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Banalità e retorica

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Abbiamo assistito oggi alla fiera delle banalità, la conferenza stampa di fine anno del premier (mai votato dal popolo, proprio come Renzi, lo dico a promemoria del futuro governo tecnico). Banalità e retorica: “Non siamo il governo delle lobby, non riceviamo i lobbisti”.  Sì, perché le lobby delle sigarette elettroniche e del blockchain della Casaleggio s.r.l. – solo per citarne due – sono già dentro il governo ed a ciascuno il suo in questo “perfetto amalgama” di Lega e 5S.  Un amalgama che dovrebbe far piacere a Forza Italia !

“Il presidente del Consiglio lancia – scrive l’Ansa – quindi una nuova iniziativa intitolata: “Donne e uomini normali, gesti esemplari”. Una iniziativa che avrà come obiettivo l’individuazione di cittadini normali che hanno compiuto gesti che rappresentano un esempio per tutti”. Infatti, secondo questo copione, il vicepremier riceve i capi degli ultras di calcio: giustamente ha detto il direttore di Sky Sport Federico Ferri. “come a dire che per combattere la mafia, bisogna ricevere i capi mafiosi”.

“Non è affatto vero che la manovra sia stata scritta a Bruxelles, è stata scritta in Italia”, ha detto in un altro passaggio. “Tutte le volte che mi sono seduto con Bruxelles non ho mai consentito che mettessero in discussione i punti qualificanti della manovra e devo dare atto loro che non hanno mai cercato di valutare nel merito tali punti”. Davvero esilarante! Intanto è una secca smentita a tutti i leghisti e a tutte le 5S che avevano detto di una trattativa dura per difendere le scelte qualificanti della manovra: un’altra delle tante bugie dette da questa fabbrica di fandonie del governo giallo nero. E infatti più avanti ha detto che hanno discusso solo dei saldi di bilancio. Ma la frase è divertente “Con un impegno sovrumano ho impedito che quelli della Commissione europea facessero quello che non volevano fare”. Ridicoli nella loro sfrontatezza.

Ma hanno fatto gli “interessi del popolo”: quale popolo? Quello dei condoni e degli abusi edilizi o di quelli che pagano le tasse e le multe ? Perché anche questa è notevole: riscuotere multe di mille euro è svantaggioso per lo Stato, il che può anche essere vero, ma così viene meno la certezza dei diritti e dei doveri:  in questo modo si dice che non ha senso mettere multe di 60 o 100 euro e chi non paga le multe, fino ad un ammontare di 1000 euro,  fa un favore allo Stato.

Chiedo però a tutti i giornalisti della carta stampata, delle tv e delle radio – ovviamente non metto in questa categoria quelli della “gazzetta ufficiale” della Rai –  di non parlare più di  “quota cento” e di “reddito di cittadinanza” finché non ci sia  nero su bianco.  Hanno avuto dieci mesi per mettere a punto queste misure e adesso siamo ancora al punto che il “comunista” Fico impedisce alla Camera di discutere, nelle forme previste dalla Costituzione, una manovra economica sballata e che non contiene i punti qualificanti: nessuno sa come e quando verranno erogate le misure di cui il premier è “orgoglioso”. In campagna elettorale dunque  hanno proposto quelle misure,  che ancora oggi non sanno come concretizzare  e che hanno buttato là come fumo negli occhi allo “stupido” elettore:  Lega e 5S lo considerano tale se si permettono di sparargli delle promesse campate per aria, come quella di togliere le accise, di abolite la Fornero, di dare il reddito di cittadinanza (€ 780 al mese) a 6 milioni di persone (hanno già stampato le tessere! Sic ! )  e che in definitiva sarà sempre Natale.

E adesso cercano di tirare fino alle elezioni europee per non scoprire il loro bluff. L’opposizione ogni giorno dovrebbe chiedere conto delle proposte, nero su bianco, dei fanfaroni, in Parlamento e con una campagna propagandistica capillare, paese per paese, quartiere per quartiere

E infine il premier “pro tempore et pro forma” ha sistemato le speranze autonomistiche di Zaia, Maroni, Fontana e Bonaccini: “lo Stato non trasferirà tutte le competenze, specie quelle che sono di sua prerogativa. Livelli essenziali dei servizi saranno garantiti a tutto il Paese, io sono garante del progetto e della coesione nazionale e sociale”, agirò “fino a metà febbraio per riflessioni interne a livello statale, poi con il mandato che ho, negozierò con i governatori di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, poi ci sarà una legge votata a maggioranza assoluta in Parlamento”.

Anche qui per evitare lo scontro tra Lega e 5S e problemi tra la Lega nazional-populista e la Lega Nord, si cerca di andare sicuramente a dopo le elezioni europee, perché su questo il governo, “amalgamato” solo dalle posizioni di potere e dagli interessi elettorali immediati, rischia di brutto. Speriamo che l’opposizione, e il PD in particolare, ben prima delle primarie, incalzi e vada all’attacco con proposte politiche adeguate a scardinare questo tentativo di affossare le autonomie delle regioni del Nord.

Paolino Casamari

1 thought on “Banalità e retorica”

  1. Daniela Marchetti ha detto:
    Dicembre 28, 2018 alle 5:43 pm

    Credo che comunque il “nodo” stia nel
    momento difficile che sta attraversando il PD, nel suo ruolo di opposizione che viene però sbriciolato dalle divisioni interne e dalla demonizzazione intile e pericolosa di Renzi unico leader che in questo momento potrebbe ricucire gli strappi dannosi del suo partito.

    Rispondi

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