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Per il PD Conte è il capo dei progressisti ed è meglio di Gandhi, Bonafede è un liberale esemplare e Renzi è un maleducato e di destra

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È  una di quelle settimane  in cui senti e vedi tante cose per cui ti chiedi dove siamo finiti e che speranze abbiamo di venirne fuori.

Ci siamo beccati il “vairus” del sempre ridente, a cui nessuno ha ancora spiegato che “Risus abundat in ore stultorum”.  Il “Corriere della Sera”, non la “Gazzetta di Maccastorna” pubblica il video di un interrogatorio. E l’interrogato è anche ammanettato e bendato. È  segno di civiltà la pubblicazione dell’interrogatorio e  la modalità dell’interrogatorio? È il dovere dell’informazione?  È la necessità delle indagini? Mah!?

Nella seconda istituzione del Paese, il salotto televisivo per eccellenza,  viene intervistato un privato cittadino, padrone di un partito, per di più di governo, che non risponde a nessuna delle domande (non particolarmente incalzanti) che gli vengono rivolte con deferenza. Ma pare  sia uno scoop televisivo intervistare  il padrone di una società privata, padrona di un partito.

Poi nei vari talk-show – che hanno inventato il motto “uno vale uno”, per cui la responsabilità di un deputato è uguale a quella di chi passa per strada – senti giornalisti e opinionisti dire che il problema non è più il merito della prescrizione ma è quel cattivone di Renzi che tira la corda. Persino quelli che fino al giorno prima sparavano titoli sulla indecenza della abolizione della prescrizione, poi, improvvisamente, spostano il tiro su Renzi. Mi chiedo:  se proprio devono fare i talk show, facciano parlare in contraddittorio dei politici veri, eletti dal popolo, invece di giornalisti che fanno i politici, fingendo di essere analisti, ma che disegnano loro scenari, crisi, alleanze, governi, coalizioni, sbocchi elettorali. Ridateci “Tribuna politica”!

Sento il Presidente del Consiglio dire che lui non è né garantista né giustizialista e mi viene da piangere. Del resto, già nel giugno 2018 ci ha detto che tra i princìpi costituzionali c’è la “presunzione di colpevolezza” (giugno 2018). Non esiste una terza via, caro avvocato Conte! Ci sono le garanzie di uno stato di diritto  a presidio della persona e dell’individuo, conquiste della democrazia liberale e della nostra Costituzione, che si manifestano nel diritto di difesa, nella ragionevole durata dei processi, nella uguaglianza davanti alla legge nel giusto processo, nella presunzione di innocenza: “in dubio pro reo”.

Il giustizialismo nega tutto questo  e per alcuni  del Consiglio Superiore della Magistratura (non gente qualsiasi), vale il principio di colpevolezza, la negazione dei diritti della difesa, il carcere preventivo come strumento per estorcere confessioni: “in dubio pro republica”, esattamente il contrario di un sistema di garanzie liberali; per loro vale il principio che è meglio un innocente in galera (magari a marcire, secondo le alate definizioni giuridiche del momento) piuttosto che un reo in libertà.

Infatti per l’esimio liberale Ministro Bonafede, ispirato da Davigo, in carcere non finiscono gli  innocenti. Peccato che dal 1992 al 2017 ben 26.550 persone abbiano subìto una ingiusta detenzione o un errore giudiziario e che lo Stato abbia dovuto risarcire 768 milioni: una media di mille persone all’anno per una spesa superiore a 29 milioni all’anno. (sul “Migliorista” è stato illustrato il caso dell’avv. Melzi).

Poi però arriva Franceschini che ci dice che hanno approvato la riforma del processo penale, e dentro il testo c’è il lodo Conte bis e quindi Renzi deve stare zitto.  E allora ? La legge Bonafede-Salvini sulla prescrizione rimane in vigore fino all’approvazione della legge delega di riforma del processo penale: quindi per un anno,  per due anni, per quanto ?

Non è mai piaciuto Renzi, né sul piano politico né sul piano personale, ma oggi debbo dire che Renzi ha ragione.  Il compromesso giusto e serio, in una vita politica seria e normale, sarebbe quello di accettare la richiesta di sospensione della legge Bonafede-Salvini fino alla approvazione della legge, il cosiddetto Lodo Annibali.

