Dicono che la mia generazione, se per di più ha avuto dei problemi respiratori, sia quella più a rischio. Lungi da me dunque accodarmi al chiacchiericcio di questi giorni. Ci sarà tempo e modo per discutere su come si è affrontato il Covid-19, in Italia e in Europa. La cosa importante oggi è capire come è stata e come è organizzata la sanità in Italia per affrontare questo virus.
Nessun mezzo di informazione è andato a vedere come sono organizzati i presidi ospedalieri della Lombardia e quali sono le disposizioni e le tutele date ai medici di famiglia. Sabato scorso, 22 febbraio, avevo scritto:
“Se ho capito bene: il giovane di Codogno è andato al pronto soccorso con la febbre alta e dopo averlo visitato, lo hanno rimandato a casa con una cura di antibiotici, Nessuno gli ha chiesto in quel momento se era stato insieme a cinesi o a persone che tornavano dalla Cina. Quindi il personale del pronto soccorso era senza alcuna preparazione (non per colpa loro) per affrontare casi di coronavirus. Vista la vicenda dell’Ospedale di Codogno, mi chiedo che cosa è stato fatto in queste settimane per allertare e le strutture sanitarie e attrezzare, anche con abbigliamento di protezione idoneo, il personale dei pronto soccorso degli ospedali lombardi. Che cosa hanno fatto le Regioni ? E che indicazioni sono state date ai medici di base e quali protezioni sono state loro fornite ? Non è questione di allarmismo, e neanche di critica in questo momento, ma solo di organizzazione della sanità.”
Non sapevo ancora che queste preoccupazioni erano state oggetto di una circolare di cui siamo entrati in possesso.
Il Ministero della Salute, Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria, in data 22 gennaio 2020, ha mandato a tutti i destinatari, che vedete nel documento allegato, una circolare in cui si dice: “ Per motivi precauzionali, si raccomanda che il personale sanitario, oltre ad adottare le misure standard di biosicurezza, applichi le precauzioni per prevenire la trasmissione per via aerea e per contatto. In particolare, dovrebbe indossare: mascherina e protezione facciale, camice impermeabile a maniche lunghe non sterile e guanti. Qualora siano necessarie procedure che possono generare aerosol, la mascherina dovrebbe essere di tipo FFP2.”
La Regione ha provveduto a fare in modo che tutti, e dico tutti, gli ospedali, per il personale del pronto soccorso, siano dotati di tali attrezzature ?
Mi domando se a tutti gli abitanti di Codogno, Casalpusterlengo e comuni limitrofi, visto che sono stati posti in isolamento, siano state date almeno le prescrizioni di questa circolare: “Qualora il paziente venga posto in isolamento domiciliare, sia il paziente che i familiari devono essere istruiti per applicare le precauzioni standard di biosicurezza, quelle per prevenire la trasmissione per aerosol e per contatto. L’OMS raccomanda di utilizzare i seguenti disinfettanti:
- _alcol etilico 70% per gli strumenti;
- _acqua, detergente comune e sodio ipoclorito o altro disinfettante, per la pulizia degli ambienti e delle superfici. “
Aggiungo che la Federazione regionale della Lombardia dei medici di famiglia, in data 4 febbraio 2020, ha scritto alla Regione: “considerate le disposizioni emanate in data 22-01-2020 nella Circolare della Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute n. 00197-22/01/2020-DGPRE-DGPRE-, viste le disposizioni di cui all’Articolo 68- Competenze delle Aziende dell’ACN della Medicina Generale vigente, la suddetta OS richiede:
- _che sia verificata la avvenuta fornitura per i Medici di ogni sede di C.A.(ndr: continuità assistenziale), la loro integrità ed efficienza di tutte le dotazioni indicate nella Circolare succitata quali: mascherina di tipo FFP2 e protezione facciale, camice impermeabile a maniche lunghe non sterile e guanti monouso, al fine di garantire la sicurezza dei medici nello svolgimento delle loro funzioni,
- _di garantire con urgenza, in caso di loro assenza, la fornitura in tutte le sedi C. A. dei suddetti presidi sanitari di sicurezza,
- _di garantire il continuo monitoraggio e aggiornamento delle dotazioni medesime, adeguando la fornitura delle stesse ad eventuali evoluzioni delle linee guida emesse dal Ministero della Salute,
- che i medici di CA vengano informati e formati sulle procedure da seguire nei casi di emergenza.”
Spero che queste richieste siano state esaudite, anche perché molte persone, incominciando dal sottoscritto, la prima persona a cui si rivolgono è il medico di famiglia. E questi medici sono un presidio sanitario fondamentale in una organizzazione efficiente dell’assistenza: loro conoscono i pazienti a rischio. “Una forma inizialmente lieve può progredire in una forma grave, soprattutto in persone con condizioni cliniche croniche pre-esistenti, quali ipertensione, e altri problemi cardiovascolari, diabete, patologie epatiche e altre patologie respiratorie; anche le persone anziane potrebbero essere più suscettibili alle forme gravi” scrive il Ministero.
Sono dunque questioni a cui sarebbe bene che le autorità politiche e sanitarie della Regione prestassero attenzione al fine di migliorare, se necessario, la organizzazione della sanità in questo frangente. Se poi è già stato fatto tutto, meglio ancora: siamo tutti più contenti.
Ma forse ha ragione Mattia Feltri su “la Stampa” che “dopo giorni a contendersi la prima linea davanti all’allarme, si sono accorti che il virus fa meno d’anni dell’allarme”.
Intanto, al pronto soccorso dell’Ospedale Sant’Anna di Torino spariscono tre scatole di mascherine FFP3, quelle a massima efficacia filtrante. Chissà che fine faranno ?
“La colpa, caro Bruto, non è nelle nostre stelle, ma in noi stessi.” Buona notte, e buona fortuna”
Luigi Corbani
(mercoledì 26 febbraio 2020)
P.s: La circolare e la lettera sono pubblicate sul sito de https://www.ilmigliorista.eu/