Ogni giorno ha la sua pena, dicono, ma qualche giorno ne ha più di una.
Il Sindaco di Milano, a mio parere. contribuisce ogni giorno ad alimentare le pene di chi soffre per lo stato comatoso della sinistra a Milano.
Ma possibile che il PD metropolitano stia zitto di fronte al Sindaco , quando afferma che se non si estirpa il glicine, non si fa il Museo della Resistenza ? Ma non si rendono conto che questa affermazione è una fesseria politica totale ?
Ora, mettere in alternativa le due cose, (piante e museo) secondo me, è da irresponsabili, non da Sindaco, che dovrebbe fare da mediatore fra esigenze diverse, nel rispetto anche dei luoghi e dell’ambiente. Per di più i progettisti si erano impegnati a conservare la vegetazione (tigli e glicine) che fanno parte da tempo immemorabile del paesaggio urbano di piazza Baiamonti.
Capisco che la capacità politica non è una cosa che si compra al supermercato né è automatico che un manager sia un “politico”: la politica non è sentimento o opinione, ma azione, scelta tra soluzioni diverse, il che comporta mediazione e compromesso.
Ora, in questa città, il Sindaco “verde” ci stupisce ogni giorno: non ha creato un parco degno di questo nome (non è certo un parco la cosiddetta ”biblioteca degli alberi, un angolo misero nella cementificazione di Porta Nuova), ma dimostra di coltivare il “mito di Babilonia”, i giardini pensili del centro commerciale a San Siro, il bosco verticale, la torre botanica, il ponte serra, e via dicendo. Fra l’altro queste operazioni del verde “aereo” hanno un costo energetico e ambientale notevole, una vera dissipazione di risorse, energetiche, di acqua, ecc. Fra un po’ poi verrà considerato “verde profondo” anche il balcone con i gerani di casa mia.
Ma ripeto, la cosa che più mi rattrista per le conseguenze immediate e anche elettorali sulle prossime amministrative, è che nessuno del PD dica al Sindaco di smetterla di fare uscite “bonapartiste”, espressione di uno in libera uscita. Il Sindaco non ha niente da perdere, visto che non può essere ripresentato, ma dimostra di non amare la città e i suoi cittadini, di essere svogliato, distante, preoccupato più della sua futura collocazione professionale che della attività di amministratore. Questo atteggiamento però danneggia la sua coalizione, che, presumo, si ripresenterà alle prossime elezioni amministrative.
Il Museo della Resistenza è una cosa che finalmente questa città deve avere. E si può, con buona volontà e secondo le promesse fatte, aggiornare il progetto per rispettare il glicine che ha resistito a tutte le intemperie, a tutti gli inquinamenti da anni. Il glicine è stato la parte migliore di quel paesaggio urbano e merita di vivere, ancora di più, dopo questo insensato attacco. Il glicine simboleggia la riconoscenza, l’amicizia, la longevità, l’immortalità per la sua resistenza e nel contempo un simbolo di pace: è il glicine della Resistenza.
“Aguzza qui, lettor, ben gli occhi al vero
ché ’l velo ora è ben tanto sottile
certo che ’l trapassar dentro è leggero”
Dante Purgatorio Canto VIII, 19-21
Paolino Casamari
(sabato 27 maggio 2023)
Se i progettisti del museo non sono capaci, o non vogliono, di modificare il progetto per salvare il glicine, vuol dire che non sono buoni architetti.
Si tolga loro il progetto: abbiamo ancora qualche buon architetto a Milano ( magari tra i meno famosi).
Assolutamente d’accordo !
Una trentina di anni fa ci fu la battaglia dell’acero di via Gran Sasso per la corsia riservata della 90/91. Passa il tempo ma le zucche (vuote) ci sono sempre.c
Io abitavo in via filippino lippi al 7, in via Gran Sasso 10 abitavano i miei cugini, possibile mi sia sfuggita questa battaglia dell’acero? Forse ero a militare?
Ho già scritto in privato a Luigi, mi ha promesso che con Beppe ci parla lui. Noi stiamo zitti che ci denunciano tutti per “oltraggio alla corte”