Il governo Meloni ha smentito tutte le campagne sulla “invasione” dei profughi e sulla “sostituzione etnica” o sulla difesa delle “etnia italica.”
“La difficoltà a reperire lavoratori nell’agricoltura e nel turismo ha spinto il Governo ad approvare in occasione della riunione del Consiglio dei ministri un nuovo decreto flussi. Via libera a 452 mila ingressi in tre anni.” scrive il Sole 24 ore.
Bene dunque, ma mi piacerebbe capire se in questo decreto flussi sono comprese alcune delle popolazioni più colpite da guerre, da fame e da disastri umanitari come gli afghani o i siriani, o i curdi.
Temo che costoro debbano ancora affidarsi alle organizzazioni criminali per l’immigrazione clandestina. E molti di questi poveretti debbono in buona parte alle scelte dell’Occidente, la loro disperata condizione. Prendiamo l’Afghanistan, di cui non si parla quasi più. Cito qui un pezzo di Mattia Feltri su “La Stampa” dal titolo significativo “Promemoria”
“In Afghanistan – dove siamo andati nel 2001 per spazzare via i talebani e introdurre la democrazia, e da dove ce ne siamo andati nel 2021 abbandonando la democrazia al ritorno dei talebani – sono stati proibiti i parrucchieri e i saloni di bellezza. In due anni alle donne è stato proibito guidare l’auto, proibito andare in moto, proibito andare in bicicletta, proibito praticare sport, proibita l’attività fisica all’aria aperta, proibito andare a scuola dopo la primaria, e così all’inizio dell’ultimo anno scolastico sono rimaste a casa tre milioni di bambine, proibita dunque l’università, di conseguenza proibito insegnare, proibito possedere o gestire attività commerciali, proibito lavorare per le Nazioni unite, proibito lavorare per le organizzazioni non governative, proibito diventare parlamentari, proibito diventare magistrati, proibito lavorare nei media, proibito lavorare nei luoghi pubblici, progressivamente proibito lavorare e punto, proibito indossare abiti che non siano il burqa, cioè il catafalco che lascia scoperti solo gli occhi, proibito usare cosmetici, proibito indossare scarpe col tacco, proibito entrare nei parchi pubblici, proibito entrare nelle palestre, proibito andare al luna park, proibito intraprendere viaggi da sole, proibito mangiare nei ristoranti all’aperto, proibito frequentare bagni pubblici, proibito avere a che fare con negozianti maschi, proibito avere a che fare con medici maschi, e allora resta giusto qualche medico donna. A ogni violazione si viene fustigate, se la violazione riguarda rapporti extraconiugali si viene lapidate. Così, solo per ricordarcelo”
E occorre ricordarci che nei decreti flussi per la immigrazione legale, di tutti i governi dal 2021 ad oggi, non vi è nessuna possibilità per gli afghani.
La guerra in Afghanistan è stata quella più lunga combattuta dagli americani dopo la seconda guerra mondiale: dal 7 ottobre 2001 al 31 agosto 2021. In Vietnam, ufficialmente le forze militari americane erano dal 1964 e sono state costrette ad abbandonare, da sconfitte, Saigon il 30 aprile 1975.
Si calcola che in Afghanistan ci siano state quasi 242.000 vittime: 84.191 talebani e loro alleati; 78.314 soldati delle forze armate afghane; 71.344 civili; 3.936 contractor usa; 2.448 militari delle forze armate usa; 1.144 militari delle forze della coalizione; 685 personale umanitario e giornalisti (fonte Brown University). La stima, oltretutto, non conteggia le persone morte per malattie, perdita di accesso a cibo e acqua o per altre conseguenze indirette.
Da quando hanno invaso l’Afghanistan nel 2001, gli Stati Uniti hanno speso 2.261 miliardi di dollari per la guerra, incluse le operazioni nel vicino in Pakistan, scrivono gli analisti. Questa cifra, tuttavia, non include i fondi che il governo americano è obbligato a spendere per l’assistenza a vita dei veterani, né i futuri pagamenti di interessi sul denaro preso in prestito (include solo gli interessi attuali). Secondo varie fonti, gli Stati Uniti hanno speso circa 55 miliardi di dollari in progetti per la ricostruzione, di cui 36 miliardi sono stati destinati al governo afghano e a progetti di sviluppo, mentre altri fondi sono andati alle campagne anti-droga e di aiuto umanitario. Con quali risultati?
Il Regno Unito ha speso 30 miliardi di dollari e la Germania 19 miliardi. Mentre l’Italia, secondo l’Osservatorio sulle spese militari Milex, ha contribuito per 8,7 miliardi spesi in due decenni per finanziare prima “Enduring Freedom” e poi “Resolute Support”, di cui 840 milioni in contributi diretti all’esercito afghano. L’Italia, in vent’anni, ha impegnato complessivamente e in avvicendamento circa 50mila soldati. 55 italiani hanno perso la vita e 700 sono rimasti feriti.
Dopo la catastrofica smobilitazione della missione a guida Usa, in Afghanistan si è tornati al 1996-2001 quando i talebani erano al potere. Oggi, fra l’altro, chiudere parrucchieri e centri di bellezza significa togliere lavoro a circa 60.000 donne, unica fonte di reddito per tantissime famiglie.
“Il rispetto dei diritti delle donne era tra le condizioni poste dalla comunità internazionale nei negoziati coi Talebani per la ripresa degli aiuti umanitari. Eppure un rapporto del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite a firma di Richard Bennett, relatore speciale per l’Afghanistan, riferisce che la situazione delle donne e delle ragazze nel paese “è tra le peggiori al mondo”. Secondo il relatore, “la discriminazione grave, sistematica e istituzionalizzata contro le donne e le ragazze è al centro dell’ideologia e del governo dei talebani”, in linea con comportamenti tacciabili di veri e propri “crimini contro l’umanità” e “apartheid di genere”, scrive un rapporto dell’ISPI.
“Lavoro, cibo, libertà”, recitava un cartello brandito da una delle manifestanti che hanno coraggiosamente sfilato nel centro di Kabul, prima di essere disperse.
E noi che facciamo oggi? Neanche accettiamo che donne, bambine, bambini, uomini afghani arrivino legalmente nel nostro Paese. Registriamo la provenienza dei morti dopo i naufragi? E tutte le vite umane, i feriti e i soldi spesi in Afghanistan a cosa sono serviti? Qualcuno può spiegarcelo?
“ La colpa, caro Bruto, non sta nelle nostre stelle ma in noi stessi” “Buona notte, e buona fortuna”
Luigi Corbani
(sabato 22 luglio 2023)