La vicenda dei dati sullo RT della Lombardia è allucinante, e come sempre, la responsabilità è di un altro e nessuno pagherà per questi errori. Sembrerebbe che da tempo gli uffici della Regione Lombardia non compilino una riga dei moduli da mandare all’Istituto superiore della Sanità a Roma: non era chiesto o non era chiaro, dicono. Ma non gli è venuto in mente di fare la cosa più ovvia, di andare a verificare tutti i dati in modo che fossero i più dettagliati possibili ?
E invece di conferenze stampa e dichiarazioni ufficiali, perché non si pubblicano i documenti ufficiali, inviati dalla Regione Lombardia a Roma, da novembre ad oggi? Vediamo le carte !
Ma la discussione andrà avanti: come dicono a Milano, “Titùn e titéla, l’è tua, l’è mia, l’è morta a l’umbria”, ci si rimpalla le responsabilità e intanto le cose peggiorano. Così la stagione dei saldi, per dire l’ultima, va a farsi benedire. E i bar, ristoranti, cinema, teatri, concerti, musei, chiusi, sono lì a parlare di una città morta, i cui amministratori regionali e locali non hanno provveduto a fare le cose necessarie: tracciare, testare e trattare i positivi prima dell’ospedale.
E il rafforzamento dei mezzi pubblici e la differenziazione degli orari vengono programmati alla fine di dicembre, non a luglio o ad agosto, quando sarebbe stato necessario per riprendere a settembre. E se mancano i soldi, perché Comune e Regione non hanno chiesto i soldi del Mes, invece di fare chiacchiere. Per esempio, se si facessero in tutti i teatri, alle persone che prenotano gli spettacoli, dei tests, o dei tamponi, si avrebbe la possibilità anche di trovare i positivi e di risalire alla catena dei contatti. Con pochi soldi, dati ai teatri, si avrebbe un efficiente servizio di tracciamento, altro che “Immuni”.
Oggi c’è ritardo per i vaccini, a causa delle imprese fornitrici che hanno tradito anche la Commissione europea. In ritardo, l’Europa si è accorta che doveva muoversi per combattere, in maniera univoca, la pandemia. Ma anche per quanto riguarda il vaccino, la Commissione Europea non poteva imporre alle aziende fornitrici che i vaccini venissero prodotti anche nei singoli Paesi su licenza, come avviene per tanti altri farmaci ? Una proposta che poteva avanzare anche l’Italia, a mio parere.
“Di fronte alla vicenda del virus, ogni Paese è andato in ordine sparso: a dominare sono stati gli interessi dei singoli Stati nazionali, gli interessi locali e di piccolo cabotaggio nazionale, senza alcuna vera scelta europea” (Il Migliorista 3 marzo). Neanche adesso, si trova una maniera di coordinare le politiche dei singoli paesi, in modo da fare davvero una politica comune europea: per esempio, e dico una banalità, una norma univoca in tutta Europa, sui tamponi per i viaggiatori.
Il piano vaccini è stato discusso in qualche sede legislativa o l’ha deciso il megagalattico commissario Arcuri? A me va bene anche di essere vaccinato per ultimo, ma voglio che i miei rappresentanti in Parlamento o in Regione decidano, non un funzionario qualsiasi o un comitato tecnico. Il piano vaccini è una scelta politica : è prioritario vaccinare in ordine di età oppure vaccinare per limitare le possibili diffusioni (sanitari, personale della scuola, dei trasporti, della pubblica amministrazione, ecc. e poi in ordine inverso di età)?
Non ci vuole una legge per stabilire l’obbligatorietà della vaccinazione a quelli che hanno rapporti con il pubblico? Ci vuole una patente per chi conduce autobus e tram, e perché non l’obbligo della vaccinazione al personale delle RSA o delle strutture sanitarie, della scuola, ecc. ? Chi deve dire che la somministrazione del vaccino Pfizer è fatta con due iniezioni a distanza di 21-28 giorni e smentire le panzane che circolano ? Chi deve tenere l’anagrafe vaccinale ? Viene rilasciata una tessera per consentire la libera circolazione ai vaccinati? E come si intende affrontare il ritardo che si accumula per le visite specialistiche o per gli esami diagnostici ? A Milano, da ottobre non si riesce a fare una mammografia nella Clinica Mangiagalli (struttura pubblica) che a tutt’oggi non ha l’”agenda”.
