa, visto che c’erano già altri due vice capo di gabinetto.
Marianna Guillonk