Per un mese non abbiamo avuto notizie di lui, se non che era impegnato a traslocare nella casa della fidanzata, e poi dal parrucchiere, poi abbiamo avuto anche la sua immagine da ciclista con cane e musica di Vasco Rossi “splendida giornata” e infine la foto da calciatore dalla Engadina. Abbiamo passato un mese preoccupati: dove è il nostro amato Sindaco?
Poi ieri finalmente è apparso con Letta e adesso sappiamo che vota PD e che il PD, se lui decide, lo sosterrà alle elezioni regionali. Due buone notizie in n colpo solo!
Comprendo come la scelta di Sala sia stata difficile: doveva scegliere tra il PD e il terzo polo di Calenda-Renzi, che sono parte della sua maggioranza sotto la dicitura “riformisti per Sala”. Certo alla fine valutando le opportunità che il PD offre per il suo futuro, mi sembra che abbia fatto la scelta giusta per lui.
Però se ci fossero dei giornali, qualcuno avrebbe potuto chiedere che fine ha fatto il leader politico nazionale Sala, a capo di un nuovo partito con Di Maio e Tabacci, con i sindaci, con le associazioni di volontariato, con il mondo intero.
Alle volte mi chiedo se esiste ancora la stampa o la televisione di informazione. Nel dubbio di avere sognato, sono andato a riprendermi i giornali, non solo quelli che hanno dato rilievo nazionale alla straordinaria, sconvolgente notizia che era impegnato a traslocare nella casa della fidanzata, ma quelli che lo descrivevano, con dovizia di particolari, nel suo ruolo di grande dirigente politico nazionale,
Giovanna Casadio su Repubblica del 17 giugno, riferendosi ad un incontro a New York tra Di Maio e Sala, scriveva “È presto per dire se le idee che il sindaco di Milano coltiva sulla costruzione di un nuovo polo politico riformista e ambientalista possano incrociarsi anche con un’eventuale (sic! sarebbe avvenuta una settimana dopo) scissione in casa M5S. Di certo, per ora, c’è la considerazione di Sala per Di Maio (“Ho grande stima di lui”, ha confidato a più di un interlocutore) e la determinazione con cui si sta muovendo per costruire una rete che potrebbe dare vita a un movimento, “una cosa politica” nuova, e la considerazione per Di Maio.”
Ora la scissione di Di Maio c’è stata. Perché l’ha fatta, prima che Conte togliesse la fiducia a Draghi, è un bel mistero; anziché stare nelle 5 Stelle a contrastare, fino all’ultimo, la idea di Conte e delle 5S di rifarsi una verginità populista antisistema, se ne è uscito, pensando anche con qualche parole di scusa, di rimuovere per sempre i danni combinati a questo Paese.
Per di più, nessuno del PD sembra aver contrastato in tutti i modi l’uscita di Di Maio. Per quale calcolo politico? Di fare il campo largo con due pezzi delle 5S ? E né Di Maio né Letta né i vari Orlando, Franceschini, Boccia, Provenzano, hanno pensato che la mossa di Di Maio avrebbe accelerato la decisione del “leader dei progressisti” di porre fine al governo Draghi ?
Mossa questa che, oltre a fermare un governo che stava facendo una azione per ridare credibilità e ottenere fiducia internazionale all’Italia, per la concretezza e la serietà della attività di governo, ha avuto un risvolto politico ed elettorale gravissimo: ha tolto la Lega e Forza Italia dall’imbarazzo di andare alle elezioni politiche in una posizione diversa da quella di Fratelli d’Italia, fatto che rendeva palese le differenze ed esaltava le contraddizioni interne al centrodestra.
Far finire la legislatura impediva una naturale e facile ricomposizione del centrodestra: rendeva più difficile la riunificazione del centrodestra, con due partiti che dal gennaio 2021 alla primavera 2023 erano nella maggioranza di governo con Draghi e un partito che era all’opposizione.
Forse Sala ha detto a Di Maio di non fare la scissione ? No, perché “il sindaco di Milano coltiva delle idee sulla costruzione di un nuovo polo politico riformista e ambientalista”.
Perché lui il Sindaco lo fa senza fatica, anzi Milano è troppo piccola per lui, per le sue capacità manageriali e politiche ed allora deve coltivare grandi visioni strategiche, il suo futuro come grande leader politico nazionale. E allora vai con gli incontri tra Letta, Sala e Di Maio per il “nuovo polo politico riformista e ambientalista”.
Perché Sala ha grande stima di Di Maio. A parte il fatto che costui dovrebbe fare il Ministro degli Esteri di un Paese al centro del Mediterraneo e parte fondamentale dell’Europa, con tutto quello che succede in Libia, a Gaza e in Israele, con la guerra in Ucraina, con le tensioni attorno a Taiwan, con gli sbarchi degli emigranti, e invece passa i mesi a pensare alla sua lista e alla sua candidatura.
Ma Di Maio, nel 2019, non nel 1947, ha affermato che “il PD in Emilia Romagna toglieva i bambini alle famiglie con l’elettroshock per venderseli”. Come si fa ad avere stima di uno così? Uno che dovrebbe fare il giro a piedi dell’Emilia Romagna a chiedere scusa a tutti i circoli e gli iscritti del PD. E solo l’idea che costui venga messo in una lista del Pd è un sintomo di quanto sia latitante una politica e un gruppo dirigente vero in quel partito.
Ma Sala ha così tanta stima di Di Maio per cui mi domando che fine ha fatto il suo polo con Di Maio, dopo l’incontro a casa sua (non a casa della fidanzata). O forse tutti gli hanno detto “pensa a fare il sindaco che per la politica non sei buono” ?
A proposito, sempre se avessimo dei giornali, qualcuno potrebbe chiedere a Sala, visti i suoi amorosi sensi con Di Maio, come va adesso con il suo amico Grillo che il nostro amato ( da un cittadino milanese su quattro) Sindaco è andato a trovare al mare, nella sua villa in Liguria, giusto un anno fa, nel mezzo di quella lunga e noiosa telenovela del “mi candido/non mi candido”.
Ma dovremmo avere dei giornali veri. Invece abbiamo il maggiore e più autorevole organo di informazione italiano che pubblica delle marchette per la ricandidatura di Michela Vittoria Brambilla, che ci tiene così tanto alle battaglie animaliste che alla Camera ha partecipato solo allo 0,81% delle votazioni elettroniche in Aula: un assenza nel 99,19% delle votazioni, un record. Di Lecco, dal 2008 in Parlamento, già Ministro del Turismo, eletta nella circoscrizione Lombardia 1 nelle elezioni del 2018, adesso correrà nel collegio uninominale di Gela, Sicilia.
Ma adesso, che ci penso: Sala non si era iscritto ai Verdi europei, l’anno scorso? Ah, già l’anno scorso, questo è un altro anno. E il prossimo anno a cosa si iscrive?
“Piangi, ché ben hai donde, Italia mia”
Paolino Casamari
(sabato 3 settembre 2022)