Ieri nella rubrica de “La lettera” di Giangiacomo Schiavi, sul Corriere della Sera, è stata giustamente commentata la notizia di questi giorni che l’assessore all’Ambiente e il Presidente della MM hanno presentato l’operazione di inscatolamento dell’ “acqua del Sindaco”, ovvero dell’acqua del rubinetto. Qui non interessa un bel nulla se le confezioni di tetrapak sono ecologiche o meno. Qui siamo di fronte ad una operazione ridicola e folle, frutto di insipienza politica ed amministrativa.
Inscatolare l’acqua che esce dai rubinetti di casa è degna di un film di Totò. Se fossimo a Roma, magari avrebbero inscatolato l’acqua della Fontana di Trevi. Qui hanno la geniale pensata di mettere in scatola l’acqua che esce nei rubinetti della città, anche nei gabinetti degli uffici comunali, ai quali sembra destinata questa pensata.
Nell’amministrazione pubblica ci deve essere un freno alla insipienza, soprattutto perché si maneggiano soldi degli altri, non soldi propri: sono soldi dei cittadini e quindi bisogna usarli con attenzione e in maniera produttiva.
Che senso ha spendere un milione di euro (€ 981.280 euro per la precisione) per compare una macchina per il riempimento di “cartone poliaccoppiato”? A cui si aggiunga il costo dei cartoni e del personale addetto. Con una gara a cui si è presentato un solo fornitore, per inciso.
Si considera troppo alto l’affitto della Scuola di Via Vivaio e poi si buttano via i soldi in questo modo? C’è di che vergognarsi.
Se si vuole promuovere l’acqua del rubinetto, si possono studiare forme economiche per convincere i cittadini: per esempio, mandare con le bollette del gas e della luce, i dati sulla qualità dell’acqua analizzata dai laboratori dell’acquedotto milanese, zona per zona, con le spiegazioni del caso. Si può realizzare anche una app che fornisca quotidianamente i dati delle analisi dell’acqua, se è vero che ogni anno vengono fatti più di 175.000 controlli sulla acqua distribuita.
Meglio di me, molti esperti possono parlare della falda acquifera, dei suoi strati e delle possibilità di utilizzo, anche per esempio, per le pompe di calore, per il riscaldamento, separato dal sistema dell’acqua potabile. Possono parlare di un uso intelligente e bello delle risorse idriche.
E certamente sarebbe cosa buona e giusta se ci fosse un piano regolatore del sottosuolo, con un rilevamento di tutte le strutture e di tutti i servizi del sottosuolo milanese. E sarebbe anche bene avere un piano a lungo termine per realizzare cunicoli tecnologici, dove poter intervenire su tutti i tubi, senza ogni volta spaccare il manto stradale o i marciapiedi. Davanti a casa mia, ogni due per tre, ci sono lavori, seguiti da riasfaltamento e nuova pittura di strisce pedonali e di sosta: abbiamo perso il conto degli interventi e dello spreco.
Un piano servirebbe anche per rifare parte della rete di distribuzione dell’acqua (2.226 chilometri) che certo ha perdite idriche inferiori al resto di Italia (al Sud, 45 litri ogni 100 immessi nella rete, al Centro 46), ma tuttavia se ho capito bene, a Milano ne perdiamo 11,5 litri ogni 100 immessi nella rete (dati 2016).
Vale la pena cercare di risparmiare acqua, oggi con questa siccità e domani. Ogni milanese consuma 269 litri di acqua al giorno, dicono, e di questi, quasi il 30% attraverso lo scarico del wc. Ed invece di usare l’acqua potabile, per il wc si potrebbe riciclare l’acqua dei lavandini per lavarsi le mani o delle docce, con sistemi appropriati, incominciando dalle nuove costruzioni.
E l’assessore invece di buttare via i soldi con le scatole d’acqua, potrebbe favorire negli uffici comunali la installazione di impianti per recuperare acqua dai lavandini e usarla per i wc.
Ma tant’è, in una città seria, il Consiglio comunale avrebbe già dimissionato l’assessore all’Ambiente e il Presidente della MM e avrebbe già avviato alla Corte dei Conti una procedura per danno erariale.
Perché qui non si tratta di una scelta politica più o meno opinabile, frutto di una scelta strategica, soggetta quindi ad una valutazione politica.
No, qui, siamo davanti a una stupidaggine, a un atto inutile, che costa al cittadino milanese senza che la comunità abbia alcun vantaggio.
“La colpa, caro Bruto, non è nelle nostre stelle, ma in noi stessi” “Buona notte, e buona fortuna”
Luigi Corbani
(domenica 27 marzo 2022)
È vergognoso. Ma che me è potuto acccadere? Non esistono organi di controllo oltre all’assessore e al presidente? Nessuno sapeva dello spreco di denaro pubblico? Poi ci terrei ha precisare che non si tratta di “acqua del sindaco” ma del Comune di Milano. Dunque dei cittadini milanesi. Sì Devono dimettere.
Quanto hai ragione caro Luigi per questo e per San Siro
Non si manipola mai l’acqua dell’acquedotto comunale che è regolarmente controllata, nè con le bottiglie dell’acqua del sindico e neppure con con le “Casette dell’acqua”. Tutto ciò può comportare qualche rischio di carattere igienico sanitario. Vittorio Carreri, medico igienista, già responsabile del Servizio Igiene Pubblica della Regione Lombardia dal 1973 al 2003.
Incredibile,….ma vero. Dimissioni!