Cosa che non si può fare, perché Di Maio-Bonafede e le 5S non vogliono e allora il PD si accuccia per difendere la “stabilità”,ovvero non far governare la Lega, ma  far governare le 5S: bel colpo, Zingaretti ! Ma del resto Conte  non solo è il “capo dei progressisti”, ma  è “oltre Gandhi”. Senza un minimo di vergogna, un tal ministro Francesco Boccia dice infatti : “Ero abituato a Prodi, ma vi assicuro che Conte lo supera. Io mi sono autodefinito gandhiano, per non litigare sull’autonomia differenziata, ma Conte è oltre Gandhi”. Una volta, uno che faceva una dichiarazione così, lo portavano via con l’ambulanza, ovviamente insieme allo sciagurato ispiratore di tutte le nefandezze politiche romane, il veltroniano-zingarettiano Bettini,  che oggi ci spiega che Renzi è di destra ed è un pericolo per Conte, e allora bisogna “sostituire “Italia viva” con parlamentari democratici (non sovranisti, illiberali e autoritari)  pronti a collaborare con Conte fino alla fine della legislatura”. Vi ricordate  il fine giurista Conte, nel settembre 2018, mentre era all’Assemblea dell’ONU?  Disse che “ il sovranismo è nella nostra costituzione: l’articolo 1 dice che la sovranità appartiene al popolo”. Meglio non commentare oltre.

Mi pare evidente che sia la Lega sia il PD e Leu hanno subito e subiscono le posizioni delle 5S per ragioni di potere. Perché alla fine questo è il drammatico risultato. Anzi, l’on. Verini, noto condottiero della brillante campagna di Umbria, ci spiega che è tutta colpa di Renzi, che non ha capito che “c’è stata la rivoluzione copernicana”. Domanda facile, facile:  dov’erano Verini, Franceschini e compagnia cantando, quando Renzi-Tolomeo era il sole e comandava nel PD? Li avete mai sentiti dire alcunché contro Renzi ?  Diceva Sciascia: “Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà”. Lascio ai lettori definire la categoria di simili personaggi, che pur di stare al governo, sono disposti a digerire tutto.

“Abbiamo messo in salvaguardia il Paese e ora che è il momento di puntare sulla crescita, sull’abbassamento delle tasse e sulla lotta all’evasione fiscale, che fa Renzi ?  Mina la tenuta di questo governo? Renzi ignora le esigenze del Paese, ecc. ” sempre parole del lucido Verini, che, non per niente,  è in Parlamento dal 2008 e prima, per sette anni,  è stato braccio destro del poliedrico, Walter Veltroni.

Cosa vuol dire “messa in salvaguardia del Paese”? Non hai aumentato l’Iva? Ma l’avrebbero fatto anche gli altri. Hai impedito a Salvini di governare: è questo il metro di giudizio? Ma intanto ti tieni tutti i provvedimenti del binomio Salvini-Di Maio. Vogliamo fare l’elenco? I decreti sicurezza (neanche modificati secondo i suggerimenti di Mattarella), quota 100, il reddito di cittadinanza, il decreto dignità, lo “spazzacorrotti”, la diminuzione dei parlamentari senza un disegno di riforma, la Rai, le vicende Alitalia, Ilva, ecc. Non parliamo poi dell’inesistenza della politica estera italiana: Libia, Mediterraneo, Europa, Cina e Usa.  Qualcuno mi sa dire qual è la posizione del PD sulla immigrazione ? Lo ius culturae o lo ius soli , che fine hanno fatto ?  Ma adesso – dice –  viene la crescita: come, dove quando, con quali strumenti ? Tra reddito di cittadinanza   e quota 100 sono impegnati quasi 12 miliardi nel bilancio 2020 a fronte di 3 miliardi per il cuneo fiscale. Ma adesso sistemano tutto con la tassazione della case affittate da Airbnb, come annunciato da Franceschini. Questo sì  che è il colpo d’ala che ci voleva ! Ah, dimenticavo, adesso c’è il Piano per l’Italia e quello  per il Sud (123 miliardi in dieci anni): in maniera accurata, il documento del piano “Sud 2030” si apre  con l’immagine del castello di Duino (provincia di Trieste).

