A Brescello crolla la statua di Peppone.
Collocata nella piazza principale, dopo aver dato segni di stanchezza e cedimento, è collassata.
La cricca clericale ha subito fornito un’interpretazione allegorica del fatto: finalmente anche il bronzo ha preso atto della fine dell’ideologia comunista e ha deciso di farsi rottamare.
A sostegno di questa tesi la cricca clericale porta la saldezza della statua dedicata a don Camillo nella stessa piazza (che in effetti resiste).
La verità però è un’altra.
La statua di Peppone ha ceduto perché negli anni (esattamente dal 2001 quando fu eretta) migliaia di turisti (compagni, simpatizzanti, fan di Guareschi o di Gino Cervi, non importa distinguerli) hanno abbracciato il manufatto per farsi fotografare.
Tanto affetto alla fine ha avuto la meglio sul metallo. La forza e il calore del sentimento di simpatia nei confronti di Peppone (combattente sul Piave, partigiano, comunista, sindaco, meccanico) hanno vinto la freddezza del bronzo.
Ciò significa che a dispetto dei risultati elettorali, la sinistra non ha crisi di vocazione e si aggrappa ai propri simboli per trovare la forza di superare le difficoltà del momento e ritornare a vincere. Peppone è un simbolo inossidabile.
Probabilmente la statua di don Camillo, realizzata con lo stesso materiale, non gode di altrettanto trasporto emotivo. Brescello non è meta di pellegrinaggio clericale, evidentemente.
La locale cellula (ormai clandestina) del PCI per voce dello Smilzo fa infatti sapere che nessuno è mai stato visto abbracciare la statua del parroco. Essa resiste, sì, ma per crisi di vocazione.
Pepito Sbazzeguti
Noo! è crollato un mito. Apriamo una sottoscrizione a favore dei cittadini di Brescello perché possano riappropriarsi della loro storia.
A 13 anni andai a firmare il libro di condoglianze di Stalin deceduto due giorni prima il 5 marzo 1953. Mi fermai a lungo in raccoglimento davanti al ritratto del padre dei popoli. Acquistai anche una copia de L’Unità che titolova Glora eterna…….e STALIN È MORTO. Nello stesso periodo ero un lettore accanito de L’Avanti e di Candido diretto da Giovanni Guareschi l’inventore di Peppone sindaco comunista e Don Camillo parroco in eterna lotta. Da avversari mai da nemici. La parola odio non esisteva. E Guareschi seppe interpretare con grande coerenza quei tempi.
E pero’ che sia proprio il sedicente Pepito Sbazzeguti a parlare… di Peppone! Fake news, fake news…
Gratta il Pepito e trovi il Peppone, scriveva Guareschi…