Il caso dell’assessore comunale di Voghera riaccende la polemica sulla detenzione di armi da parte dei privati. La Lega e i partiti di centrodestra a favore della libera (pur regolamentata) detenzione, il PD e frange movimentiste radicali fortemente contrarie e proibizioniste.
Il PD ha in Parlamento una proposta di legge proibizionista (che, guarda caso, punta a una tassa di possesso, come se far pagare una tassa fosse risolutivo del problema) e il suo segretario Enrico Letta sull’onda del fatto di cronaca lombarda si dichiara pronto a sostenerla senza se e senza ma.
Partendo però dalla drammatica e sanguinosa cronaca, consideriamo il problema di fondo: possesso e uso delle armi. Cerchiamo di ragionare un po’, seppur in modo semplificato.
Una pistola da sola non spara. Seppure armata con il colpo in canna, cane armato e privata di sicura (per le armi semiautomatiche; le pistole a tamburo non hanno sicura) la pistola da sola non spara anche se viene presa a martellate (si fa per dire).
Perché una pistola spari occorre che chi la impugna, tiri il grilletto. Che lo faccia volontariamente prendendo la mira o lo faccia nello spasimo della paura accecato dall’adrenalina o cadendo per spinta o per via accidentale, occorre sempre che costui abbia il dito sul grilletto e lo azioni.
Detto questo, la questione che si pone è perché uno debba possedere una pistola. Ciò può accadere per necessità o volontà di difesa, per collezionismo, per uso sportivo.
Possedere o detenere è cosa diversa dal portare.Per possedere o detenere una pistola occorre una licenza di detenzione (normalmente, ma non esclusivamente, a uso sportivo) che viene rilasciata dalla Questura e viene rinnovata ogni cinque anni.
Per portare una pistola occorre una licenza di porto d’arma che viene rilasciata dalla Prefettura e dev’essere rinnovata ogni anno.
Il porto dovrebbe essere rigidamente regolamentato e consentito solo a chi per ragioni professionali o di altro tipo (ma seriamente comprovato) abbia seria necessità di girare armato.
La detenzione, giustificata per collezionismo, uso sportivo (nel quale comprendiamo la caccia o il tiro) o difesa abitativa oggi è sì regolamentata, ma dovrebbe esserlo molto più seriamente.
Per acquistare una pistola (o un fucile) in armeria occorre avere una licenza che viene rilasciata dopo aver presentato apposita domanda alla Questura (o alla Prefettura per il porto) corredata dal foglio di congedo militare o da certificato di abilitazione al maneggio delle armi rilasciato dai poligoni di tiro UITS (in genere dopo un breve corso di pochi minuti), dal certificato del proprio medico di famiglia e da quello di un medico militare (lo stesso che si trova nelle autoscuole o presso le agenzie di pratiche amministrative). Ovviamente bisogna avere la fedina penale pulita.
Ottenuta la licenza e pagati i relativi diritti amministrativi, chi la possiede può recarsi in armeria e acquistare un’arma. Qui sta alla coscienza dell’armiere valutare la persona che ha di fronte (ed eventualmente rifiutarsi alla vendita se nutre sospetti sulla tenuta psicologica dell’acquirente, per esempio, segnalando il caso all’autorità) e istruirla al maneggio dell’arma. Ci sono armieri scrupolosi e armieri meno scrupolosi.
Ma a questo punto, chiunque abbia i requisiti legali, anche se non ne ha mai vista o maneggiata prima una in vita sua, può acquistare un’arma, portarla a casa, tenerla carica o no, riporla in cassaforte o lasciarla in un cassetto o a vista e solo il buon senso e un’informazione acquisita volontariamente ispira il comportamento del soggetto. La legge prescrive norme di prudenza, ma occorre conoscerle e, naturalmente, osservarle.
Ora, perché per guidare un’auto occorre non solo possedere una licenza di guida ma anche aver sostenuto un esame e aver frequentato per un certo periodo un’ autoscuola e, invece, per acquistare e detenere un’arma non è obbligatorio aver frequentato un corso e aver sostenuto degli esami? Sarà, almeno, altrettanto importante? Diremmo anche di più, dato che detenere un’arma non è – diciamo così – reso obbligatorio dal nostro stile di vita e nemmeno dalle generali condizioni di sicurezza presenti nelle città del nostro Paese.
Una seria normativa non dovrebbe proibire la detenzione di armi, ma renderla più difficile in modo sensato stabilendo criteri rigorosi per l’acquisto: per esempio, un corso di addestramento base per il maneggio e la detenzione sicura dell’arma.
Del resto, analoga attenzione dovrebbe essere riservata a coloro i quali portano un’arma per ragioni professionali (guardie giurate in particolare) che non sempre possono vantare un adeguato addestramento, pur essendo diffusi su tutto il territorio nazionale.
Non abbiamo bisogno di pistoleri o di sceriffi, ma di gente di buon senso e, statisticamente, quest’ultima in Italia è la maggioranza tra chi detiene armi legalmente.
Non si tratta di proibire o di liberalizzare in modo irragionevole, ma di indurre comportamenti sensati e consapevoli, di varare e far rispettare norme rigorose, di imporre un’adeguata formazione.
Non viviamo nel selvaggio Far West, ma nemmeno negli anni del proibizionismo.
Pepito Sbazzeguti
(giovedì 22 luglio 2021)
Condivido ampiamente questo articolo. io non ho mai avuto un’arma, neanche quella giocattolo dei cowboys, che si regalavano ai bambini. “Il Pionere”. il giornale della organizzazione dei pionieri, diretto da Gianni Rodari, sconsigliava l’uso delle pistole giocattolo, anche perché era dalla parte dei pellerossa.
Io, a differenza di Luigi, le pistole giocattolo le ho avute xchè a carnevale mi vestivo da cow boy e perché sono appassionato del (più o meno) vecchio West e della conseguente e parallela storia, letteratura, narrativa e filmografia.
E poi confesso che provo un’attrazione fisica ed emotiva nei confronti delle armi, soprattutto pistole e revolver, perché sono oggetti che mi piacciono.
Detto ciò, non ho mai posseduto un’arma, anche se ho fatto un discreto periodo della mia vita a sparare regolamente al poligono, dopo il servizio militare.
A volte penso che mi sentirei più sicuro – di notte, a casa, quando mi sveglio di soprassalto per qualsiasi ragione – con una Smith& Wesson nel comodino. E spesso, quando vedo delle grosse ingiustizie – o che io almeno reputo tali – in strada come in TV, mi piacerebbe tirarlo, quel grilletto… Ma non l’ho mai fatto. E probabilmente non lo farò mai.
Bellissimo articolo quello dell’ottimo Pepito.