In Italia i non votanti sono passati da dodici milioni di cittadini (pari al 25% del corpo elettorale) del 2013 a quasi tredici milioni del 2013 (27%) a quasi diciassette milioni del 2022 (36%). Naturalmente prendo a riferimento i voti della Camera, poiché prima di questa tornata elettorale per il Senato non votavano i diciottenni.
Fra il 1994 (prime elezioni con il maggioritario) e il 2022, in 28 anni, gli astenuti sono aumentati di oltre dieci milioni di unità; dal 1996 al 2022, gli astenuti sono raddoppiati.
Una disaffezione crescente verso i “partiti” e verso le istituzioni, ma questo non preoccupa le formazioni politiche: basta essere eletti, anche se con pochi voti. E non si rendono conto che la miscela di astensionismo, di apolitica e di antipolitica indebolisce la democrazia rappresentativa.
In queste elezioni c’è un dato che dovrebbe preoccupare le forze politiche: gli astenuti sono molti di più della somma dei primi due partiti: quattro milioni in più della somma dei voti di FdI e di PD.
Dal 1948, in diciannove elezioni politiche, il numero degli astenuti è sempre stato inferiore a quello dei primi due partiti; solo nel 1996, nel 2013 e nel 2018 gli astenuti erano superiori al voto del primo partito.
Oggi, gli astenuti sono il 36% degli elettori, Fratelli d’Italia rappresenta il 16% e il PD il 12% del corpo elettorale.
Ma c’è di più: tutto il centrodestra rappresenta il 27% degli elettori (un elettore su quattro) e il centrosinistra il 16% (un elettore su sei).
Il che conferma che siamo in presenza di una “democrazia della minoranza”, o per meglio dire di una “democrazia degli esecutivi di minoranza”, e intanto il ruolo del Parlamento si è ridotto di gran lunga a causa dei ripetuti decreti legge del governo e dei conseguenti voti di fiducia.
Il PD ha perso le elezioni nel 2018 (meno due milioni e mezzo di elettori rispetto al 2013) e nel 2022 (meno ottocento mila voti sul 2018): in nove anni ha perso il 40% dell’elettorato del 2013. Oggi il PD rappresenta un cittadino italiano ogni nove (aventi diritto al voto).
Nel 2013 il Pd aveva quasi otto milioni di voti più di Fratelli d’Italia, Nel 2018 erano quasi 5 milioni i voti di differenza, e nel 2022 le parti si sono invertite: oggi Fratelli d’Italia ha quasi due milioni di voti più del Partito Democratico.
I votanti del centrosinistra rappresentavano nel 2013 il 21,42% degli elettori, nel 2018 il 16,14% e nel 2022 il 15,96%. In nove anni (dal 2013 al 2022), il centrosinistra ha perso due milioni e settecentomila voti.
Nel frattempo, i voti del centrodestra sono passati dal 21,13% degli elettori nel 2013, al 26,11% del 2018 al 26,70% del 2022. Il centrodestra in nove anni è aumentato di due milioni a quattrocentomila voti.
Fratelli d’Italia in nove anni ha guadagnato sei milioni e seicentomila voti: ha aumentato i voti di undici volte rispetto al 2013. E il Pd non se ne è accorto, tutto preso dal suo “governismo”.
La Lega ha perso oltre tre milioni di voti rispetto al 2018, dove aveva realizzato un boom di consensi (quasi sei milioni), ma rimane con oltre un milione di voti più del 2013: oggi ha quasi due volte i consensi del 2013.
Forza Italia invece ha perso due milioni e trecentomila voti sul 2018 e oltre cinque milioni rispetto al 2013: così che oggi ha due milioni e duecentomila voti pari a un terzo di quelli che aveva nel 2013 e rappresenta il 5% del corpo elettorale.
Sempre nello spazio di tre elezioni, il Movimento 5 Stelle è passato da otto milioni e settecentomila voti (pari al 18,49% degli elettori) a dieci milioni e settecentomila del 2018 (23%), infine a quattro milioni e trecentomila del 2022 pari al 9,40% degli elettori italiani. Le 5 Stelle hanno perso quasi 6 milioni e mezzo di voti rispetto al 2018 e quasi 4 milioni e mezzo rispetto al 2013 e sono la metà del 2013.
Ma secondo i mass media, gli analisti, i commentatori che guardano i dati irreali dei sondaggi, invece dei dati reali delle elezioni, i voti veri, le 5S hanno vinto le elezioni.
E c’è anche qualche aquila del PD che ritiene che il movimento di Giuseppi Conte abbia vinto, poiché ha recuperato sui sondaggi: quando si prendono lucciole per lanterne! Le 5Stelle nel giro di quattro anni hanno perso il 60% dei voti ed hanno ottenuto risultati quasi esclusivamente nel Mezzogiorno, dove peraltro quasi ovunque ha votato un elettore su due.
In tutti i collegi uninominali, alla Camera, nel sud e isole, l’astensione supera i voti dell’eletto; in questo quadro, le 5 Stelle hanno preso sette collegi in Campania, uno in Puglia (Foggia), uno in Calabria (Cosenza) e uno in Sicilia (Palermo 11). E nel sud e isole, sono ben 14 (su 18) i collegi plurinominali dove la maggioranza è quella degli astenuti: e in questi collegi le 5S hanno ottenuto 23 seggi; in quattro collegi del sud, dove gli astenuti sono meno dei voti degli eletti, hanno preso 4 deputati. Dunque, il 72% degli eletti delle 5 Stelle sono nel Sud e nelle Isole., il 14% nel centro e il 14% nel nord Italia.
Azione e Italia Via hanno realizzato due milioni e centotrentotto mila voti, pari al 4,74 % degli elettori. Tuttavia il loro successo non ha assorbito tutta la somma della perdita del PD (805.716 voti in meno del 2018) e di Forza Italia (2.318. 739 in meno): in sostanza, ci sono oltre novecento quarantamila voti non recuperati, dispersi dal tracollo di Forza Italia e dalla perdita del PD.
Non affronto qui la differenza territoriale del voto, tra nord e sud, tra città e provincia, tra regioni e regioni, anche dentro le stesse aree statistiche.
Insomma ci sarebbe molta materia da studiare, da analizzare, da valutare sul piano politico, sociale, culturale, economico e ambientale. Una analisi differenziata che sarebbe necessaria, soprattutto per chi ha perso le elezioni.
Ma invece il PD (che è tuttora il terzo partito d’Italia, dopo le astensioni e Fratelli d’Italia, e il maggior partito di opposizione) ha dedicato una sbrigativa riunione di mezza giornata della sua direzione nazionale o assemblea nazionale, E non credo che ci sia stato un impegno locale e regionale per analizzare i voti e farsi una idea dell’Italia vera, che emerge da queste elezioni. Di nuovo, tutti a guardare il mondo virtuale dei sondaggi. E la “politica” (se si può chiamare così) si adegua al virtuale.
“Aguzza qui, lettor, ben gli occhi al vero
ché ’l velo ora è ben tanto sottile
certo che ’l trapassar dentro è leggero”
Dante Purgatorio Canto VIII, 19-21
Luigi Corbani
(martedì 22 novembre 2022)
Sempre lucido e profondo…la capacità di riflettere e capire e di pochi e tu sei uno di questi
..grazie corbi ciao. Lv