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Una delibera da rifare

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Sul “Corriere della Sera”, Maurizio Giannattasio ha affermato  che la delibera sui concerti è scritta in aramaico,. Di fatto, la Giunta di Milano ha fatto una delibera che punisce i cittadini di San Siro, i promoter o organizzatori indipendenti, favorisce le grandi società multinazionali dell’intrattenimento, non cita neanche per sbaglio i titolari gestori dei luoghi dei concerti, e i Municipi non hanno nessuna voce un capitolo. Senza contare che il Consiglio Comunale viene bellamente esautorato da qualsiasi funzione.

Certo, l’attuale legge consente alla Giunta e al Sindaco di fare il bello e il brutto tempo, senza alcun contrappeso o controllo. Ma la legge non impedisce a una Giunta e a un Sindaco “di sinistra” di coinvolgere Consiglio Comunale e Municipi su alcune delibere, che hanno un impatto diretto sui cittadini. Una volta, eravamo all’eccesso: ogni delibera andava per la ratifica o l’approvazione in Consiglio Comune. Oggi, siamo all’opposto, quasi nulla passa dal Consiglio che fra l’altro non è dotato di un penetrante sindacato ispettivo, come sarebbe il caso di fronte a un organismo monocratico, quale il Sindaco,  che si fa la sua Giunta, ovvero nomina lui gli assessori, come fossero dei suoi dipendenti.

Risultato: una delibera come quella sui concerti che è sbagliata e fuori tempo massimo.

Intanto, per il 2023 i buoi sono scappati e loro, Sindaco e assessori, se ne accorgono tardi: infatti, nella delibera di Giunta del 28 luglio 2017 (citata in questa delibera del 20 giugno 2023)  allo Stadio Meazza erano previsti 16 eventi nell’anno solare di cui 12  durante il periodo dal 1 giugno al 31 luglio.  Ma poiché il concessionario guadagna e copre il costo dello stadio con il ricavo degli affitti per i concerti,  si è arrivati a 19. E che fa il Comune? Chiude tutti e due gli occhi e accetta quello che i gestori dello spazio hanno deciso in barba alle delibere comunali.

La delibera infatti è del 20 giugno 2023 e ci sono già stati tre concerti a San Siro e tutti gli altri sono già stati programmati da tempo:  i biglietti di alcuni di questi eventi sono stati messi in  vendita ad agosto 2022. In un Paese civile e in un Comune con un Sindaco e degli assessori che fanno il loro mestiere questa delibera doveva uscire almeno a maggio del 2022  per definire e regolamentare gli eventi  2023.

Prendiamo un esempio:  in questa delibera si dice che  per tutti gli eventi oltre i 30.000 partecipanti che abbiano luogo allo stadio e all’ippodromo del galoppo si devono pagare 20.000 euro per la mobilità, per quelli alla Maura 30.000 euro.  ( I vigili urbani si pagano a parte). Si dice inoltre che si deve fare l’accordo con l’area “trasporto pubblico sharing e sosta” almeno 15 giorni prima dell’evento : viene da ridire a pensare che la delibera è del 20 giugno  e  che Tiziano Ferro ha fatto i concerti il 15, 17 e 18 giugno.

Pensate poi come il Comune è attento alle esigenze dei cittadini di San Siro, nel 2024: “l’organizzazione degli eventi dovrà comunque prevedere la sospensione per almeno 2 giorni consecutivi nell’ambito di ciascuna settimana di programmazione al fine di assicurare il necessario periodo di compensazione (che vuol dire? Ndr) al territorio”.

Ovvero, ci possono essere concerti per 5 giorni consecutivi e poi due giorni di riposo alla settimana  e avanti così per due mesi. Ma a chi spetta questa decisione? Chi è “l’organizzazione”? Perché non c’è riferimento ai gestori dello Stadio, dell’Ippodromo del galoppo e della Maura ?

