La verità è che siamo in un film fantastico, surreale: per giorni, i giornali ci hanno riempito di notizie sul voto di fiducia al Senato: “in pericolo il governo, aria di crisi; mal di pancia tra le 5S: molti non votano la fiducia”. Sarà stato per fare qualche titolo, per cercare di vendere qualche copia in più, ma lo sapevano anche i sassi che il governo non correva alcun pericolo: non ci voleva la maggioranza assoluta dei componenti, ma la maggioranza relativa dei presenti, e quindi sarebbe andato tutto liscio. Anche perché, in questo film surreale, non potevano mancare al governo i voti del senatore Ricardo Antonio Merlo, “Nato e residente in Argentina, ha acquisito la nazionalità italiana iure sanguinis”, del “Movimento associativo italiani all’estero”, che, con il suo compagno Adriano Carlo, sostiene il governo, di cui è sottosegretario agli Esteri. Sì, perché noi abbiamo rovesciato il principio “no taxation without representation”, noi siamo per il principio fondamentale, seguito da tanti italiani, “representation without taxation”.
In questo film dell’inganno, si è adottato un decreto per le navi delle Organizzazioni Non Governative , che hanno salvato 248 persone, e già l’idea che salvare delle persone sia reato, la dice tutta sulla fase fantastica, irreale, kafkiana, onirica, visionaria, assurda e inverosimile, che stiamo vivendo. Il 94% degli sbarchi avvengono attraverso barchini e barche, che nessuno controlla e che, stando ai magistrati, sono gli sbarchi in cui si intrufolano gli elementi pericolosi. Ma pare che più del 40% (Lega e Fratelli d’Italia), del 60% degli italiani che votano nei sondaggi, ovvero il 24% degli italiani sia felice, abbia manifestazioni di giubilo incontenibile davanti al fatto che si blocca la Sea Watch.
Molti hanno fatto finta o sono talmente in stato confusionale da pensare che le 5S potessero mollare il potere per il “decreto sicurezza bis”. Si dimentica che uno dei più accaniti contro le ONG è stato il Capo politico delle 5S (il 30 aprile 2017 l’Ansa scrive: “Siamo di fronte a un fenomeno in cui delle imbarcazioni prendono dei migranti in mare, e non li salvano mentre stanno per affogare; per me sono taxi. Allora facciamo prima a mettere un traghetto Tripoli-Trapani”. Lo ha detto Luigi Di Maio)
Le 5S si sono inchiodate alle poltrone e non si schiodano neanche con la gru: ministri, sottosegretari, senatori, deputati, assistenti, assistenti degli assistenti, ecc. Il bilancio consuntivo 2018 della “Associazione Movimento 5 Stelle”, firmato il Capo Politico, è 0 (zero!) euro. Tutti sono pagati dai contribuenti e in più i gruppi parlamentari portano a casa quest’anno circa 18 milioni di contributi pubblici per il funzionamento dei gruppi medesimi. Tra il 2013 e il 2017 i gruppi 5S hanno preso 31,8 milioni di soldi pubblici.
Si è formata una vera e propria “casta”: sono passati in un batter d’occhio da dalit (fuori casta) a brahmani (la prima casta), senza aver arte né parte, per una congiuntura astrale che ha fatto sì che gli italiani sposando il “vaffa” creassero una casta vera e propria, di gente che non molla la sedia neanche se li schiaffeggi dalla sera alla mattina. E questo l’ha capito persino quello che ha sempre preferito i comizi al lavoro. Prendete la giornata di oggi: il segretario della Lega convoca al Viminale (sede secondaria di partito) le organizzazioni sindacali e imprenditoriali, che si precipitano dopo che il giorno prima sono state convocate da Conte. Naturalmente nessuno protesta, né Conte né il Capo Politico. Un apprezzamento va dato alla CGIL che non si è prestata a questa pantomima: le altre organizzazioni dovrebbero essere convocate dal Ministro dello Sviluppo Economico, così almeno fanno il giro del governo.
Non siamo in presenza di un governo, ma di una diarchia unita da cupidigia di potere. La crisi può aprirla solo la Lega, allo stato attuale dei fatti. Le 5S subiranno anche la TAV: devono evitare il pericolo di ritrovarsi fuori dal governo e con 200 parlamentari in meno. Spero tanto che le 5S siano lasciate a far i conti con Lega (con i suoi alleati, Forza Italia e Fratelli d’Italia) sulla loro mozione farlocca e che il PD assista senza prendere parte al teatrino.
Se penso che il PD ha evitato di presentare la mozione di sfiducia a Salvini, per non compattare la maggioranza, mi viene da piangere. Così come mi è apparso triste il balletto sulla raccolta delle firme per sfiduciare Salvini – o raccogli milioni di firme o è un puro esercizio di lotta interno – e vedo un po’ dura la mobilitazione popolare nel mese di agosto, ma non pongo limiti alla provvidenza. Quello che mi sembrerebbe possibile e utile è che, anche in agosto, tutto il gruppo dirigente nazionale si impegni in un lavoro porta a porta, spiaggia per spiaggia, volantini alla mano, in Emilia Romagna. Così come i gruppi parlamentari potrebbero mettere a disposizione dei dossier argomentati, con numeri, statistiche e costi, sugli immigrati, sui reati in Italia, sulla “quota cento”, sul “reddito di cittadinanza”, sui navigator, sui centri per l’impiego, sulle imposte (chi le paga? quant’è l’evasione? Quanto hanno perso i contribuenti con gli scaglioni di reddito fermi al 2006?), così da preparare una campagna d’autunno efficace per contrastare le bugie e le menzogne propagate a piene mani. Ben sapendo che la opinione pubblica preferisce sentire le bugie confortevoli piuttosto che le verità scomode.
“Nel Paese della bugia, la verità è una malattia”.
Iside Corniola
(martedì 6 agosto 2019)