Mentre l’attenzione era concentrata sul pasticciaccio delle Autostrade, è andata in porto un’altra operazione del motivo vero, alla base della sopravvivenza di questo governo: le nomine. E sullo sfondo ci sono anche le mosse per il Quirinale, per il quale c’è un certo affollamento, diciamo a sinistra (Franceschini, Veltroni, D’Alema,, Prodi, ecc.).
Guarda caso nei giorni scorsi Prodi ha parlato bene di Berlusconi. È vero che Prodi parlerebbe bene anche del diavolo, se lo aiutasse nel voto per il Quirinale ed è anche vero che Berlusconi manda segnali di fumo – conciliante sul Mes e senza barricate sulla possibile proroga dello stato di emergenza – per sbloccare due cose a cui tiene particolarmente: il contenimento della pubblicità della Rai, per un ammontare di due-trecento milioni, a tutto vantaggio di Mediaset in gran parte; l’assetto dell’Agcom, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che è scaduta nel luglio 2019. Pare che tale questione sia stata discussa in un incontro tra quello che dovrebbe fare il Ministro degli Esteri, ma che si occupa solo di poltrone (a iniziare dalla sua), e Gianni Letta, abile difensore degli interessi del Cavaliere. E se il posto di Presidente (proposto per legge direttamente dal Presidente del Consiglio Conte d‘intesa con il Ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli) è destinato ad uno delle 5S (Giacomo Lasorella), l’importante è che il Presidente non sia ostile a Mediaset, e che nel Consiglio ci sia Laura Aria, (voluta da Berlusconi) che attualmente è al Ministero dello sviluppo economico, che è stata dirigente dell’Agcom dal 2004 al 2018 e dal 1983 al 2004 al Ministero delle comunicazioni: provate a indovinare di quand’è la legge Gasparri.
E così è stato, le nomine per l’autorità della comunicazione e della privacy, ieri sono state fatte, dopo 349 giorni : e c’è stato posto per tutti, 5S, Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, e persino per un franceschiniano (chi l’avrebbe mai detto!).
Dunque, vanno avanti le nomine nelle aziende e negli enti pubblici. Fra poco, si aggiungeranno i posti nelle Autostrade. Il tutto senza alcuna trasparenza. Sarebbe buona cosa se si adottassero dei criteri di pubblicità nelle scelte di rappresentanti dello stato nelle aziende pubbliche e nelle società ed enti da loro derivate: basti pensare alla galassia sempre più ampia della “Cassa depositi e prestiti”. Per inciso, sarebbe interessante sapere chi ha scelto per esempio il Presidente di OpenFiber (società di cui parleremo in altra occasione) nella persona di Franco Bassanini, uno che ha passato più partiti e incarichi di chiunque altro della prima e della seconda repubblica. A proposito, non chiedo per me, ma per i deputati e i senatori, per questa società pubblica non vale il principio della “amministrazione trasparente” ? I bilanci e i compensi degli amministratoti sono segreti di stato?
Giustamente “Openpolis” propone che il percorso delle nomine sia visibile. Ci siano degli avvisi per presentare le candidature, almeno sessanta giorni prima delle nomine: le presentazioni dei candidati siano fatte dai parlamentari, dai consiglieri regionali o comunali. Siano pubblicati i curricula dei candidati sui siti internet della Camera, del Senato, della Presidenza del Consiglio e dei Ministeri e delle aziende interessate. Le competenti commissioni della Camera e del Senato facciano una rosa di candidati e li sottopongano ad una audizione pubblica, per verificare idee e programmi. Una prassi che dovrebbe riguardare tutti gli enti, dal Parlamento ai Consigli regionali e ai consigli comunali.
In fatto di nomine, le 5stelle non sono state seconde a nessuno e ci danno dentro. Il termine “lottizzazione” sui giornali è sparito: andava bene solo per descrivere la prima repubblica. Adesso ci solo le competenze, così bene espresse da Mimmo Parisi all’Anpal, da Pasquale Tridico all’Inps. E nessuno di Pd, Leu, Italia Viva pone il problema che alcune delle nomine, alla prova dei fatti, sono davvero imbarazzanti. E del resto non si può che dire bene di Salini, amministratore delegato della Rai, così ben voluto dal duo Conte Casalino.
E mi chiedo chi ha messo Domenico Arcuri a commissario per le scuole: non bastava il Ministro e il ministero della pubblica istruzione. Visto che non sono riusciti a metterlo a capo di aziende più rilevanti di Invitalia, dopo le mascherine, l’hanno messo anche alla scuola: un ligio servitore dello Stato, allergico però alle limitazioni di legge del suo stipendio. “La disciplina relativa ai tetti di trattamento economico non trova applicazione per contratti che, come il mio, risalgono ad una data antecedente al 2007.” risponde alla Corte dei Conti che gli rimprovera di avere preso uno stipendio superiore a quello di legge. Come a dire, “chi ha avuto, ha avuto; chi ha dato, ha dato; scurdámmoce ‘o ppassato, simme a Roma, paisà”
“La colpa, caro Bruto, non sta nelle nostre stelle, ma in noi stessi” “Buona notte e buona fortuna”
Luigi Corbani
(mercoledì 15 luglio 2020)
Il tuo articolo, caro Luigi, è così vero e disarmante che non mi incazzo neanche più. Il tuo amico anarco-conservatore Massimo Colombo