Il 28 agosto 1975 Pier Paolo Pasolini sul “Corriere della Sera” scrisse un articolo con il quale chiedeva un processo penale per i vertici della Democrazia Cristiana.
Le accuse erano tremende e precise: “indegnità, disprezzo per i cittadini, manipolazione del denaro pubblico, intrallazzo con i petrolieri, con gli industriali, con i banchieri, connivenza con la mafia, alto tradimento in favore di una nazione straniera, collaborazione con la Cia, uso illecito di enti come il Sid, responsabilità nelle stragi di Milano, Brescia e Bologna (almeno in quanto colpevole di incapacità di punirne gli esecutori), distruzione paesaggistica e urbanistica dell’Italia, responsabilità della degradazione antropologica degli italiani (responsabilità, questa, aggravata dalla sua totale inconsapevolezza), responsabilità della condizione, come suol dirsi, paurosa, delle scuole, degli ospedali e di ogni opera pubblica primaria, responsabilità dell’abbandono «selvaggio» delle campagne, responsabilità dell‘esplosione «selvaggia» della cultura di massa e dei mass media, responsabilità della stupidità delittuosa della televisione, responsabilità del decadimento della Chiesa, e infine, oltre a tutto il resto, magari, distribuzione borbonica di cariche pubbliche ad adulatori.”
Ovviamente, fu considerata una mera provocazione intellettuale. La Magistratura ben si guardò da prendere in considerazione tali accuse.
Oggi mi chiedo se non si dovrebbe chiedere un processo penale a carico dei vertici del Movimento 5 Stelle.
Le accuse? Tante: dalla circonvenzione d’incapace o, almeno, abuso della credulità popolare (verso i suoi elettori), all’alto tradimento (per le vicende Link University, ad esempio), passando per la stessa distribuzione borbonica di incarichi pubblici (si veda lo staff di Di Maio alla Farnesina ora, e al MISE prima, tutto doc da Pomigliano d’Arco), per la distruzione di patrimonio pubblico e la riduzione in povertà di un‘ intera nazione (no alle opere pubbliche, caso ILVA), e via elencando. Tante delle stesse accuse rivolte da Pasolini alla DC si potrebbero rivolgere al Movimento 5 Stelle che ha solo l’attenuante di avere poca storia alle spalle (e di fronte meno ancora).
Ma il fil rouge giustizialista che lega parte della Magistratura al M5S e a certa stampa (il Fatto Quotidiano) temo diventi ultragarantista in questo caso.
Allora, se non un processo penale, almeno un processo pubblico, morale, politico, ma non si può lasciare impunito tanto e tale sfacelo.
Pepito Sbazzeguti
(sabato 15 novembre 2019)
Idea sacrosanta ma purtroppo impraticabile. Se fosse possibile l’elenco dei processabili sarebbe lungo. Processare tutti quelli che si erano resi e oggi si rendono colpevoli delle colpe della DC di allora vorrebbe dire mettere sotto processo quasi tutta la classe politica.
Condivisione totale dell’articolo.
Solo che la DC pur coi suoi ladrocini e collusioni aveva ricostruito l’Italia. Questi la stanno distruggendo definitivamente. Con la loro Incompetenza, pseudo-ecologismo e giustizialismo ( come dimostrato dai due ultimi governi e i casi devastanti di Ilva , Tav e Venezia) saranno un duro colpo per il nostro Paese, da cui a fatica riusciremo a riprenderci