Con il decreto fiscale si è proceduto a condonare le multe non pagate tra il 2010 e il 2017 e le cartelle esattoriali per il bollo auto non pagati. Si è usato anche l’argomento, che lo Stato ci rimette a riscuotere quelle multe. Una logica che premia le regole e lo stato di diritto, con tutta evidenza!
Con questa logica, diciamo imbarazzante, allora non ci capisce perché lo Stato dia delle multe che non ha la convenienza a riscuotere, se non vengono pagate subito; e cosa che ha conseguenze più gravi sui comportamenti dei cittadini, si dichiara che se uno è ligio e paga subito, è un cretino.
Non stiamo parlando di noccioline: sembra che le multe non pagate tra il 2007 e il 2017 siano 6,9 miliardi di euro (ovvero una cifra, pari alla spesa prevista per “quota 100”).
Pare che le Regioni abbiano un mancato introito di 850 milioni per l’evasione del bollo auto: si stima che in Italia il 12-13% dei veicoli in circolazione non paghi il bollo auto.
A proposito della funzione dell’Europa, una direttiva dell‘Unione europea impone di togliere di mezzo la tassa sulla proprietà del veicolo (come è in Italia), e introdurre una misura di pagamento legata alle emissioni inquinanti del mezzo e al chilometraggio: di fatto sarebbe un’accise che dovrebbe andare alle Regioni e ai Comuni che sono quelli che risentono dell’inquinamento e dell’usura delle strade. Fra l’altro sarebbe una ottima occasione per rivedere le numerose accise che gravano sui carburanti, che il truce baùscia aveva promesso di togliere appena andato al governo, una delle solite roboanti promesse non mantenute.
Sto dicendo che, preso atto, obtorto collo, del condono, bisogna mettere in atto misure che contrastino l’evasione e i danni che essa può comportare. Parlo del fatto che, secondo l’associazione delle imprese assicuratrici, ANIA, nel 2017 c’erano 2,8 milioni di auto senza assicurazione pari al 6,3% delle auto circolanti: una ogni 16 auto non ha l’assicurazione.
E ovviamente (e non dipende dal nord che è cattivo, ma dalla cultura e dal rapporto con lo Stato) il panorama italico è variegato: al Nord vi è un’auto senza assicurazione ogni 25 auto, al Centro una ogni 17 e al Sud una ogni 10. Nelle grandi città siamo una ogni 10 a Roma, una ogni 5 a Napoli e una ogni 7 a Reggio Calabria. Ora la cosa ha rilievo poiché noi paghiamo il 2,5% dell’ammontare della nostra polizza per alimentare il “Fondo nazionale vittime della strada”, che risarcisce chi subisce danni da auto senza assicurazione.
“La Stampa” scriveva – in data 1-10-2018 – che “secondo l’ultimo aggiornamento dello scorso giugno, basato sui mezzi registrati nell’archivio nazionale gestito dalla Motorizzazione – la quota di veicoli non assicurati supera il 15 per cento” e che “a Torino i dati sono ben diversi: su 755.560 mezzi immatricolati in città, 264.400 al ministero non risultano in regola con l’assicurazione (il 35 per cento) e 175.985 con la revisione (il 23,3 per cento)”.
Si scoprono quindi dei dati ben diversi e più allarmanti. “Il dato fa impressione: un’auto su tre di proprietà di un residente nel Comune di Torino non è in regola con l’assicurazione. Una su cinque non ha effettuato la revisione nei tempi stabiliti.”
Può essere che le statistiche siano imprecise o non attendibili.
Ma perché non incaricare i Comuni e le Regioni di incrociare i dati della Motorizzazione civile, delle assicurazioni e intervenire sui proprietari che non pagano e non fanno la revisione? Fra l’altro, con i GPS installati dalle compagnie assicurative sulle autovetture, per le assicurazioni a chilometraggio, è possibile anche organizzare diversamente la revisione auto, non più a scadenza fissa, ma secondo i chilometri percorsi. Si possono dotare le auto dei vigili urbani di software e telecamere, che registrano le targhe dei mezzi fermi, e dei mezzi in circolazione e identificano subito le infrazioni (mancata revisione, assicurazione scaduta, mezzo rubato). Si possono anche lasciare alle Regioni, l’Iva e i contributi per il servizio sanitario (oggi riscossi con la RCA) per tutta la evasione recuperata. Il che vorrebbe dire dare risorse aggiuntive (senza gravare sul bilancio dello Stato, perché sono somme oggi inesistenti per le entrate dello Stato).
Se dessimo per vero il dato di 2,8 milioni di veicoli senza assicurazione, vorrebbe dire che se le Regioni e i Comuni recuperassero questa evasione (tenendo conto che il costo medio di una polizza RCA è di 356 euro), avrebbero a disposizione quasi 100 milioni di iva recuperata e oltre 20 milioni di contributi sanitari evasi.
A parte che dalle mie parti si dice che “piuttosto di niente, è meglio piuttosto”, significa anche riparare ad una illegalità diffusa e tutelare i cittadini onesti.
Paolino Casamari
1 thoughts on “Lotta all’evasione e soldi per le Regioni e i Comuni”