E si torna a parlare di una non ben definita e di fatto misteriosa  “organizzazione degli eventi” a proposito di un insieme di perle infilate in una sola frase:  “l’organizzazione degli eventi (sic!)    dovrà tenere conto  (sic) di una capienza massima complessivamente intesa (sic!) , nei siti “Stadio Meazza”, “Ippodromo del Galoppo” e “Ippodromo La Maura”, non superiore a 78.500 partecipanti. (E qui viene il colpo di genio!)  In caso di eventi in compresenza (!) su più di uno di questi siti,  l’organizzazione (quale?) dovrà prevedere un orario d’inizio e fine di ciascuno evento con una differenza minima di 1 ora. (dicasi un’ ora). L’eventuale compresenza di eventi dovrà essere preventivamente concordata ed autorizzata con l’Amministrazione”. Non potevano dire che, considerando le tre aree un sito solo, i gestori non possono svolgere manifestazione nello stesso giorno? No, il Comune si mette a dirimere le beghe tra i gestori degli spazi. Gestori che non appaiono mai in questa delibera e che quindi non hanno nessuna responsabilità se non quella di fare i soldi con gli affitti.

Comunque in caso di eventi di rilevanza (Sic!) il Comune può stabilire in sostanza regole diverse, approvate comunque dalla giunta. Il Parco Sempione e i Giardini Pubblici Montanelli non rientrano negli spazi per eventi di grande rilevanza, ma si possono comunque concedere per casi particolari, dice la delibera.

Poi ci sono gli eventi organizzati in nome e conto dell’amministrazione comunale. per i carnevali, i capodanni le notti bianche, la settimana della moda,  la festa della musica. la music week, l’art week, i grandi concerti in piazza del Duomo (ancora? Ndr), dell’estate al Castello, ecc. che sono ovviamente esenti da qualsiasi obbligo di deroga e quindi esenti da tutti i pagamenti e da tutte le limitazioni…

Ma il Comune si preoccupa dei fastidi recati ai cittadini di San Siro con una perla finale: la definizione di accordi con gli organizzatori (bontà loro, nella delibera qui adesso non si parla più di “organizzazione”) per attuare misure mitigative di tutela e rispetto della vita delle comunità residenti nei quartieri di riferimento. Verranno sentiti i rappresentanti del Municipio competente per definire le misure più appropriate per ridurre l’impatto dei grandi eventi. Di volta in volta? E quali sono i grandi eventi? E quali misure? E quali sono quelle “più appropriate” ? Ci sono quelle “meno appropriate” ?

Insomma una delibera, astrusa, confusa, assunta in ritardo, che rinvia ad altre delibere e ad altri passaggi, magari per chiudere le stalle dopo che i buoi sono scappati. Come se non si sapesse che alla fine chi conta e la fa da padrone sono le multinazionali che fanno gli accordi con i gestori degli spazi, in barba ai cittadini e ai promoter indipendenti.

Un Comune avveduto stralcerebbe le norme del 2024 e proporrebbe una delibera sugli anni a venire al dibattito del Consiglio Comunale, in cui siedono persone che di concerti ne sanno più di quelli che hanno scritto questa delibera in aramaico.

“La colpa, caro Bruto, non è nelle nostre stelle, ma in noi stessi” “Buona notte e buona fortuna”

Luigi Corbani

(lunedì 26 giugno 2023)

1 thought on “Una delibera da rifare”

  1. giuliana filippazzi ha detto:
    Giugno 27, 2023 alle 12:30 pm

    Finalmente qualcuno che ragiona sulla logica e sui diritti dei cittadini!!!!
    Anni fa la nostra associazione (Ass.Gruppo Verde San Siro – AGVSS) aveva segnalato e tentato di ridurre il picco di decibel che superava abbondantemente gli 80 dB, ma l’autorità (?) aveva deciso che i decibel venissero calcolati facendo la media tra il silenzio prima del concerto e i dB dei momenti più rumorosi: malafede assoluta e menefreghismo dei diritti dei cittadini! Questo principio a quanto pare vale ancora, purtroppo!
    Vogliamo fare una nuova azione comune, come per lo stadio, contro il “meraviglioso regalo” di Scarone e Antonello e l’entusiasta consenso del sindaco? sarebbe davvero un MERAVIGLIOSO REGALO” che i cittadini farebbero a se stessi, riprendendosi i loro diritti a una discussione e partecipazione a una qualità di vita accettabile!!!

    Rispondi

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