Finalmente Zingaretti ha detto qualcosa di qualificante: l’Italia non può rinunciare al Mes.
Rinunciare a 36 miliardi senza costi di interesse per andare sul mercato ad ottenere quella somma pagando, in dieci anni, 6 miliardi è una scelta senza senso, da trattamento sanitario obbligatorio: solo alle 5S e ai loro degni compari populisti e sovranisti della destra può venire in mente una cosa del genere. Costellare di bugie politiche e di falsità mediatiche è un esercizio che possono fare solo degli avventurieri, privi di arte e parte, senza competenze, senza capacità. Addirittura manca il buon senso. Anche le Regioni dovrebbero far sentire la loro voce e le Commissioni Sanità della camera e del Senato dovrebbero chiedere dei pronunciamenti chiari delle Regioni: le Regioni che non vogliono il Mes, si accontentano dunque delle risorse fin qui stanziate e rinunciano a fondi aggiuntivi per attuare una politica sanitaria adeguata che ci metta al passo con la Germania, per esempio.
Mi auguro che non si accettino compromessi riduttivi su tale materia, per salvaguardare un quadro politico che – come dice qualcuno – non avrebbe alternative politiche se non le elezioni. Sul Mes (oddio, anche su altri temi peraltro) il PD si gioca la faccia e la sua identità: per di più il Mes a costo zero per l’Italia e una politica sanitaria efficace (che consenta di sviluppare la medicina di base e territoriale e di accorciare i tempi per gli esami e le visite specialistiche) è un terreno su cui costruire larghi consensi popolari, da nord a sud, e togliere spazio alle demagogie populiste e bugiarde della destra sovranista. Politicamente, è anche un modo per ridare spazio ad una destra liberale, responsabile ed europeista, e creare differenziazioni nel centro destra.
Detto questo, sarà bene che, di fronte alle ipotesi – mi auguro, solo pessimistiche ed eccessive – degli esperti che prevedono una ripresa del contagio di questo virus o addirittura l’arrivo di un altro, si chieda qualcosa al governo e alle Regioni.
Quali piani sono stati messi a punto dal Ministero della Salute e dalla Regioni per combattere una ripresa epidemica? Come vengono tutelati gli operatori sanitari degli ospedali e delle residenze sanitarie per anziani? Come si attivano i medici di base ? Abbiamo scorte per le protezioni individuali del personale? Abbiamo spazi attrezzati per isolare i positivi? Abbiamo delle procedure adeguate per evitare la diffusione dei contagi negli ospedali e nelle rsa ? Abbiamo strutture sul territorio per fare test e tamponi? Abbiamo laboratori con il necessario materiale per fare migliaia e migliaia di esami giornalieri? Abbiamo strutture operative e informatiche per risalire ai contatti dei positivi? La app “Immuni” funziona, non funziona, è utile o no? Quali sono le criticità di questa app, che fra l’altro è scarsamente promossa?
E nelle scuole, dopo sei mesi di chiusura, a parte le rime buccali con cui ci hanno deliziato, sono previsti tamponi, test ad insegnanti, allievi e personale scolastico? Una volta a Milano si facevano le schermografie a Villa Marelli a tutte le scolaresche. Oggi, dopo il covid, che fanno?
Sono alcune delle domande a cui sarebbe bene rispondessero governo e regioni con dei piani, chiaramente illustrati alla popolazione, prima di agosto e delle vacanze. Per inciso, non doveva cambiare tutto? “Niente sarà come prima”? Ma guai a chi tocca il rito delle vacanze di agosto? Quando diventeremo un Paese serio, fatto da cittadini e non da sudditi furbi?
Yanez de Gomera
(martedì 30 giugno 2020)
Belle idee, caro Yanez de Gomera, ma non possiamo aspettare un Sandokan.
Occorre che ci sia un modo di incontro di chi, già su queste colonne o comunque sia interessato, metta in discussione la Sanità pubblica.
Se ne è parlato, ma senza addivenire a un momento reale di incontro.
Diciamoci con chiarezza che così la Sanità pubblica non può reggere e che ci vuole anche la fantasia e il coraggio di ideare nuove e sagge soluzioni.
Occorre che qualcuno avvii l’incontro: è troppo chiederlo a Luigi Corbani?
Ringrazio della fiducia, ma secondo me è meglio fare riferimento a un movimento già esistente “Movimento per la difesa e il miglioramento del SSN ” che fa capo a Vittorio Carreri. Quella, a mio parere. è la sede giusta per andare avanti su un tema fondamentale per tutti noi.