“Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”. A Milano Salvini ha presentato i suoi compagni di strada, i suoi amiconi dell’estrema destra, reazionaria., che nel Parlamento europeo conteranno sì e no per il 10%; ben che vada, Salvini con i suoi soci 5S e i conservatori della Meloni, sommati insieme, non rappresenteranno che il 20-24% del parlamento.
Sul palco gli è venuto a mancare l’amicone Heinz-Christian Strache, vicecancelliere austriaco, della FPÖ, “Con il vicepremier austriaco Strache, amici e alleati per difendere i nostri popoli! “: si è dovuto dimettere da tutto per un brutto affare di corruzione con i loro comuni amici russi. Mancava anche Farage, fino all’altro ieri alleato delle 5S, che adesso dichiara amore per Salvini: come si vede Lega e 5S sono interscambiabili.
Già nel 2014 Salvini si era fatto eleggere al Parlamento europeo, in tutte e cinque le circoscrizioni, come capolista della “Lega Nord-Basta Euro”. Affetto da pigrizia legislativa, e assente nelle commissioni, aveva un iperattivismo nei discorsi in aula: “L’Europarlamento per Salvini è uno “speakers’ corner di Hyde Park”, da cui ritrasmettere il verbo nazional-populista attraverso canali come YouTube, Twitter e Facebook.”, Il “metodo Salvini”, a Strasburgo nel 2014, venne apostrofato con queste parole: “E’ sempre in tv e mai in riunione per lavorare. E’ una vergogna: è un fannullone in questo Parlamento!”.
Dal che, molti trassero la convinzione che avesse poche convinzioni, minime competenze, ma molto opportunismo. Per prendere i voti dei “Padani”, l’europarlamentare e capogruppo consiliare della Lega Nord a Palazzo Marino ebbe a dire: “Il tricolore non mi rappresenta, non la sento come la mia bandiera”.
Adesso è il Sud, la passione di Salvini e forse la manifestazione, più che a Milano, doveva farla a Reggio Calabria dove è stato eletto. Sì, perché davanti a quel palco enorme (quanto è costato ? chi paga?), non c’erano certo masse oceaniche.
Nessuno ha ricordato a Salvini il vecchio detto: “Scherza coi fanti, ma lascia stare i Santi” e così una parte autorevole della Chiesa ha criticato duramente la strumentalizzazione religiosa, l’uso del rosario come amuleto, esprimendo lo sdegno e l’umiliazione per una coscienza cristiana, mercanteggiata e blandita per fini politici ed elettorali. “Non nominare il nome di Dio invano” gli hanno detto dal Vaticano , mettendo in rilievo come l’identitarismo nazionalista e sovranista cerchi di fondarsi sulla religione per imporsi. Ma il cinismo con cui Salvini usa rosario, vangelo e segno della Croce infastidiscono una buona parte dei cattolici, che vedono usare simboli cristiani in modo feticistico, idolatrico e sacrilego: una “coscienza critica accompagnata da un sano discernimento dovrebbe aiutare a capire che non è un comizio politico il luogo per fare litanie (e in nome di valori che col Vangelo di Gesù nulla hanno a che fare)”
Sbagliando due volte, Salvini ha invocato Santi che sono portatori di valori opposti a quelli professati da lui e dai suoi pretoriani. E anche l’ONU gli ha ricordato che i suoi provvedimenti sono un attacco ai diritti umani e alla xenofobia.
Salvini ha attinto a piene mani al marketing elettorale della paura, inventando cifre e dati fasulli. Gli immigrati illegali sono passati dai 600.000 da lui dichiarati in campagna elettorale a 90.000 ma il parolaio Ministro dell’Interno non ha fatto nessun accordo con nessun Paese per il rimpatrio e gli illegali circolano come prima. Ha sparlato sulla diffusione della criminalità ma adesso deve dichiarare che tutti i reati sono in diminuzione, e non da quando c’è lui, ma da anni. Ha fatto un decreto, condiviso dalle 5S, dicendo che chi sparava per legittima difesa non andava davanti al magistrato: e non è vero niente, come dimostra il primo caso di Arezzo.
Ha fatto lo “spacciatore legalizzato di bugie e di distrazione di massa”, come dice Emma Bonino. Intanto il nord non ha la Tav, non ha l’autonomia differenziata, non ha la cancellazione delle accise, non ha il superamento della Fornero. “Se darete alla Lega la forza di essere prima forza in Italia e in Europa farò sì che ciascun lavoratore italiano, artigiano e pensionato pagherà il 15% di tasse. Non una lira di più”: ennesima bufala poiché non è l’Europa che mette o toglie le tasse, ma l’Italia, e poi lui l’aveva già promesso un anno fa che se andava al governo metteva la flat tax al 15% e non ha fatto nulla.
La economia italiana è in difficoltà e il nord ha bisogno di ridurre il cuneo fiscale, come chiesto dal presidente di Assolombarda, per diminuire le tasse sul lavoro, per produrre ed esportare meglio. Le esportazioni italiane verso l’Europa a 28 Paesi oscillano tra il 55 e il 59% di tutto il nostro export e il genio delle felpe vuole “prima gli italiani”: se tutti gli europei facessero come vuole Salvini, saremmo in braghe di tela.
“L’Italia rialza la testa” per vedere meglio quanto è isolata in Europa e nel mondo, quanto non conti più niente grazie ai due ladri di Pisa. “Stop a burocrati, banchieri, buonisti e barconi” è lo slogan della demonizzazione di tutto, compreso il Papa, il buonista per eccellenza, secondo loro e quindi preso a fischi.
Francamente stupisce che la Lega Nord, che amministra ancora alcune regioni, non faccia una piega di fronte a una politica che umilia il Nord e non mantiene nessuna promessa per i ceti produttivi della parte più sviluppata e integrata nel mercato unico europeo e nella globalizzazione mondiale. Così, se si fa l’eccezione della Confindustria di Milano, appare triste, quella che abbiamo già chiamato, l’ignavia della borghesia imprenditoriale e professionale che non prende posizione di fronte ad una disastrosa politica economica e di bilancio.
““La colpa, caro Bruto, non è nelle nostre stelle, ma in noi stessi, Buona notte e buona fortuna””
Luigi Corbani
(lunedì 20 maggio 2019)