A fianco della studentessa che ha piazzato una tenda per protestare contro il caro affitti, si è subito schierato il PD metropolitano, anzi il consigliere regionale nonché membro della segreteria nazionale del PD Majorino ha fatto in modo che la Schlein parlasse al telefono con la studentessa: solidarietà !
Ma dov’era in questi anni Majorino? Era un ectraterrestre, capitato oggi a Milano per caso? Dal 2006 è stato in consiglio comunale, e anche capogruppo dal 2009 al 2011, poi dal 2011 è diventato assessore con Pisapia, ha proseguito da assessore con Sala fino al 2019 quando è diventato parlamentare europeo.
E le giunte di Milano non c’entrano niente con il caro affitti? E allora dice il falso uno dei massimi protagonisti della speculazione edilizia, Manfredi Castella, amministratore delegato di Coima, partecipata alla grande dal fondo del Qatar, (porta Nuova, porta Romana,ecc) quando dichiara che “Milano ha avuto una visione. Merito di un sindaco, Gabriele Albertini, che ha identificato nella rigenerazione urbana (sic!) una risorsa. Poi, altre tre amministrazioni, di diverso orientamento politico tra loro, hanno agito in continuità”?
La colpa dell’attuale situazione di chi è, se non di chi ha fatto i piani urbanistici regalando aree e volumetrie a fondi speculatici, finanziari, bancari e assicurativi.
Ma da quanto tempo il Comune di Milano non costruisce alloggi di edilizia economica e popolare, non solo per gli studenti, ma per i giovani e le giovani famiglie?
Da quanto tempo il Comune di Milano non usa la legge 167 (tuttora in vigore) per fare piani di edilizia popolare, piani del verde e piani dei servizi? Una domanda: la politica urbanistica del Comune di Milano ha alleviato le ingiustizie sociali o ha aumentato il divario sociale e le differenze sociali, anche territorialmente, tra centro e periferia ?
Nelle settimane scorse avevo letto, con grande stupore, l’intervista ad un extraterrestre, il quale, secondo “Repubblica” diceva che “la politica deve disegnare una regia e chiedere ai fondi immobiliari di orientarsi non più solo secondo le regole del mercato, ma anche secondo quelle dello sviluppo sociale della città” L’extraterrestre sta “facendo il punto sulle priorità che dovrebbero guidare i grandi progetti di riqualificazione. Dall’ex area Falck Sesto San Giovanni, dove sta andando in scena una sfida tra i colossi del settore, al dismesso Farini sul quale Ferrovie è a caccia di sviluppatori.”
Naturalmente “Repubblica” non ha chiesto a costui dove era negli anni precedenti e che cosa faceva: costui non è un extraterrestre capitato per caso a Milano, è stato in Giunta per dieci anni, ed è stato anche assessore all’Urbanistica. Costui interviene oggi dopo che ha contribuito a far scappare i buoi (compresi gli scali ferroviari, Farini in primis), dopo che, con continuità con le precedenti Giunte di centrodestra, ha dato mano libera al capitalismo rapace dei fondi immobiliari, in primis il fondo del Qatar.
In questi trent’anni di governo del territorio cittadino le disuguaglianze sono aumentate e i costi sono stati scaricati sui cittadini, giovani anziani, lavoratori dipendenti e ceto medio. Di più, quella gestione urbanistica ha allontanato da Milano, i ceti meno abbienti, e gli stessi ceti medi, mentre in nome di una città “green” si cementificava a dismisura (cosa che continuerà con l’operazione degli scali ferroviari, realizzata dalle giunte di “sinistra”) e si fa pagare l’inquinamento con le aree B e C a coloro che vengono in città a lavorare e produrre ricchezza o si producono piste ciclabili (improbabili) a scapito dei pendolari, senza aumentare la rete di trasporto pubblico urbano. Ricordo che è considerata urbana la dimensione di una area raggiungibile con il trasporto pubblico nel giro di un’ora.
Salvatore Veca, nel suo ultimo articolo, su “Città” scriveva: “La nuova Milano deve sorgere da un rinnovato contratto sociale con la natura. Il contratto sociale deve definire i principi di giustizia ambientale, che a loro volta coincidono con i principi di giustizia sociale…Un’ultima annotazione per i lavori in corso della città possibile: sono convinto che Milano potrebbe, grazie al patto tra il verde e il blu, avviare l’esperimento sociale di uno sviluppo economico incentrato sulla economia circolare, sull’economia verde , sull’economia civile, e soprattutto su un capitalismo paziente e non ossessivamente predatorio sul breve e sul brevissimo termine, come quello che ci è familiare e che ha perso le sue risorse di legittimità sociale. Come è facile vedere, c’è molto da fare qui, dalle parti ambrosiane”. Ma purtroppo, come dice un mio amico, le idee, da decenni, a Milano vengono dopo il mattone.
“La colpa, caro Bruto, non sta nelle nostre stelle, ma in noi stessi” “Buona notte, e buona Fortuna”
Luigi Corbani
(giovedì 11 maggio 2023)
Finalmente!