Le immagini di Ilaria Salis in manette e in catene, come un animale, nel tribunale di Budapest, hanno giustamente indignato molte persone. Così dopo un anno, quotidiani e televisioni hanno scoperto il caso. Non entro nel merito sul reato di cui è accusata, né mi interessa sapere se è colpevole o innocente, sta di fatto che in Ungheria non si fanno problemi a stravolgere la “Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea”, approvata a Nizza nel 2000.
Sarà bene ripetere che una persona, indagata, incriminata o arrestata è innocente fino a quando la sua colpevolezza non sia stata legalmente provata; che la dignità umana è inviolabile e deve essere rispettata e tutelata sempre, e nessuno, anche se riconosciuto colpevole e condannato, può essere sottoposto a pene o trattamenti inumani o degradanti. Nella immagine del tribunale di Budapest vi è qualcosa di barbaro, di incivile, di disumano, di spietato, di crudele e di feroce.
È vero che in queste settimane abbiamo visto anche compiersi un atto scellerato e criminale come quello attuato in Alabama di dare la morte con l’azoto. Uno Stato che era a capo dei secessionisti nella guerra civile americana e che si è opposto alle leggi sulla abolizione della segregazione razziale negli anni sessanta del secolo scorso.
La questione preoccupante riguarda non solo l’inazione del governo italiano che ha un alleato in Orban, ma l’inattività della Unione Europea, che sempre di più manifesta la sua debolezza politica e istituzionale.
Non possiamo continuare a fare discorsi sulla Europa, quando mancano i presupposti minimi dello stato di diritto, esteso in tutti i 27 paesi aderenti.
Del resto, se il Parlamento europeo è disposto a farsi mettere i piedi in testa da un magistrato belga (che poi si è dovuto dimettere dall’incarico) e a farsi controllare dai servizi segreti belgi senza alcuna reazione di dignità e di orgoglio istituzionale, c’è poco da sperare. Eva Kaili è stata in galera per quattro mesi, trattata in modo inumano, per reati che non sono stati ancora dimostrati e di cui comunque si è sempre dichiarata innocente.
E senza documentazione e senza alcuna istruttoria, solo sulla base di resoconti giornalistici, e sulla base di una campagna mediatica, il 13 dicembre, quattro giorni dopo l’arresto, avvenuto il 9 dicembre, il Parlamento europeo con 625 voti favorevoli, 1 contrario e due astensioni ha revocato la carica di vicepresidente del Parlamento a Eva Kaili, dimostrando così di non tutelare l’istituzione da una persecuzione del tutto arbitraria.
Nessun partito è intervenuto a difendere l’indipendenza e l’integrità del Parlamento: solo tre parlamentari hanno sollevato obiezioni, non tanto del Parlamento stesso, ma a difesa dello stato di diritto.
Nelle prossime elezioni europee, voterò solo quelli che hanno difeso le prerogative della Kaili e che oggi difenderanno lo stato di diritto in Ungheria, contro il trattamento vergognoso nei confronti di una cittadina italiana.
“La colpa, caro Bruto, non sta nelle stelle, ma in noi stessi” “Buona notte, e buona fortuna”
Luigi Corbani
(martedì 30 gennaio 2024)