È passata sotto silenzio la notizia (era vera?) che nel 2020 ci sono stati, oltre ai decessi per Covid, circa 30.000 morti in più delle medie annuali precedenti, forse per patologie non curate poiché le strutture sanitarie erano sommerse dal Covid. E questo non dovrebbe far pensare che la richiesta del Mes è giusta per organizzare anche una diffusione territoriale di ambulatori di prevenzione e cura, per garantire davvero un servizio sanitario generalizzato per tutti? Diciamo la verità, le due strutture fondamentali di benessere sociale per tutti, scuola e sanità , sono saltate in questo anno e debbono essere ricostruite, poiché a pagarne le conseguenze di questa situazione sono i ceti più deboli, socialmente, culturalmente ed economicamente. Fra l’altro, in questo periodo, quanti arricchimenti ci sono stati grazie al Covid? Dalle cliniche private dove un tampone costa dalle 120 alle 180 euro agli infermieri professionisti autonomi, ecc.
In sostanza, nella prima fase siamo rimasti, per paura o per responsabilità a seguire le indicazioni, ve le ricordate? “io resto a casa”, “rimaniamo più distanti oggi, per riabbracciarci domani; fermiamoci oggi per correre più veloci domani”, fino all’ultimo: “La mia salute è nelle tue mani, la tua è nelle mie. Per cui #miraccomando”. Confesso che io non ho capito quanto ha fatto il governo per la fase 1 e cosa stia facendo (dal punto di vista sanitario) per la fase 2 e cosa stia preparando per la fase 3. Allora ho passato in rassegna tutte le dichiarazioni e le conferenze stampa di Conte (Twitter non perdona!) per vedere e capire che misure sanitarie ha adottato il Governo da quella famosa intervista di Conte a “Otto e mezzo” del 27 gennaio: “ Siamo prontissimi; l’Italia ha adottato misure cautelative all’avanguardia rispetto agli altri Paesi, ancora più incisive. Abbiamo adottato tutti i protocolli di prevenzione, possibili ed immaginabili”.
E se possiamo dargli l’alibi per la prima ondata, per la seconda non ci sono scuse: il governo ha sottovalutato totalmente la seconda ondata. Ancora mi è oscuro perché il governo non ha avocato a sé, pur in collaborazione con le Regioni, la lotta alla pandemia, come previsto dalla Costituzione. E non si dica che meglio di così non si poteva fare e che nessuno poteva fare meglio: altri Paesi sono lì a dimostrare che si poteva e doveva fare meglio, nel rispetto anche delle norme democratiche.
Ma, al di là della responsabilità sui dati dello RT, c’è da considerare che viviamo in Paese in cui i dati sono quanto mai labili, non solo quelli sul covid. Siamo sommersi di statistiche Istat e altri istituti, sul reddito, sul PIL, sulla d’occupazione e sappiamo tutti che in buona sostanza sono dati, per usare un termine eufemistico, lacunosi. In un Paese che ha una valanga di sommerso, di nero, di illegalità, di evasione ed elusione fiscale, come fai a fidarti dei dati e fare ragionamenti fondati. E per calcolare rimborsi e bonus, in maniera giusta ed equilibrata non si poteva ricorrere alle dichiarazioni dei redditi, gli unici dati certi ?
Ma forse l’unico dato veramente certo è quello dei sondaggi per il partito di Conte, o no?
Cielle
(domenica 24 gennaio 2021)
Ministro della Salute dimessosi per aver il governo rifiutato il Mes……che splendido motivo di crisi ! Bell’occasion sfuggita