Mi risulta sempre più difficile capire il senso delle apparizioni televisive di Giuseppi: ieri sera era una pura marchetta per vantarsi di una cosa (il Recovery Fund) contro il quale una parte del suo governo, nel Parlamento europeo, le 5S, o avevano voto contro o si erano astenuti.
Fra l’altro, il meccanismo del Recovery Fund è da definire entro giugno, ma non importa per Giuseppi: basta andare in tv. Da tutte le apparizioni televisive, (ben dodici, mentre in Parlamento è andato solo due volte in 84 giorni), ho l’impressione che, con il suo capo, abbia utilizzato questa vicenda della pandemia per fini mediatici personali.
Con una gran faccia di palta, Conte e le 5s si attribuiscono un merito inesistente. Tutti i giornali stranieri parlano dell’iniziativa della Francia, della Spagna e del Portogallo, ai quali attribuiscono il merito di aver sempre parlato di Recovery Fund (e non di Eurobond o di Coronabond) Con una iniziativa tenace, quei Paesi hanno ottenuto le aperture della cancelliera Angela Merkel, della Presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde e della Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. L’Italia appare come il fastidioso e insistente questuante: per fortuna che ci sono Gentiloni e Gualtieri che hanno contribuito al pacchetto di misure approvate o invia di approvazione. La Lagarde, nella notte, ha fatto anche una operazione per mettere in sicurezza l’Italia, che potrebbe essere la prima vittima delle agenzie di rating: in sostanza, la BCE continuerà a comprare i nostri titoli di stato, i nostri debiti, anche se fossero considerati “spazzatura”, “junk bond”. La Merkel ha spiegato al Bundestag che l’Europa è una “comunità di destino”: una bella differenza da Giuseppi che ha parlato di “comunità di interessi”, chiedendo di fatto che gli altri diano all’Italia i soldi a fondo perduto: e questa posizione per il Ministro degli Esteri del Paese di Pulcinella è la “difesa dell’Italia”. Robe da vergognarsi, ma il pudore non è un bene posseduto dalle 5S, che possono mentire, dire il contrario, e imbrogliare la gente raccogliendo le firme contro il Mes, pur di stare al potere, pur di avere delle rendite economiche per sé, per gli amici e per gli amici degli amici, e abbuffarsi con le nomine.
La Presidente Von der Leyen ha detto che il Recovery Find potrebbe essere all’interno del prossimo bilancio UE, che, con l’emissione di obbligazioni e altri strumenti, potrebbe arrivare a mobilitare una somma fino a duemila miliardi. Ma vi è ancora un punto da dirimere: quanti di questi possono essere prestiti (sia pure a lunghissima scadenza e con bassi interessi) o sussidi a fondo perduto. Vi è anche la possibilità di una soluzione ponte per dare subito dei soldi all’Italia, a partire da luglio, ovviamente se l’accordo tra i 27 (ovvero anche con l’Italia)) si fa entro giugno. Nel frattempo, oltre all’intervento della BCE, ci sono a disposizione oltre 500 miliardi: 200 della Banca Europea degli Investimenti, 100 dal fondo anti disoccupazione “Sure” e circa 200 del Meccanismo europeo di stabilità, che consente di accedere anche a una linea di acquisto illimitato di titoli di Stato italiani da parte della BCE.
E se l’Italia non vuole utilizzarli, è una scelta tutta sua.
Ora, Giuseppi avrebbe dovuto dire chiaramente agli italiani che il Paese sta in piedi grazie a quello che sta facendo l’Europa, e che stanno facendo tre donne a capo dell’Europa. E mi preme sottolineare che sono queste donne che stanno salvando il progetto europeo, stanno dimostrando di essere dei leaders del presente e del futuro dell’Europa. Non le mezze calzette che non provano neanche il senso del ridicolo quando dicono che “la storia è dalla nostra parte”. A me piacerebbe tanto che nelle prossime elezioni europee, oltre che per il Parlamento, si possa votare per il capo del governo europeo e, allo stato attuale, una di queste tre donne sarebbe il candidato ideale.
Uno statista in televisione avrebbe fatto un discorso più sincero e onesto al Paese: l’Italia, quest’anno, arriverà ad avere duemila seicento miliardi di debito, oltre 43.000 euro a testa; il rapporto debito/PIL arriverà al 155,7%, poiché avremo anche una caduta del PIL del 8-9%; quindi, cari compatrioti, avremo bisogno di voi e dell’Europa, per non affondare e dovremo rimboccarci le maniche, non perché gli altri ce lo chiedano o ce lo impongano, ma perché la realtà ci obbliga ad evitare la bancarotta.
Aggiungo che non capisco perché il PD non abbia sposato una proposta valida, efficace, che mobilita il Paese, come quella del “prestito per la rinascita dell’Italia”, proposto da Giovanni Bazoli, da Ferruccio de Bortoli, da Giulio Tremonti. In questo silenzio, hanno buon gioco le opposizioni a lanciare i “bond patriottici”, che dovrebbero comprare gli italiani e la Banca centrale Europea: attenti che in politica il vuoto è sempre riempito da qualcun altro e questa idea dei “bond patriottici” può far presa sugli italiani.
Una iniziativa politica del PD sarebbe tanto più gradita nel momento in cui la Merkel ha anche affermato che la Germania aumenterà il suo contributo al bilancio europeo, ma «se stiamo andando, come sembra che stiamo andando, verso la mobilitazione di una quantità di denaro senza precedenti per costruire la necessaria capacità di bilancio, allora dobbiamo avere coerenza nei sistemi di tassazione delle società e ci serve un sentiero di convergenza: non una quantità enorme di idee diverse su come usare i nostri sistemi fiscali» – riporta Federico Fubini sul Corriere – “Mário Centeno, il portoghese presidente dell’Eurogruppo, ha rafforzato lo stesso concetto: «Ora che mettiamo insieme le nostre risorse dobbiamo essere pronti a discutere insieme come le spendiamo e come tassiamo”.
È dell’altro giorno la proposta da me avanzata sulla imposta unica europea sulle imprese e sull’Iva, ma qualcuno dovrebbe anche riflettere di più sul fatto che ieri il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato i dati delle dichiarazioni 2019 dei redditi 2018: il 48% degli italiani (oltre 29 milioni) non paga un centesimo di irpef, e l’altro 52% (31,2 milioni) paga 164,2 miliardi di euro pari a 5.270 euro pro capite.
Tanto per dare un termine di paragone: per la sanità lo Stato italiano nel 2018 ha speso 115,4 miliardi, per la scuola 67 miliardi, per gli interessi del debito pubblico 65.
Ma meglio non parlare dell’evasione fiscale: una cifra tra 110 e 200 miliardi. Ma finché la barca va,…
“La colpa, caro Bruto, non è nelle nostre stelle, ma in noi stessi” “Buona notte, e buona fortuna”
Luigi Corbani
(venerdì 24 aprile 2020)