Ho sempre considerato Grillo un geniale imbroglione. Geniale per come ha avuto la capacità di cogliere e catalizzare la rabbia del paese, quello che sinistra e liberal-democratici hanno sottovalutato o addirittura ignorato. E di averlo colto con alcune parole d’ordine, tutte riassunte nel celebre “vaffa…”
Ma anche imbroglione perché, dietro il “vaffa” e le poche parole d’ordine, non c’era davvero nulla. Il vuoto. Era impressionante la foia giustizialista, anche sul niente, che però faceva casino, eccitava le folle nel più classico dei giacobinismi. Una gogna, spesso disumana, e spesso contro qualsiasi straccio di verità, solo spregiudicatamente strumentale alla lotta politica. Come impressionante, era l’inconsistenza di un minimo di proposta politica, da parte di chi comunque, si proponeva la conquista del governo del paese, alternativo ai vecchi partiti e alla vecchia classe dirigente. Il governo del “cambiamento”…appunto.
La riprova l’abbiamo avuta con il primo anno di governo, con la quale, questi parvenus, hanno mostrato la loro inconsistenza, e tradito tutto il loro “vangelo”, a cominciare dalle loro stesse parole d’ordine. Dall’”uno vale uno”, alla trasparenza, all’”onestà onestà”, alle istanze ecologiche, agli impegni solenni contro le grandi infrastrutture, al sostegno “umanitario” ai violenti come Maduro o ai casseurs gilets gialli, alla difesa della costituzione antifascista, alla singolare idea di democrazia: privata e commerciale, in mano ad un opaco speculatore, che proprio nel giorno dedicato alla libertà di informazione, ha visto il Consiglio d’Europa censurare le manipolazioni di Di Maio sui media. Vergogna.
E l’elenco potrebbe continuare a lungo.
Non c’è davvero valore, o supposto tale, delle loro poche, ma vaghe e confuse, idee, che sia stato rispettato. Per non dire delle affermazioni stolide e roboanti, sparate senza senso. Mentre tanti, e disdicevoli, sono stati i compromessi che, per il potere, hanno via via accettato sulle posizioni della Lega. Non “stupro”, insomma, ma rapporto consenziente, nel godimento comune del potere.
Lo stesso “scalpo” del reddito di cittadinanza, la grande medaglia rivendicata dal Movimento, di cui però dopo la lunga orgia mediatica non si parla più, si è ridotto ad un flop di pura propaganda che, come si sa, ben poco incide sulla povertà.
Eppure pur avendo consapevolezza e timori prima, e certezze purtroppo, poi, sulla natura dell’imbroglio che si stava consumando, un valore, che era anche una speranza, al Movimento 5S, che lo rivendicava (oggi molto meno), personalmente lo riconoscevo: quello di intercettare la rabbia e quindi fare, in qualche modo, argine al montante fenomeno dell’estremismo di destra, ovunque. Da Alba Dorata in Grecia, all’AFD in Germania, all’Ungheria, alla Polonia, all’Olanda, alla Finlandia, a “Casa Pound” e neo nazi di ogni risma in Italia. Una galassia infinita. Tutta quella robaccia che, in questi anni, si è affacciata su tutto il panorama europeo e non solo, Italia compresa.
E invece cosa è accaduto? Che il Movimento 5S ha fatto da levatrice alla destra di Salvini, che è andata, non solo, ad ingrossare quella feccia neo nazista e razzista, se è vero che una constituency non proprio irrilevante della Lega, anche perché la più ideologica, è oggi rappresentata da “Casa Pound” con cui Salvini scambia amorosi sensi. La coccola, ci pubblica, ne tollera le illegalità.
Quella destra estremista, che fa con Orban un accordo sui muri di filo spinato e che, sembra, sia fatto a nome del governo, quindi anche dei grillini. Che fa gli auguri di successo elettorale in questi giorni in Spagna a Vox, uno dei nuovi estremismi in Europa. Che sta tentando di costituire un blocco europeo degli estremismi di destra, contro l’Unione Europea.
E così i grillini hanno aperto, a questo personaggio, vere e proprie praterie di consensi. Lo hanno portato al governo, gli hanno consentito una visibilità senza contrasti, che, con la popolarità, sembra avere anche un pesante dividendo elettorale. Gli hanno, insomma, lasciato la guida del paese, facendogli da servo sciocco. Una destra estremista in salsa italiana, mai vista prima. Il salvinismo, appunto. E che sia un “cambiamento”… è fuor di dubbio.
Il tentativo grillino di distinguersi, oggi, in prossimità delle elezioni europee, è puerile, patetico, ridicolo. Poco credibile.
Insomma anche l’unica cosa positiva di questo colossale imbroglio, sembra non solo svanire con il marchio del tradimento, ma rendersi addirittura colpevole di una sorta di legittimazione politica ad un fenomeno da incubo. Un fenomeno che finisce per essere coperto anche da questa grande schiera di imbroglioni e di imbrogliati, come non saprei definire diversamente quelli che li hanno votati. L’auspicio è che scatti in loro, negli imbrogliati, un minimo di senso critico e, perfino, di dignità.
Se no, per i danni che questi pirati stanno facendo, finiscono per essere…..cornuti e contenti.
Insomma un vero capolavoro al rovescio.
E Grillo? Artefice primo di questo scangèo, sembra cominciare a vergognarsi e si rifugia, per continuare a far parlare di sé, nel terrapiattismo che, però, non fa nemmeno ridere, cosa che per un comico è l’inizio tragico della fine. Significativo che questa scelta non abbia fatto neppure notizia… Come, a giudicare dalle informazioni che arrivano dal botteghino, non fanno più ridere, appunto, neppure i suoi spettacoli che la gente, sembra, non vada più a vedere.
Insomma dopo il disastro, la…bollitura.
Benito Boschetto