L’atteggiamento del Sindaco e della Giunta è a dir poco sconcertante e indecoroso. Le opposizioni, giustamente, chiedono che il Sindaco riferisca al Consiglio Comunale: il Sindaco non si presenta neanche e mette in imbarazzo persino la sua maggioranza. Il fatto che i direttori e i capicronisti di “Repubblica” e del “Corriere della Sera” non abbiano dedicato alla vicenda né un commento né un articolo di fondo forse induce il Sindaco a pensare che il tempo cancellerà le sue responsabilità politiche. Ma non è così.
Il Sindaco non si è reso conto che dire ai giornalisti che “la struttura è del Comune ma da anni è affidata ai privati” non diminuiva la responsabilità del Comune per il dramma della morte di sei persone e l’intossicamento di altre ottanta, ma anzi accentuava la colpa del Comune di aver abbandonato a se stessa questa struttura con grave danno per gli utenti.
Non andare in Consiglio Comunale neanche ad esprimere lo sgomento della città per questo grave fatto, accentua una sensazione di imbarazzo politico del Sindaco e della sua Giunta. Che non sanno cosa e come rispondere sulle tante perplessità sulla inefficienza (palese) dell’amministrazione comunale.
Il Consiglio Comunale può e deve discutere sulle responsabilità amministrative e sulle scelte politiche. Se non erro, la responsabilità di adempiere agli obblighi stabiliti in materia di prevenzione degli incendi grava sul proprietario degli edifici comunali, e quindi sul Sindaco. In ogni caso, trattandosi di materia concernente la pubblica incolumità, il Sindaco ne è comunque responsabile.
“Questa Corte (di Cassazione, ndr) ha più volte osservato che anche laddove talune funzioni siano state correttamente delegate al personale dirigente, il Sindaco, in base agli artt. 50 e 54 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, rimane titolare di una posizione di garanzia a tutela dell’incolumità pubblica in quanto, pur essendo privo di poteri di concreta gestione, deve svolgere un ruolo di vigilanza e controllo sull’operato dei suoi dirigenti, e dispone di mezzi idonei a sollecitare gli interventi necessari ad impedire eventi dannosi nonché del potere sostitutivo di intervento nelle situazioni contingibili e urgenti. La distinzione operata dall’art. 107 T.U.E.L. fra i poteri di indirizzo e di controllo politico-amministrativo, demandati agli organi di governo, e i compiti di gestione attribuiti ai dirigenti – si è in altra occasione precisato, in materia di gestione di rifiuti – non esclude il dovere di attivazione del Sindaco allorché gli siano note situazioni, non derivanti da contingenti ed occasionali emergenze tecnico-operative, che pongano in pericolo la salute delle persone o l’integrità dell’ambiente” (sentenza della Corte del 28 luglio 2021).
Bisogna anche sottolineare che da tempo la normativa prevenzione antincendi con le misure previste e gli obblighi conseguenti cerca di garantire il più alto livello possibile di sicurezza per le persone che sono in un edificio, qualora scoppi un incendio. E ciò, dopo la tragedia del cinema Statuto a Torino, che ha portato a normative più puntuali e precise. Ne ho avuto esperienza con la ristrutturazione del Cinema Teatro Massimo, diventato poi Auditorium di Milano e ricordo che, ad ogni spettacolo, giustamente i vigili del fuoco di servizio controllavano il funzionamento delle uscite di sicurezza, la data di controllo degli estintori, la corretta apertura delle porte tagliafuoco e che non fossero manomessi i rilevatori di fumo a pioggia. In primo luogo c’è la sicurezza delle persone, sia di chi lavora sia di chi è ospitato all’interno di un edificio.
Naturalmente, nel caso del Comune, ha una funzione importante il Direttore generale che ha il compito di sovrintendere alla gestione dell’ente in modo da perseguire livelli ottimali di efficacia e di efficienza. Così recita la legge.
Mi pare del tutto evidente che il Consiglio Comunale, tutto, maggioranza ed opposizione, ha il diritto e il dovere di esaminare la questione amministrativa, e anche sul motivo per cui la delibera di appalto dei lavori di messa in sicurezza è arrivata alla approvazione della Giunta dopo un anno e sei mesi dalla relazione degli uffici sui problemi della “Casa dei Coniugi”.
Prima del bilancio, vengono le persone e i servizi alle persone, la salute pubblica e l’incolumità pubblica, la sicurezza dei cittadini, e occorre recuperare l’efficienza della macchina comunale e ripristinare il principio della terzietà della struttura amministrativa comunale, al di sopra delle parti politiche in causa. Due aspetti distrutti dalle sciagurate leggi Bassanini.
Piangi che ben hai donde, Milano mia.
Luigi Corbani
(martedì 18 luglio 2023)
La favola di Sala “salvatore di tutto, deciso e soprattutto attentissimo ai bisogni della città ha ormai da tempo svelato la sua inconsistenza. Va però anche detto che la grande macchina dell’amministrazione pubblica, o più genericamente “del pubblico” sembra essere andata in tilt. Difficoltà c’erano anche prima ma il post pandemia ne ha evidenziato patologie incredibili. E non solo a Milano. E non solo nel pubblico. Sul giornale locale di Bergamo ho letto una notizia agghiacciante: alla consueta riunione annuale della magistratura locale la presidente ha detto che ormai i magistrati sono costretti a “scegliere” quali processi portare avanti e quali lasciare indietro sapendo che poi di finiranno in prescrizione. No comment
L’assenza del Sindaco è davvero inspiegabile e assurda!