Solo il 51% degli italiani (trenta milioni e seicento settantamila) versa almeno un centesimo di irpef: mettendoci dentro anche le addizionali regionali e comunali, versano 174 miliardi, con una media di imposta per contribuente di 5.681 euro, il che corrisponde al 21% del reddito dichiarato (839 miliardi).
Il 49% degli italiani non ha reddito, risultando quindi di fatto a carico della collettività: ventinove milioni e ottocentomila italiani non hanno reddito. Su dieci milioni di dichiarazioni con redditi fino a 7.500 euro annui, pagano qualcosa (306 euro per contribuente) solo 2,3 milioni di contribuenti per un ammontare di 720 milioni di irpef: quindi quasi otto milioni non versano nulla.
Ci sono poi 8,3 milioni di dichiarazioni con redditi tra 7.500 e 15.000 euro, ma tra deduzioni, detrazioni “bonus 80 euro”, sono 6,2 milioni quelli che versano l’imposta (1.137 euro in media): oltre due milioni non versano nulla. Quindi il reddito fino a 15.000 euro rappresenta il 45% di tutte le dichiarazioni, ovvero 18,6 su 41,2 milioni, ma di questi dieci milioni non versano nulla: rimangono 8,6 milioni che versano 7,8 miliardi di euro di imposte (questa ultima cifra rappresenta il 4,5% di tutta l’irpef). Solo il 3% della popolazione ha un reddito superiore a 55.000 euro: così appare dalle dichiarazioni dei redditi! I pensionati (che sono 14,5 milioni) pagano in media 3.230,90 euro di imposta con un reddito medio di 17.433. I lavoratori dipendenti sono 21,8 milioni e pagano 3.686,52 euro d’imposta con un reddito medio di 20.565. Gli autonomi, i professionisti e gli imprenditori pagano 6.789,51 di imposte dirette.
Il contributo principale (120 miliardi pari al 69% di tutto il gettito) è dato dai contribuenti nella fascia di reddito tra 20.000 e 100.000: 16 milioni che sono il 39% delle dichiarazioni dei redditi 2017 e sono pari al 27% della popolazione italiana. Costoro pagano in media 7.473 euro di irpef.
Aumenta dunque il numero delle dichiarazioni dei redditi, diminuiscono i redditi dichiarati e diminuiscono quanti versano le imposte dirette. Poiché aumenta il PIL e l’occupazione (sia pure di poco, ma aumentano) e aumenta di poco il gettito delle imposte dirette, si deduce che quelli che pagano sono sempre meno, ma pagano di più.
Si consideri che le imposte dirette coprono solo il 38% del costo del sistema di protezione sociale (pensioni, assistenza, sanità), che è pari a 453 miliardi: il che vuole dire che oltre ai contributi sociali, ci va dentro anche una parte della imposte indirette. E da anni si chiede di avere una anagrafe dell’assistenza, in cui per esempio mettere tutti coloro che percepiscono il reddito o la pensione di cittadinanza. Ma pare che sia difficile e complicato. La media pro capite del costo della sanità è di 1.878,16 euro: quindi una famiglia di tre persone costa allo Stato 5.634,48 euro: in totale 114 miliardi. Di fatto, il 37% degli italiani ovvero il 54% dei contribuenti pagano la sanità anche per tutti gli altri.
Continuiamo a mettere la testa sotto la sabbia e non vedere la profonda differenza tra il reddito dichiarato e quello consumato, tra il reddito prodotto e le rendite consumate. Compreso il fatto che il debito pubblico è servito a promuovere la ricchezza privata. Andiamo forte con il debito pubblico, battiamo tutti in Europa, solo la Grecia ci supera.
Siamo però il primo Paese al mondo per patrimoni privati. Il patrimonio delle famiglie italiane continua a crescere: il valore stimato degli immobili e il valore di mercato degli investimenti finanziari (obbligazioni, azioni e fondi ) da vent’anni sale più del reddito da lavoro o da pensione degli italiani.
“A fine 2017 la ricchezza netta delle famiglie italiane è stata pari a 9.743 miliardi di euro, 8 volte il loro reddito disponibile. Le abitazioni hanno costituito la principale forma di investimento delle famiglie e, con un valore di 5.246 miliardi di euro, hanno rappresentato la metà della ricchezza lorda. Il totale delle passività delle famiglie è stato pari a 926 miliardi di euro, un ammontare inferiore, in rapporto al reddito, rispetto agli altri paesi. Le attività finanziarie hanno raggiunto 4.374 miliardi di euro, in crescita rispetto all’anno precedente; la loro incidenza sulla ricchezza netta è risultata tuttavia inferiore a quella registrata in altre economie – scrive la Banca d’Italia – La ricchezza netta delle società non finanziarie è stata pari a 1.053 miliardi di euro. Il totale delle attività del settore ammontava a 4.943 miliardi di euro di cui il 63% costituito da attività non finanziarie. La componente finanziaria, in crescita dal 2013, nel 2017 è stata pari a 1.840 miliardi di euro. È diminuito, invece, il valore del patrimonio reale, rappresentato soprattutto da immobili non residenziali e impianti e macchinari. Il ricorso al finanziamento tramite titoli e prestiti è stato pari a 1.233 miliardi di euro, un ammontare contenuto nel confronto internazionale.”
Il valore dei beni durevoli (tipo auto,barche,ecc.) è di quasi 600 miliardi. In sostanza, il patrimonio delle famiglie italiane è (nel 2017) quattro volte il debito pubblico, cinque volte e mezzo il prodotto interno lordo e più di otto volte il reddito prodotto. Si tenga conto che 3,7 milioni di immobili (non una quisquilia) non appaiono nelle dichiarazioni dei redditi o non si sa quale sia il loro uso.
Il reddito disponibile delle famiglie italiane . secondo la Banca d’Italia – è quasi mille e duecento miliardi di euro. Considerando questi dati, ogni famiglia italiana (25.981.996 famiglie composte in media da 2,31 componenti) ha a disposizione un patrimonio di 375.000 euro, beni durevoli per quasi 22.000 euro e un reddito di oltre 44.000 euro. Ma secondo le dichiarazioni dei redditi 2017, le famiglie italiane hanno un reddito medio di poco superiore a 32.000, ovvero 2.700 euro al mese.
Forse, prima di scrivere un maxi emendamento di 958 commi e 313 pagine, invece di litigare sulla “plastic tax” o sulla “sugar tax”, un ragionamento sul rapporto tra imposte dirette e imposte indirette sarebbe stato necessario, rispondendo a una domanda: come si fa a far pagare le imposte a tutti ? come si fa a diminuire le imposte dirette a chi le paga per davvero? “con il recupero dell’evasione fiscale”, come si ripete ad ogni finanziaria? Ma, mi faccia il piacere!
“La colpa, caro Bruto, non è nelle nostre stelle, ma in noi stessi” “Buona notte, e buona fortuna”
Luigi Corbani
(martedì 17 dicembre 2019)