Qualcuno si ricorderà che ad Afragola vi fu una scena con il baciatore della mano del “Capitano”. Intervistato, il baciatore ha dichiarato che ha votato per Di Maio e per Salvini per il reddito di cittadinanza (si può vederlo su Youtube): due voti per un solo bonus. Ma non è tanto questo, il tema, e neanche il fatto che dopo la visita del Ministro dell’Interno, osannato allora dal popolo, ci siano stati altri attentati.
Il fatto importante è che quella persona abbia dichiarato di fare l’ambulante di calzini e che abbia lavorato come carpentiere in nero, e che abiti nel quartiere di Salicelle di Afragola. Lì ci sono duecento appartamenti assegnati dalla camorra a scapito dei legittimi e ufficiali assegnatari. Ora il truce bauscia ha promesso di ristabilire la legalità: siamo in attesa e lo siamo dalla campagna elettorale quando ha promesso di liberare il Nord dalle occupazioni abusive degli immigrati. Non è “solo chiacchiere e distintivo”, il truce, ma mi viene una domanda: gli abusivi di Salicelle sono italiani o immigrati extracomunitari? Forse non hanno informato il truce “Capitano”, che nel 2011 “ci fu una rivolta di 400 persone, molte donne e bambini, che si scagliarono contro le forze dell’ordine, colpevoli di voler sgomberare tre appartamenti occupati abusivamente. Ci fu anche una indagine per verificare se abusivamente si fossero collegati alla rete elettrica, rubando l’energia elettrica” (riporto dai giornali dell’epoca). Ora è evidente ed è giusto dare la casa a chi ha i titoli per averla; ma gli altri li butti in mezzo alla strada, in modo che alimentino la criminalità ? Sono notizie di questi giorni altri interventi delle forze dell’ordine per il furto delle auto e le successive estorsioni ai legittimi proprietari per la restituzione.
Ad Afragola c’è la stazione del TAV, disegnata da Zaha Hadid: bellissima. Vi invito però a vedere (su Internet) un servizio fotografico di Pasquale Loffredo: un reportage intenso e drammatico che, con umana partecipazione ed efficacia, ritrae una realtà desolata e desolante.
E la verità che emerge da quelle immagini, come da quelle di tante periferie delle aree metropolitane, dovrebbe spingere una forza di governo, una forza politica a porsi seriamente il problema delle periferie urbane. E invece nella manovra di bilancio, abbiamo visto un indecoroso balletto dei giallo neri sui fondi per le periferie.
Qualche hanno fa lessi queste parole di Renzo Piano: “Il disagio urbano è una malattia cronica della città, una sofferenza che in alcuni momenti si acuisce. Un male che è generato dal disagio sociale ma anche dal degrado e dalle bruttezze dei luoghi, dal disamoramento con cui le periferie sono state realizzate. Bisogna lavorare sulla dignità del luogo, è fondamentale. Un quartiere ben costruito è un gesto civico, una città ben costruita è un gesto di pace, di tolleranza.”
È più che mai necessario un grande piano nazionale di investimenti per demolire edifici e quartieri, fatiscenti, degradati, brutti, e ricostruire, con criteri edilizi e urbanistici moderni, nuovi quartieri di edilizia economica e popolare. Un piano che dovrebbe riguardare in primo luogo le grandi aree metropolitane: Milano, Roma, Napoli. Ecco un modo per rilanciare l’economia, creare occupazione e reddito, e ridare dignità alle persone. Anche con la mobilitazione di risorse europee e con il concorso di grandi progettisti e urbanisti europei (il termine comprende anche gli italiani, per chi non abbia ancora capito il senso e il valore di europeo), si devono riqualificare e valorizzare le aree metropolitane periferiche, sotto il profilo residenziale, ambientale, trasportistico, infrastrutturale e culturale. Penso alla diffusione delle biblioteche cartacee e informatiche, anche per alfabetizzare la popolazione più anziana, iniziando dalle donne. Penso anche alla presenza di strutture commerciali da tenere aperte ovviamente anche la domenica. Penso a presìdi veri di poliziotti e vigili di quartiere. Occorre un programma e un progetto innovativo anche per l’assistenza alla popolazione anziana, (quanti ambulatori di geriatria ci sono?), che non deve essere abbandonata al suo destino o ghettizzata, separandola dal contesto di vita sociale dei quartieri e della città.
Il carpentiere di Afragola potrebbe tornare a fare il suo mestiere, e senza aspettare il reddito di cittadinanza, potrebbe rialzare la schiena e stare dritto, senza genuflettersi di fronte al potente di turno, che gli promette soldi e ma non gli dà la dignità di un lavoro onesto e rispettabile. Le persone, oggi e domani, hanno bisogno di lavoro, checché ne pensi la Casaleggio s.r.l.. e i suoi subalterni al Governo e in Parlamento, che mandano in giro video sulla fine del lavoro (peraltro alcuni di loro non hanno neanche iniziato a lavorare).
“La città europea insegna a non creare quartieri solo per lo shopping o solo per gli affari ma a mescolare le diverse funzioni. – dice sempre Renzo Piano – Le periferie sono la città che è una grande invenzione, forse la più grande fatta dall’uomo. Ovvero il luogo dove si impara e pratica la convivenza, la tolleranza, la civiltà, lo scambio e la crescita.”
Luigi Corbani
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