Negli ultimi anni il Portogallo ha acquisito oltre 80.000 pensionati provenienti da altri Paesi europei. Di questi ben 5.000 sono italiani.
La ragione sta nel regime fiscale agevolato che garantisce ai pensionati che si trasferiscono in Portogallo in regime di residenza temporanea la completa esenzione dal pagamento di ogni tassa sul reddito percepito per dieci anni.
Il fenomeno, vantaggioso per i singoli pensionati, non appare virtuoso per il nostro Paese poiché sottrae reddito destinato ai consumi e al PIL nazionale. Oltretutto, questi pensionati trasferiti temporaneamente in Portogallo, in caso di necessità di cure mediche e presumibile vogliano ricorrere al Sistema Sanitario Nazionale italiano, che, forse, offre maggiori garanzie di qualità.
Per pareggiare, è stato presentato l’altro giorno un emendamento alla Legge di Bilancio 2019 che prevede un regime fiscale agevolato per 5 anni con flat-tax e aliquota al 7% per i pensionati espatriati che intendono rientrare in Italia.
Ma, attenzione: solo se stabiliscono la propria residenza nelle Regioni del Sud e, precisamente, in Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia.
Chi ha proposto questo emendamento? È stato il senatore della Lega Alberto Bagnai, Presidente della Commissione Finanze del Senato della Repubblica.
Ora, alcune riflessioni.
Perché solo le Regioni del Sud? Le Regioni del Nord non meritano analogo trattamento? Non si genera una asimmetria nel trattamento fiscale tra pensionati del (o al Nord) e pensionati del (o al) Sud? Una asimmetria materiale e forse anche costituzionale. Sicuramente si genera una discriminazione tra cittadini italiani del tutto ingiustificata e assolutamente insopportabile.
L’emendamento prevede che i pensionati desiderosi di sgravi fiscali spostino la loro residenza in uno dei Comuni del Mezzogiorno d’Italia con popolazione non superiore ai 20.000 abitanti. Solo in questo caso essi potranno beneficiare della flat-tax al 7% per cinque anni.
Ma al Nord non esistono comuni con popolazione non superiore ai 20.000 abitanti?
Per giustificare la scelta Matteo Salvini, vicepremier nonché Segretario Nazionale della Lega dice che nel nostro Paese ci sono zone molto più belle, accoglienti e ospitali che in Portogallo.
Bene, peccato che la classifica de il Sole 24 Ore sulla qualità della vita 2018 in Italia pubblicata il 17 dicembre ai primi 10 posti (in ordine) porti: Milano, Bolzano, Aosta, Belluno, Trento, Trieste, Bologna, Pordenone, Treviso, Gorizia.
Nessuna città del Centro-Sud tra le prime 20. Roma è al 21mo posto.
Tra le Regioni privilegiate dall’emendamento la prima città è Cagliari al 44mo posto. Ultime Taranto al 105mo posto, Foggia al 106mo e Vibo Valentia al 107mo. Dal 70mo posto in giù sono solo città del Sud.
Gli indicatori (7 per famiglia) non sono banali: Ricchezza e consumi, Affari e lavoro, Ambiente e servizi, Demografia e società, Giustizia e sicurezza, Cultura e tempo libero. In totale, 42 indicatori.
Posso capire la voglia della Lega di spacciarsi per partito nazionale, ma la sua base elettorale sta ancora saldamente al Nord e, comunque, i cittadini onesti contribuenti, produttori e pensionati del Nord chi li rappresenta più?
Pepito Sbazzeguti
18 dicembre 2018