Non si rendono conto che il governo appare immobile, frastornato e nessuno capisce che cosa voglia il PD, quali siano gli obiettivi fondamentali del PD: una legge, un provvedimento che definisca il valore della presenza del PD al governo ! Dobbiamo ringraziare la Corte Costituzionale poiché né il Parlamento né il Presidente della Repubblica  hanno bloccato delle norme penali retroattive, presenti nella stessa legge (“spazzacorrotti”), in cui è contenuta l’aberrante norma della prescrizione. E dico aberrante perché è in contrasto con almeno cinque articoli della Costituzione (ancora vigente) e con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Nel dicembre 2018,  150 professori di diritto e l’Unione delle Camere penali, sulla base di solidi argomenti costituzionali, avevano chiesto al Presidente Mattarella di rinviare il testo alle Camere. Al momento della formazione della nuova maggioranza 5S-PD-Leu. Gian Domenico Caiazza, per conto della Unione della Camere penali italiane, aveva scritto a tutti i parlamentari in data 6 settembre 2019: “la prescrizione è istituto di garanzia, necessario anche per determinare la ragionevole durata del processo, a tutela non solo dell’imputato ma anche della persona offesa”

Siamo a febbraio 2020 e adesso per il PD il nemico è Renzi, che non vuole la prescrizione Bonafede-Salvini né la prescrizione del Conte bis, peraltro incostituzionale. La posizione del PD è il risultato della confusione quasi trentennale sulle questioni della giustizia e di una odierna smania di “governismo”.

Ripeto che ero favorevole al governo PD-5S-Leu.   Non mi è mai piaciuta la parola “discontinuità”, ma adesso che Franceschini ha detto che sono degli idioti quelli che la vogliono, sottolineo che la presenza del PD al governo dovrebbe servire a dare un indirizzo diverso dal populismo assistenzialista, demagogico e giustizialista delle 5s. Se per stare al governo, per la “stabilità” di ministri e di sottosegretari, il PD deve  anche sottostare al ricatto di Bonafede-Di Maio, compie una scelta di campo. A Renzi e Rosato preferisce Bonafede e Buffagni: auguri !

Ora la questione della prescrizione, non è una questione da poco. Non è una questione di legulei, come ha scritto un renziano pentito. Anzi,  è il contrario di quello che dice la signora Lezzi, ex ministro delle 5s:  “Le persone più ambienti (sic!)  hanno utilizzato la prescrizione perché sono quelle che si permettono gli avvocati migliori”.

E non si può accettare che sia una questione di governo: è una questione affidata alla coscienza dei parlamentari. Il governo può essere legato alla legge di bilancio, a misure di intervento economico e sociale, ma non a questioni di principi giuridici e dei diritti dei cittadini che sono alla base dello stato di diritto e della Costituzione italiana.

Si continua a considerare la giustizia una merce di governo e quindi ci trasciniamo da venticinque anni l’uso delle leggi sulla giustizia come strumento per colpire l’avversario o per proteggersi dagli avversari. Ad personam et contra personam.

La giustizia non può essere trattata con il ricatto della maggioranza di governo o con la dittatura delle maggioranze politiche. È da troppo tempo che le questioni della giustizia sono usate contro gli stessi principi costituzionali.  La soluzione c’è: il lodo Annibali, votato dalla maggioranza del Parlamento, che poi si metterà ad esaminare la legge di riforma del processo penale.

Renzi avrà anche i suoi motivi politici ed elettorali  per sgomitare, ma sul tema ha una posizione giusta, condivisa da avvocati, buona parte della magistratura, da illustri giuristi. Trovo pazzesco che politicamente si preferiscano le 5S  a Renzi, e che il “blocco sociale” sia quello del pressapochismo giustizialista della retroattività dei provvedimenti.

Accettare che il tema della prescrizione sia programma di governo è un grave errore politico, ed è un colpo per le istituzioni democratiche parlamentari. E se Conte e le 5S vogliono aprire la crisi di governo su questo tema, lo facciano. E se il Pd vuole appiattirsi sulle 5S,  perché convinto  dagli esperti  di Repubblica, che è tornato il bipolarismo e che il PD assorbirà una parte delle 5S in disfacimento,  si accomodi.  Ma ciò dimostra che il PD è perduto per una causa riformista e liberale.

“La colpa, caro Bruto, non è nelle nostre stelle, ma in noi stessi” Buona notte, e buona fortuna”

Luigi Corbani

(domenica 16 febbraio 2020)

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